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Phytolacca Decandra: rimedio omeopatico

Phytolacca Decandra: proprietà curative e dosaggio del rimedio omeopatico.

Phytolacca Decandra: rimedio omeopatico

La Phytolacca Decandra è un rimedio omeopatico derivato dalla pianta omonima, nota anche come fitolacca o uva turca. Appartenente alla famiglia delle Fitolaccacee, questo arbusto viene impiegato nella sua totalità, radici e frutti compresi, nella preparazione della sua tintura madre.

Proprio a partire dalla tintura madre di Phytolacca Decandra viene preparato, secondo le regole dell’omeopatia, il prodotto curativo. Al suo interno si trovano lectine, saponosidi, acido g-aminobutirrico e fitolaccoside A e B. In natura può essere fonte di intossicazione e provocare effetti nocivi tra cui vomito, diarrea, vertigini e cefalea.

Phytolacca
Fonte: Pokeweed (Phytolacca americana) | Shutterstock

Proprietà curative

Stomatite ulcerosa, raffreddore con presenza di rinite, con secrezioni filamentose, faringite e infiammazioni alle tonsille sono alcuni dei disturbi che possono essere trattati con la Phytolacca Decandra.

Capitolo a parte meritano le tonsille, il cui trattamento può interessare varie tipologie di disturbo come tonsilliti acute o croniche, arrossamento, gonfiore, difficoltà nel deglutire con manifestazione dolorosa, bruciore, secchezza con sensazione come di un corpo estraneo all’interno della gola.

La Phytolacca Decandra viene indicata come possibile trattamento anche in presenza di laringite di Crup e PseudoCrup, così come in caso di sindrome influenzale composta da raffreddore, febbre, dolore alla gola, tonsillite, tosse secca e raucedine.

Altri possibili casi di applicazione della Phytolacca Decandra sono mastiti, adenoma, ragadi, galattorrea con capezzolo screpolato o fessurato con dolore che accompagna la suzione, dolore al seno che precede le mestruazioni e indurimento della mammella con dolori che si irradiano alla schiena. In questi casi è abbinabile a tale rimedio, dopo apposito consulto del proprio medico omeopata, la Bryonia.

Si applica anche nei casi di problematiche quali parotite o disturbi delle ghiandole parotidee o ascellari, qualora si presentino come dolenti, ingrossate o indurite, così come in presenza di albuminuria dovuta a problematiche renali.

Il trattamento a base di Phytolacca Decandra interessa anche possibili infiammazioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico come artrosi, colpo della strega, sciatica, nevralgia, dolori muscolari e ossei. Tende in questi casi ad aumentare il senso di disagio e irrequietezza considerato che la sensazione dolorosa tende ad aumentare con il movimento.

Anche la pelle può infine essere interessata dal trattamento con Phytolacca Decandra, qualora si presentino casi di tigna, psoriasi, pitiriasi, esantemi, eritemi e follicoliti. La manifestazione delle problematiche di tipo cutaneo tendono a presentarsi perlopiù nelle pieghe o dove la circolazione ha minore intensità mentre, per quanto riguarda le eruzioni, la tendenza è all’indurimento, a provocare prurito e a generare piccole ulcere.

Phytolacca
Fonte: Closeup of an American Pokeweed plant | Shutterstock

Dosaggio

L’applicazione di Phytolacca Decandra prevede differenti modalità a seconda del disturbo presentato. Nel caso di problematiche di stomatite ulcerosa la diluizione consigliata è a 6 CH, con 3 granuli (o 5 gocce) da assumere 2-3 volte al giorno seguiti da gargarismi da effettuare utilizzando 10 gocce di tintura madre diluite in un bicchiere d’acqua.

I disturbi che interessano la mammella come ad esempio ragadi e mastiti vengono trattate con diluizione a 2 DH con l’assunzione di 3 granuli per 3 volte al giorno. Se al problema si associano anche stati di febbre alta o di congestione e pulsazioni della testa dovrà essere ripetuto due volte al giorno il seguente ciclo terapico: 2 granuli di Bryonia con diluizione a 5 CH seguiti dopo 2-3 ore da altrettanti granuli di Belladonna (diluizione a 4 CH) e dopo ulteriori 2-3 ore da 2 granuli di Phytolacca Decandra a 4 CH.

I cicli previsti nel caso in cui si presentino attacchi febbrili intensi devono protrarsi per alcuni giorni, con la riduzione della frequenza di assunzione ai primi segni di miglioramento. Opportuno anche in questo caso il consulto con il proprio medico omeopata.

Il trattamento dei disturbi che interessano tonsille, ghiandole parotidee / ascellari o in caso di raffreddore richiede un differente approccio a seconda del carattere acuto o cronico del problema: nella prima evenienza è indicata una diluizione a 5 CH con 3 granuli (o 5 gocce) ogni 3 ore; nella seconda 5 CH con 3 granuli 3 volte al giorno.

Tonsilliti e raffreddore richiedono inoltre gargarismi da svolgere con 5 gocce di tintura madre diluite in mezzo bicchiere d’acqua. Gli sciacqui devono essere effettuati due volte al giorno.

Albuminuria e problematiche a carico della pelle vengono invece trattate con diluizione a 7 CH e l’assunzione di 3 granuli da ripetere 3 volte al giorno. I disturbi infiammatori dell’apparato muscolo-scheletrico richiedono una diluizione a 4 CH con 3 granuli o 5 gocce da assumere 3 volte al giorno.

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