Piatti e bicchieri biodegradabili: vantaggi, uso e smaltimento
Piatti e bicchieri biodegradabili: vantaggi, uso e smaltimento di prodotti monouso amici dell'ambiente e privi di contaminanti.
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I piatti e i bicchieri biodegradabili sono sempre più popolari, come valida alternativa agli analoghi di plastica. È questo l’ultima tendenza in fatto di sostenibilità ambientale, per non rinunciare alla praticità di questi strumenti quotidiani senza però produrre rifiuti dal complesso smaltimento. Ma quali sono le caratteristiche di piatti e bicchieri biodegradabili, quali sono in vantaggi e in che modo si smaltiscono?
Sono moltissime le occasioni d’utilizzo di stoviglie usa e getta, da un pranzo frugale all’aperto a una piccola festa di compleanno per i più piccoli. Ricorrere alla plastica è però dannoso, poiché piatti, bicchieri e posate rappresentano i primi rifiuti che si accumulano nell’ambiente. Basti pensare come mari e spiagge ne siano ormai sommersi. Ecco perché è meglio scegliere soluzioni biodegradabili e compostabili, dal ridottissimo impatto.
Piatti e bicchieri biodegradabili: i materiali
Nell’universo delle stoviglie monouso, da qualche tempo sono arrivati sul mercato piatti e bicchieri biodegradabili e compostabili. Si tratta di prodotti realizzati con speciali materiali, nella maggior parte dei casi di origine vegetale, che si degradano facilmente nel tempo con il contatto con l’acqua, il suolo e l’esposizione agli agenti atmosferici. Poiché realizzati in fibre naturali, inoltre, non rappresentano un rischio ambientale: la loro decomposizione non è contaminante.
Sul mercato sono oggi disponibili diverse tipologie di materiali per la produzione di questi comodi e sostenibili oggetti:
- Polpa di cellulosa: è un particolare tipo di cellulosa che viene estratta dalla canna da zucchero, pressata più volte per conferire elevata resistenza. Può conservare liquidi per ore, come nel caso delle bibite, e si dissolve naturalmente entro poche settimane. Inoltre, in alcuni casi può essere inclusa nel riciclo della carta;
- MaterBi: è il nome di una bioplastica molto diffusa, soprattutto per la produzione di sacchetti biodegradabili, ricavata da molecole di origine vegetale. Si decompone facilmente a contatto con gli agenti atmosferici e può essere inclusa nel compost;
- PLA: si tratta di un polimero dalle caratteristiche simili alla plastica, ma completamente ricavato da zuccheri presenti nel mais, nella barbabietola e nella canna da zucchero. Non inquina ed è compostabile;
- Bambù: legno noto per la sua resistenza, viene sempre più spesso usato per la produzione di stoviglie “monouso”, ovvero non eterne ma destinate a essere riutilizzate più volte e resistenti ai lavaggi.
Usi e resistenza
Piatti e bicchieri compostabili rappresentano un’alternativa efficace alla plastica e, fortunatamente, ne garantiscono anche i medesimi usi quotidiani. Forse poiché associati a esperienze ormai datate nel tempo, nell’immaginario comune le stoviglie di carta o altri derivati vegetali appaiono come poco resistenti. Eppure le tecnologie moderne hanno permesso di ottenere dei prodotti duraturi, capaci di conservare liquidi per ore, senza il timore che i fondi dei contenitori si distruggano a contatto con i cibi.
Sono particolarmente indicati per tutte quelle situazioni dove non è possibile ricorrere a piatti e bicchieri in vetro o ceramica, come all’aperto: è il caso del classico pic-nic nel verde. Ma anche per fornire oggetti sicuri ai più piccoli, senza il rischio che la caduta accidentale possa spargere pericolose schegge sul pavimento di casa. Leggeri e facili da trasportare, sono utili anche per i piccoli spostamenti o per la consegna di cibi in delivery.
Naturalmente, non si tratta di alternative nate per la conservazione a lungo termine dei cibi, né per l’uso estremamente prolungato a contatto con i liquidi.
Dove buttarli
Per quanto amici dell’ambiente, anche i cosiddetti bicchieri e piatti “ecologici” richiedono una certa attenzione allo smaltimento. Il fatto che siano in grado di decomporsi a contatto con gli agenti atmosferici non deve autorizzare nessuno a inquinare spazi verdi, poiché il processo di degradazione non è immediato.
Il primo passo è quello di verificare la tipologia di materiale scelta dal produttore, seguendone le indicazioni di smaltimento. La gran parte di questi prodotti possono essere tranquillamente gettati nel bidone dell’umido o, ancora, sfruttati per la creazione di compost domestico. Sono sempre più le persone che si sono dotate di una piccola compostiera casalinga, magari installata su balconi e terrazze.