Piezonucleare: Carpinteri risponde agli scettici
Il professor Carpinteri ha risposto a una lettera aperta che riassumeva le critiche più comuni al suo lavoro sulle reazioni piezonucleari.
Si è alzato un polverone davvero notevole sul prof. Alberto Carpinteri e le sue ricerche sul piezonucleare. Persino E-Cat world, storico sito interessato alle ricerche sulla fusione fredda, gli ha dedicato un articolo, fra l’altro piuttosto elogiativo nei confronti del presidente dell’INRIM.
E se, come abbiamo visto di recente, una parte considerevole del mondo accademico ritiene che quella del piezonucleare sia una vera e propria truffa, i risultati esposti da Carpinteri al congresso The Atom Unexplored hanno favorevolmente colpito molte altre persone.
Tra le code polemiche scatenatasi, una è veramente degna di nota. Il matematico Alessio Guglielmi, dell’Università di Bath, ha pubblicato una lettera aperta a Carpinteri in cui pone 5 domande che riassumono le critiche e i dubbi finora rivoltogli dalla comunità scientifica. Dal blog di Daniele Passerini possiamo anche ricavare le risposte date dal presidente dell’INRIM.
Per farla breve, Carpinteri sarebbe contentissimo se qualche altro dipartimento conducesse indipendentemente delle repliche dei suoi esperimenti e se ciò non è ancora avvenuto, non può addebitarsi al su gruppo. All’interno di quest’ultimo poi, anche se alcune voci sembrano dire il contrario, lavora gente di altissima e stimabile professionalità della cui correttezza non sarebbe giusto dubitare. Infine, anche se le polemiche sono sorte attorno a presunti finanziamenti pubblici che starebbe cercando, la situazione sarebbe in realtà totalmente alla luce del sole.
Importante sottolineare, come nella sua risposta, Carpinteri citi anche alcune evidenze empiriche a sostegno della propria teoria:
Il punto essenziale che voglio sottolineare è che siamo di fronte a quattro prove convergenti del fenomeno (fissione piezonucleare): emissione di neutroni sia da frattura fragile sia da terremoti, trasmutazione degli stessi elementi chimici sia nei campioni di laboratorio sia nella crosta terrestre.
I risultati sperimentali cui sono giunto sono assolutamente ripetibili e sono relativi non solo alle emissioni di neutroni generate per compressione di campioni di solidi e liquidi, ma soprattutto ai bilanci tra le masse degli elementi coinvolti che tornano perfettamente. Esse, oltretutto, spiegherebbero una serie di fenomeni tuttora non chiariti dalla scienza. I misteri del nostro pianeta, dalla diminuzione di alcuni elementi chimici (ferro, nichel, calcio, magnesio) all’aumento di altri (alluminio, silicio, sodio, potassio), sino alla formazione degli oceani e all’inquinamento da carbonio, potrebbero trovare una giustificazione unitaria. Per non parlare poi delle emissioni neutroniche generate dai terremoti, scoperte recentemente e tuttora inspiegate.
Carpinteri conclude allora la propria lettera invitando altri dipartimenti a ripetere i suoi stessi esperimenti. Ovviamente, non può essere nostro compito prendere posizione all’interno di una diatriba così tecnica, ma ci permettiamo comunque di fare nostro uno degli appelli di Guglielmi:
Com’è possibile che di fronte a una cosa così semplice come schiacciare sassi e misurare radiazione ci si ritrovi con accuse di manipolazione di dati sperimentali, e ci si riduca a chiedere soldi ai politici? Non dovrebbe essere tutto molto più lineare? Come per esempio pubblicare un articolo su Nature, uno solo ma ben fatto anziché dieci, poi ottenere una verifica indipendente e infine accedere a fondi pubblici sia italiani sia europei? Vi ricoprirebbero d’oro!