Fra le malattie virali contagiose del cane, oltre al cimurro, dobbiamo tenere in considerazione anche la parvovirosi. Si tratta di una malattia virale altamente contagiosa e dall’esito spesso mortale che tende a colpire soprattutto i cuccioli, specie quelli non vaccinati o non vaccinati correttamente.
La malattia è inserita nel protocollo vaccinale di base del cane, insieme a cimurro, tosse dei canili, epatite virale e leptospirosi. Andiamo a vedere quali sintomi provoca il Parvovirus, come si contagia il cane, quanto dura la malattia e se esiste una cura.
Caratteristiche del Parvovirus canino
Il Parvovirus responsabile della parvovirosi canina è il CPV-2. Si tratta di un piccolo virus a DNA a catena singola, dotato di capside, ma privo di envelope. Per questo motivo è capace di sopravvivere anche mesi nell’ambiente esterno, a differenza del virus del cimurro che, invece, non resiste a lungo nell’ambiente.
Come disinfettare l’ambiente?
Come dicevamo, il Parvovirus è capace di resistere parecchio nell’ambiente. Anche a temperature alte, di 56 gradi, può resistere per un’ora. Tuttavia è sensibile ad alcuni agenti e disinfettanti:
- ipoclorito di sodio (la candeggina)
- formalina
- soda
- propriolattone
- raggi UV
Come si trasmette la parvovirosi?
Solitamente la parvovirosi si manifesta nei cuccioli di età fra i 30 giorni di vita e i 3 mesi. Tuttavia non si possono escludere infezioni anche in soggetti più grandi, anche di diversi mesi.
La trasmissione avviene di solito per contatto diretto, per via oro-nasale. Il contagio può avvenire quando i cuccioli si leccano, giocano e mangiano insieme, ma anche per esposizione a indumenti o ambiente venuto a contatto con un cane malato, quindi contagio per via indiretta.
Il virus replica una prima volta nell’orofaringe e poi arriva nel sangue e nell’intestino tenue. Tramite la via ematica, arriva in milza, linfonodi e timo dove causa distruzione dei globuli bianchi. Dopo 4-5 giorni dall’infezione, il virus distrugge le cellule intestinali. Inoltre il Parvovirus viene eliminato con le feci ancora prima del manifestarsi dei sintomi, cosa che desta particolari problemi soprattutto in allevamenti e canili.
Il decorso clinico della parvovirosi è molto veloce. In 4-5 giorni si ha leucopenia, grave diarrea, disidratazione, morte. Quei pochi soggetti che riescono lentamente a guarire, settimane o mesi per una guarigione totale, possono eliminare il virus anche per più di un mese dopo le infezioni. Anche in questo caso l’età dei cuccioli e la funzionalità del sistema immunitario sono fondamentali per determinare l’evoluzione della malattia.
Quali sono i sintomi della parvovirosi
Ci sono alcune razze che sembrano più suscettibili all’infezione da Parvovirus:
- Rottweiler
- Labrador retriever
- Pastore tedesco
- Doberman
- American Pitbull
- Springer Spaniel
Molto frequenti, poi, le co-infezioni. Spesso nei cuccioli con Parvovirus si trovano anche altri batteri come Clostridi, Campylobacter, Salmonella, protozoi come Giardia o Coccidi, altri virus come il Coronavirus canino o anche nematodi e cestodi come gli ascaridi e le tenie.
Il periodo di incubazione varia da 5 a 7 giorni, ma in alcuni cani va anche da 2 a 14 giorni. Anche i sintomi e le forme in cui la malattia si può presentare variano a seconda dello stato del sistema immunitario.
Forma gastroenterica
La gastroenterite è la forma classica di presentazione della parvovirosi. L’incubazione dura pochi giorni ed ecco che compaiono sintomi come:
- vomito con sangue
- diarrea con sangue
- dolore addominale
- anoressia
- abbattimento
- depressione del sensorio
- disidratazione
- febbre non elevata
- leucopenia con linfopenia
- ipoglicemia
- shock settico
- peggioramento fino alla morte
Forma subclinica
A complicare le cose ci si mette anche la forma subclinica. Il cane presenta sintomi di lieve entità rispetto alla classica forma gastroenterica:
- leucopenia o linfopenia non marcata
- anoressia
- lieve depressione del sensorio
- leggera diarrea
- spesso forme asintomatiche
Il problema è che anche nelle forme lievi o asintomatiche si ha eliminazione del virus tramite le feci. Il che crea problemi in allevamenti e canili.
Forma cardiaca
Se il cucciolo si infetta durante la vita uterina, se si infetta entro i due mesi di vita o nasce da madri non vaccinate prive di anticorpi, si può manifestare una forma di miocardite con insufficienza cardiopolmonare acuta, insufficienza cardiaca progressiva e morte improvvisa.
In questo caso possono anche mancare del tutto i segni come vomito e diarrea.
Principi di diagnosi
La diagnosi differenziale va posta con:
- cimurro
- Coronavirus e altre forme virali
- gastroenteriti batteriche
- epatite infettiva
- infestazione da Coccidi
- parassitosi intestinali multiple
Oltre agli esami del sangue di base, per avere una diagnosi certa si possono eseguire test sulle feci o anche la PCR. Meno funzionali i titoli anticorpali in quanto molti cani hanno anticorpi, pur senza essere malati, in quanto semplicemente sono già venuti a contatto col virus.
Come si cura la parvovirosi nel cane? La terapia
Essendo una malattia virale, non esiste terapia specifica per la Parvovirosi nel cane. La cura è sintomatica: terapia antibiotica per le sovrinfezioni batteriche secondarie che spesso provocano la morte del cucciolo, fluidoterapia, monitorando anche i livelli di albumina per non incorrere in edemi e sovraidratazione, correzione dei deficit di elettroliti, antiemetici, addensanti delle feci, fermenti lattici, vitamine.
Nelle fasi iniziali è anche possibile utilizzare l’interferone felino, oltre alla terapia di supporto. Si è visto che i cuccioli ospedalizzati tendono ad avere prognosi migliori rispetto ai cani che fanno solo terapia a casa.
Come prevenire la parvovirosi con il vaccino
Sì, esiste un vaccino contro la parvovirosi. È abbastanza efficace anche se, ogni tanto, capita di imbattersi in cuccioli low responsive, cioè che rispondono poco al vaccino e che quindi rimangono a rischio di contrarre la malattia. Così come vengono segnalati ceppi particolarmente virulenti e aggressivi, capaci di aggirare l’immunità vaccinale.
Chiedi al tuo veterinario quale protocollo vaccinale adottare. Seguendo le linee guida WSAVA, vanno fatti tre richiami mensili a partire dal secondo mese di vita, un richiamo annuale e poi richiami triennali. Questo però, solo se ogni anno si fa una titolazione anticorpale per essere sicuri che davvero quel soggetto abbia un’immunità così lunga.
In caso di zone particolarmente a rischio o di rifiuto di fare le titolazioni anticorpali, starà al veterinario decidere se consigliare un altro protocollo vaccinale, come le vaccinazioni annuali.
La parvovirosi è contagiosa per l’uomo?
No, la Parvovirosi non è assolutamente contagiosa per l’uomo. E neanche per il gatto, anche se il gatto ha un suo Parvovirus ed è quello che provoca la panleucopenia virale felina o gastroenterite virale felina.
Fonti