Perché la pesca eccessiva è ritenuta dannosa? Beh, così su due piedi l’overfishing, questo il termine inglese usato, è una delle cause di perdita di habitat e di perdita di biodiversità, tanto per cominciare. Cose che conducono, inevitabilmente, anche all’estinzione di alcune specie animali e vegetali.
Con il termine di pesca eccessiva, sovrapesca o overfishing si intende l’impoverimento delle risorse ittiche causato da un’eccessiva o da una illegale attività di pesca. Questo fenomeno può interessare torrenti, fiumi, laghi, mari e oceani.
Fondamentalmente una specie è vittima di sovrapesca quando viene pescata più velocemente di quanto riesca a riprodursi. Il che spiega anche perché, per alcune specie ittiche, siano previsti dei fermi pesca per legge. Serve a far sì che quello stock ittico abbia il tempo per riprodursi adeguatamente. Questo per evitare che alcune specie arrivino a livelli critici tale da avere una ripercussione su tutto l’ecosistema.
Livelli accettabili e sostenibili di pesca si distinguono a seconda degli ambiti di cui si parla:
La storia della pesca eccessiva inizia fondamentalmente quando nasce l’industria ittica moderna. Costruendo navi e reti da pesca sempre più grande, con tecnologie in grado di rilevare con precisione i banchi di pesci anche là dove in passato era impossibile arrivarci, ecco che si è cominciato ad avere il problema dell’overfishing.
Certo, i governi mondiali hanno provato a promulgare leggi per bloccare la pesca eccessiva e le attività di pesca illegali, ma spesso i pescatori di frodo eludono troppo facilmente ali controlli.
Il rischio della sovrapesca, poi, non riguarda solamente le specie di interesse commerciale. Spesso nelle reti finiscono anche specie non commestibili che però vengono uccide da tale pratica.
Andando a vedere qualche data, ecco che dal 1950 al 1969, il pescato è aumentato del 5% all’anno, passando da 18 a 56 milioni di tonnellate. Nel 1969, poi, la produzione è aumentata dell’8%. E la domanda continua ad aumentare, il che aggraverà ulteriormente questo problema. Ormai l’attività di pesca è così influenzata negativamente dalla carenza di stock ittici che i pescatori, per sopravvivere, hanno spesso bisogno di aiuto da parte dei governi. In pratica per pescare spendono di più di quanto riescono a guadagnare.
Ma l’impoverimento degli stock ittici ha avuto altre conseguenze. Per esempio a volte capita che, in maniera fraudolenta, si verifichi il fenomeno di sostituzione delle specie. In pratica specie meno appetibili sono vendute col nome di altre specie più rinomate, a prezzi maggiorati.
Questi sono solo alcuni esempi celebri di pesca eccessiva:
E questo solo per parlare delle specie commestibili. Perché anche gli squali sono stati vittime dell’overfishing, a volte perché finiscono accidentalmente nelle reti da pesca, a volte vittime della pesca illegale.
Le conseguenze dell’overfishing sono multiple. Una pesca eccessiva non solo causa una riduzione degli stock ittici, ma se non regolamentata tramite concetti di pesca sostenibile, rischia di provocare l’estinzione di alcune specie, con conseguente perdita di biodiversità e danno a tutto l’ecosistema.
Inoltre la perdita di biodiversità lascia spazio all’espansione di altre specie aliene invasive, che arrivano a soppiantare quelle originarie di quell’ecosistema, causando ulteriormente la riduzione delle specie a rischio.
Il danno, poi, non è solo ambientale, ma anche economico e coinvolge tutta la filiera della pesca, mettendo a rischio la sopravvivenza anche degli stessi pescatori.
Fonti: