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Piante acidofile: quali sono e come curarle

Le piante acifodile sono molto comuni sia in giardino che per abbellire un balcone fiorito, grazie alla loro buona resistenza e a gli splendidi colori dei loro fiori. Così come suggerisce il nome, preferiscono un terreno mediamente acido e con pH inferiore a 6, affinché possano crescere senza intoppi. Si adattano perfettamente al clima mediterraneo e, oltre alle varietà meramente ornamentali, questo gruppo comprende anche alberi e piante da frutto.

Piante acidofile: quali sono e come curarle

Fonte immagine: Pixabay

Le piante acidofile sono di gran lunga le più diffuse per abbellire giardini o balconi fioriti, anche in considerazione dei loro splendidi colori e della loro buona resistenza. Capaci di proliferare in terreni mediamente acidi, ovvero con pH inferiori a 6, questi vegetali riescono a svilupparsi senza troppi intoppi su gran parte del territorio italiano. Ma quali sono le varietà più comuni e, soprattutto, come curarle nel tempo?

Come di consuetudine, prima di procedere alla coltivazione di una pianta acidofila è utile chiedere consiglio al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia. È infatti utile vagliare la compatibilità della coltivazione con il clima tipico del proprio luogo di residenza e, fatto non meno importante, la composizione del terreno dove queste piante troveranno dimora. Di seguito, tutte le informazioni utili.

Piante acidofile: quali sono e come curarle

Innanzitutto, è utile specificare cosa si intenda per piante acidofile, una definizione che potrebbe creare un po’ di confusione tra coloro che si avvicinano per la prima volta all’universo del giardinaggio o, ancora, non possono dire di avere un pollice granché verde. In linea generale, si possono definire come piante acidofile tutte quelle specie vegetali – non solo ornamentali – che richiedono un terreno tendenzialmente acido per potersi sviluppare correttamente. Di solito, queste piante necessitano di un suolo con pH inferiore a 6, meglio ancora se prossimo al 7.

A livello naturale, un terreno acido si trova sui profili di colline e monti dell’arco alpino e appenninico, così come spesso lungo le coste. Per l’uso domestico, è possibile acquistare del terriccio già opportunamente acidificato o, ancora, ricorrere ad alcuni fertilizzanti a tendenza acida e rimedi della nonna. Fra le soluzioni più note si elencano l’aceto bianco, la corteccia di abete o di quercia, lo zolfo e i fondi di caffè.

Piante acidofile: quali sono le più diffuse

Ortensia, pianta acidofila
Fonte: Pixabay

Dopo aver spiegato le caratteristiche del terreno acido, e anche i consigli per acidificare il terriccio a disposizione presso la propria abitazione, è utile scoprire quali siano le piante acidofile più diffuse. Innanzitutto, è necessario sottolineare come questo gruppo comprenda centinaia di specie e, di conseguenza, è difficile farne una lista esaustiva. Per questa ragione, sicuramente più agevole è procedere per grandi gruppi:

  • Piante acidofile ornamentali: tantissime specie da fiore, in particolare primaverili ed estive, come azalea, ortensia, camelia, rododendro, gardenia, skimmia, calla, giglio, mimosa, magnolia, ibiscus, bouganville e molte altre ancora;
  • Alberi da giardino: non solo piante da fiore, ma anche veri e propri alberi possono preferire un terreno acido, come il lauro, la betulla e l’acero giapponese;
  • Piante acidofile rampicanti: la gran parte delle rampicanti, perfette per abbellire mura e porticati, preferiscono un terreno tendenzialmente acido. Fra queste spiccano erica, glicine e gelsomino;
  • Piante da frutto: sono a tendenza acida i mirtilli e anche la maggior parte dei frutti di bosco a crescita spontanea.

Cura delle piante acidofile

Ma quali sono le necessità delle piante acidofile, come si curano nel tempo affinché assicurino sempre una crescita rigogliosa? In linea generale, la gran parte delle specie ornamentali condividono tutte simili modalità di gestione nel tempo:

  • Predisposizione del terreno: oltre a essere sempre tendenzialmente acido, anche con l’ausilio di rimedi naturali come i fondi di caffè o la torba, il terriccio per le piante acidofile deve essere sempre ben drenante. Queste varietà solitamente non amano i ristagni d’acqua, che potrebbero danneggiare il loro apparato radicale;
  • Esposizione: le piante acidofile non disdegnano una buona irrorazione solare, ovviamente con piccole differenze tra una specie e l’altra. Di conseguenza, è sempre utile esporle in pieno sole o, nei momenti più caldi dell’anno, approfittare di una penombra;
  • Annaffiature: le piante acidofile tendono a preferire ambienti umidi e una disponibilità tra il medio e l’elevato d’acqua. Per questa ragione le annaffiature devono essere frequenti per tutta la stagione vegetativa della pianta, dalla primavera all’autunno inoltrato. Nei giorni più caldi dell’anno, è utile procedere nelle prime ore della mattina o dopo il tramonto, per evitare che l’acqua stessa evapori troppo rapidamente;
  • Concimazione: per mantenere il terreno sempre al giusto livello di pH, è bene procedere a una fertilizzazione ciclica. Questa può avvenire con del concime organico, come ad esempio il compost, ma anche ritrovati a base di zolfo, abete e quercia, che aumentano l’acidità del terreno. È comunque utile scegliere dei mix di fertilizzanti adatti all’agricoltura biologica, così da evitare contaminazioni per il terreno;
  • Potatura e pacciamatura: soprattutto se rampicanti, le piante acidofile tendono a crescere molto velocemente e a estendersi in modo vistoso, per questo di tanto in tanto potrebbe rendersi necessaria una potatura. Ancora, poiché la maggior parte delle varietà teme le basse temperature, durante l’autunno e l’inverno è utile stendere uno strato di pacciamatura sul suolo, approfittando di corteccia d’albero, segatura oppure paglia.

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