Peronospora: come riconoscerla e le cure per le piante colpite
La peronospora è una malattia diffusa di piante ornamentali e da orto, decisamente aggressiva e capace di danneggiare interi raccolti. Si presenta con macchie scure sulle foglie e deperimento dei frutti e, nel tempo, determina la morte della coltivazione. A causarla sono alcuni organismi quali i cromisti, ma anche infezioni fungine di vario tipo. Ma come proteggere le coltivazioni in un'ottica di prevenzione e quali rimedi naturali sono utili contro l'infestazione?
Fonte immagine: Jerzy Opiola
La peronospora è una delle più diffuse malattie delle piante e, purtroppo, anche una delle più aggressive. Causata da alcuni parassiti che vivono solitamente nel terreno, può infatti distruggere in poco tempo interi raccolti, attaccando soprattutto pomodori, patate e le viti. Per questa ragione è necessario ogni anno procedere non solo all’eradicazione dei microorganismi che causano questa resistente malattia, ma anche dedicare del tempo sufficiente a alla prevenzione.
Ma come si riconosce la peronospora e, soprattutto, quali sono le cure principali per le piante colpite?
Così come già accennato, la peronospora è molto diffusa e anche decisamente complessa da gestire. Sul territorio italiano può presentarsi in qualsiasi regione, da Nord a Sud, per questo è sempre utile chiede un aiuto al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia, affinché possa fornire le strategie di prevenzione e cura più adatte alle peculiarità tipiche del proprio luogo di residenza.
Di seguito, qualche utile consiglio.
Peronospora: cosa è?
Con il termine peronospora si indica una malattia delle piante causata da alcuni cromisti, dei parassiti unicellulari e pluricellulari appartenenti principalmente alla famiglia delle Peronosporacee e, in misura minore, alle Piziacee. Si tratta di una malattia vegetale molto aggressiva, capace di danneggiare in poco tempo le piante colpite e portare alla perdita di interi raccolti.
La peronospora è una malattia trofica, ossia causata da parassiti che sottraggono le sostanze nutritive alla pianta attaccata, tanto da condurla alla morte. I cromisti responsabili dell’infestazione sono normalmente presenti nel terreno, spesso dormienti, ma già alla germogliazione della pianta ne colonizzano il fusto, devastando in poco tempo tutte le parti aeree del vegetale.
Alcune condizioni climatiche possono favorire la comparsa della peronospora, come ad esempio un’umidità molto elevata, piogge più frequenti e abbondanti rispetto al solito, magari alternate a periodi di intenso caldo. Proprio questa alternanza tra acquazzoni e afa, tipica di questa era colpita dai cambiamenti climatici, sta rendendo la peronospora sempre più frequente sulle coltivazioni di tutto il mondo.
Eppure non si tratta di una malattia recente o solamente legata al cambiamento climatico: verso la metà del 1800, infatti, gli i cromisti responsabili dell’infestazione causarono una gravissima carenza alimentare in Irlanda.
Sintomi e manifestazioni della peronospora
Ma come si riconosce la peronospora, quali sono i sintomi che dovrebbero far suonare un campanello d’allarme, affinché si possa intervenire in tempo per evitare un’ulteriore estensione del raggio d’azione di questi parassiti? Sono numerosi i segnali che possono permettere di identificare questa infestazione, sin dalle sue primissime fasi:
- Germogli biancastri: la peronospora colpisce la pianta già nelle prime settimane dall’apparizione dei germogli, che possono apparire poco colorati, spenti o addirittura biancastri;
- Macchie sulle foglie: le foglie delle piante iniziano a presentare delle macchie di colore diverso rispetto alle parti sane della loro stessa superficie. E diventano più intense con il passare del tempo: inizialmente sono gialle, poi brune e poi addirittura nere, quando la necrosi vegetali è ormai in fase molto avanzata;
- Marciume della frutta: purtroppo la peronospora può colpire anche la frutta, in particolare bacche e frutta a grappolo, portandola a un rapidissimo marciume;
- Decadimento totale della pianta: nelle fasi avanzate, l’infestazione colpisce tutte le parti della pianta, determinando una condizione di completo decadimento, fino a portare alla morte della coltivazione.
Peronospora: quali sono le coltivazioni più colpite
La peronospora è un’infestazione parassitaria sempre più diffusa e, per sua natura, può colpire praticamente qualsiasi tipo di pianta: sia ornamentale che da orto.
Tuttavia, vi sono alcune coltivazioni dove il fenomeno appare ben più frequente.
Peronospora del pomodoro
Il pomodoro è una delle piante maggiormente colpite dalla peronospora poiché, oltre all’azione degli organismi cromisti, si aggiungono anche i dati dovuti ad alcune infestazioni a carattere fungino. In particolare, il responsabile della sintomatologia dannosa è soprattutto la Phytophthora, un micete infestante appartenente alla famiglia degli Oomycetes e molto diffuso fra le Solanacee.
La peronospora del pomodoro è più frequente nei climi umidi e frequentemente irrigati, sia tramite le normali precipitazioni che per l’annaffiatura da parte dell’uomo. Non a caso, l’agente patogeno sfrutta proprio l’acqua, in particolare quella piovana, per trasferirsi da una pianta all’altra, iniziando così la sua azione dannosa. La patologia vegetale può determinare macchie sulle foglie, perdita del colore dei fusti, deperimento dei frutti e, in ultima battuta, la completa morte della pianta.
Peronospora della patata
La peronospora può facilmente colpite anche le patate, sempre per azione congiunta degli organismi cromisti e per la contaminazione fungine con la Phytophthora. Questa infestazioni si manifesta soprattutto a partire dalla primavera e sembra possa diffondersi rapidamente a causa di tuberi già contaminati o, come avviene nel caso del pomodoro, dall’annaffiatura eccessiva. Anche in questo caso, infatti, un forte contributo alla diffusione del patogeno è dato da climi molto umidi.
Il primo segnale della malattia è l’apparizione di macchie sulle foglie della pianta, prima biancastre e poi sempre più scure. Contestualmente, si verifica la necrosi progressiva dei fusti, con sacche ricolme di liquido e, infine, la morte dell’ortaggio.
Peronospora delle viti
La peronospora delle viti è decisamente diffusa e, fra i vari organismi responsabili spicca la Plasmopara viticola, un agente fungino. Il primo segnale dell’infestazione è l’apparizione di macchie sulle foglie, di colore ambrato e dall’aspetto oleoso. Dopodiché, si ha la moltiplicazione di uno strato fungino biancastro che, nel tempo, si trasforma in muffa. Quando l’infezione è nello stadio avanzato, le foglie iniziano a seccarsi e a cadere, mentre i grappoli del frutto subiscono un processo di decomposizione molto rapido.
Anche in questo caso, l’esito finale dell’infestazione da peronospora è la morte della pianta, con la perdita del raccolto ed enorme danno per l’intero settore vinicolo.
Rimedi naturali per combattere la peronospora
Come già accennato, l’infestazione da peronospora è solitamente molto grave e può portare alla perdita di piante e raccolti, per questo è necessario agire sia sul fronte della prevenzione che sull’eradicazione dei patogeni, anche facendo ricorso a metodi naturali.
La prevenzione dell’infestazione
Sebbene gli agenti responsabili della peronospora siano praticamente ubiquitari nel terreno, si può agire affinché non trovino condizioni ideali per la loro proliferazione. Come si è già visto, un’eccessiva disponibilità d’acqua e un’umidità abbondante possono favorire sia i microorganismi cromisti che gli attacchi fungini. In questo senso, è quindi utile prestare attenzione a:
- Annaffiatura e irrigazione: non dovranno mai essere eccessive e, soprattutto, il terreno dovrà poter approfittare di un più che ottimale deflusso dell’acqua, per evitare i ristagni. Nei periodi in cui le precipitazioni appaiono abbondanti o anomale, inoltre, è utile coprire le piante più a rischio;
- Rame: l’applicazione di rame sulla base delle piante più a rischio, seguendo i dettami dell’agricoltura biologica, può prevenire l’apparizione della peronospora.
Rimedi naturali contro la peronospora
I rimedi naturali possono rappresentare dei validi alleati per contenere la peronospora ma, data la velocità di diffusione del patogeno e i rischi che può causare ai raccolti, non bisogna escludere a priori altre soluzioni. In linea generale, sembrano avere una certa efficacia:
- Rame: frena la diffusione del patogeno, soprattutto proteggendo le parti aeree non ancora intaccate;
- Olio di neem: questo olio sembra molto efficace contro i microorganismi che causano la malattia, soprattutto se si diluiscono 5 ml in acqua, da vaporizzare poi sulle piante colpite;
- Propoli: presenta un’efficacia variabile, tuttavia questo prodotto delle api è noto per le sue proprietà antisettiche, antibatteriche e antimicotiche. Lo si versa puro o in diluizione sulle parti colpite delle piante;
- Zeolite e caolino: queste rocce, distribuite sulla superficie del terriccio, aiutano a contenere l’umidità e a rendere quindi l’infestazione da peronospora meno probabile.
Fonti
- Peronospora – Wikipedia;
- Phytopthora – Wikipedia;
- Downey Mildew – Planet Natural Research Center.