
Le disparità regionali nell’accesso alla profilassi contro il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS) stanno emergendo in modo preoccupante, secondo un recente studio condotto dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), che ha coinvolto le sue sezioni locali. Questo fenomeno ha messo in luce come le tempistiche e i criteri per la somministrazione dell’anticorpo monoclonale varino notevolmente da una regione all’altra, lasciando molti bambini vulnerabili a seconda del luogo di nascita.
Accesso disuguale alla profilassi
In alcune aree del Paese, i neonati nati a partire da gennaio 2024 possono contare su una protezione universale contro le infezioni da VRS, una delle principali cause di malattie respiratorie nei più piccoli. Tuttavia, in altre regioni, questa copertura è limitata ai nati successivi a luglio 2024, escludendo così i bambini più grandi. Ci sono anche regioni in cui l’immunoprofilassi è garantita solo ai neonati nati durante la stagione epidemica, che va da novembre 2024 a marzo 2025. Rino Agostiniani, Presidente della SIP, ha commentato: “Questa prima stagione di introduzione in Italia dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab ha confermato le nostre preoccupazioni riguardo l’assenza di una strategia nazionale. Le differenze territoriali hanno portato a disuguaglianze nell’accesso alla profilassi”.
Modalità di somministrazione variabili
La somministrazione dell’anticorpo monoclonale avviene in modi diversi a seconda della regione. Nella maggior parte delle aree, i bambini nati durante la stagione epidemica ricevono l’immunoprofilassi direttamente presso il punto nascita. Al contrario, quelli nati al di fuori di questo periodo devono rivolgersi ai Pediatri di libera scelta o ai centri vaccinali per ricevere il trattamento. Le differenze sono evidenti: regioni come Lombardia, Piemonte, Sicilia e Veneto offrono l’anticorpo a tutti i nati dopo il 1° gennaio 2024, mentre altre come Friuli-Venezia Giulia, Lazio e Toscana presentano una copertura parziale. Infine, ci sono regioni come Abruzzo, Basilicata e Sardegna, dove l’immunoprofilassi è limitata ai nati durante la stagione epidemica.
Prospettive per la protezione neonatale
Raffaele Badolato, coordinatore delle sezioni regionali della SIP e curatore dello studio, ha sottolineato che le disuguaglianze colpiscono in particolare i nati fuori stagione. “Non tutti i bambini hanno avuto la stessa possibilità di essere protetti dal VRS, poiché le Regioni hanno avviato programmi molto difformi e non tutte hanno avuto accesso alle stesse quantità di dosi”, ha dichiarato Badolato. Questa situazione evidenzia l’urgenza di adottare una strategia nazionale coordinata, in modo da garantire a tutti i neonati le stesse opportunità di protezione contro il VRS, indipendentemente dalla regione in cui nascono.