Piastrine: valori di riferimento, esame e funzione
Le funzioni principali delle piastrine, i valori di riferimento normali e alterati, le conseguenze e gli esami normalmente prescritti dal medico.
Le piastrine rappresentano uno degli elementi figurati del sangue: la loro presenza e quantità relativa è indispensabile per la coagulazione sanguigna, ossia il meccanismo che si attiva quando la parete di un vaso sanguigno viene lesionata. Lo scopo principale della coagulazione è quello di evitare l’uscita, ovvero l’emorragia, di sangue. Il valore considerato normale è di 150.000 – 400.000 piastrine per μl di sangue.
Il meccanismo della coagulazione sanguigna è complesso e coinvolge anche molecole, proteine in particolare, che circolano nel sangue: tra queste la principale è il fibrinogeno. Nel momento in cui la parete di un vaso sanguigno viene lesa, le fibre di collagene si liberano e vengono a contatto con le piastrine in circolazione: questo primo segnale attiva l’aggregazione piastrinica nella l’area lesionata, che dà il via alla liberazione dei “fattori della coagulazione”, ossia sostanze chimiche che richiamano altre piastrine al fine di assicurare la completa chiusura della ferita. Gli stessi fattori della coagulazione determinano l’avvio della sintesi della fibrina, a partire dal fibrinogeno circolante. I filamenti di fibrina si posizioneranno a formare una rete, simile a un’impalcatura, che trattiene le piastrine.
Piastrine: valori nella norma
La concentrazione delle piastrine nel sangue, ossia la conta piastrinica (PLT), si rileva con l’esame emocromocitometrico, più comunemente definito emocromo.
L’esame comprende anche altre indagini e la valutazione del risultato è sempre complessiva e di competenza del medico. A completare il quadro diagnostico vi sono anche i risultati dell’anamnesi del paziente e dell’esame obiettivo. Solitamente, l’emocromo viene fatto con il prelievo del sangue del paziente a digiuno, sebbene nel caso della conta piastrinica questo accorgimento non sia necessario. La conta può, invece, essere influenzata da:
- assunzione di farmaci come, ad esempio, antibiotici appartenenti alla classe delle cefalosporine, contraccettivi orali, corticosteroidi, epoetina, gemfibrozil, litio, ACE-inibitori, acetaminofene, chemioterapici, allopurinolo, antiaritmici, barbiturici, diuretici e antinfiammatori non steroidei;
- lunga permanenza a elevate altitudini, esposizione prolungata a basse temperature, eccesso di sforzo fisico;
- ciclo mestruale.
Un individuo adulto sano ha una conta piastrinica pari a 150.000-400.000 per mm³ di sangue.
Esami delle piastrine: quando vengono prescritti
La conta piastrinica fa parte dei valori base ricercati con le analisi del sangue, tuttavia, il medico può prescrivere la specifica ricerca in caso di alcuni sintomi:
- ematomi o lividi;
- frequente perdita di sangue dal naso;
- mestruazioni troppo abbondanti;
- presenza di sangue nelle feci;
- petecchie o porpora cutanea, che si manifestano entrambe con la formazione di macchie rosse sulla pelle.
Alla conta piastrinica ,il medico può abbinare esame aggiuntivi che servono a valutare con maggiore precisione il quadro di salute del paziente. Tra questi:
- l’analisi del volume medio delle piastrine;
- l’ampiezza di distribuzione del volume piastrinico, dato che serve a valutare quanto omogeneo è il volume delle piastrine tra loro;
- il volume occupato dalla piastrine nel sangue.
Piastrine alte o basse: cause principali
La conta piastrinica può essere più elevata del normale in caso di:
- trombocitosi primaria, causata da policitemia, tumore del midollo osseo, leucemia mieloide cronica, anemia sideroblastica idiopatica acquisita;
- trombocitosi secondaria causata soprattutto da emorragie, traumi e infezioni oltre che da tumori renali e polmonari.
Una riduzione della concentrazione delle piastrine è, invece, causata soprattutto da:
- piastrinopenia per scarsa sintesi di nuove piastrine, eccessivo utilizzo o aumentata distribuzione delle stesse;
- anemia aplastica;
- importante carenza di ferro, acido folico, folati e vitamina B12;
- infezioni;
- chemioterapia;
- cirrosi epatica;
- leucemie.
Anche in gravidanza è comune un’alterazione della concentrazione delle piastrine. Tutte le valutazioni sono di competenza del medico, così come l’approfondimento diagnostico e la cura.