Parenzana in bici? Ecco cosa sapere prima di partire
La Parenzana è un tratto di strada di 123 chilometri in grado di connettere Italia, Croazia e Slovenia. Un tempo era occupato dalla ferrovia omonima, utile alle esportazioni di materie prime istriane e dopo anche agli spostamenti delle persone. Ma oggi, recuperata e trasformata in una bellissima ciclovia, è uno dei punti di riferimento più gettonati per gli appassionati di bici.
Fonte immagine: iStock
Gli amanti della mountain bike sanno che la Parenzana in bici è uno degli itinerari cicloturistici europei da non farsi mancare. Di fatti, la strada ha una lunghezza complessiva di 120Km e c’è chi li percorre a tappe, o sceglie uno spezzone di percorso. In generale, questa bellissima ciclovia è in grado di congiungere ben tre nazioni.
La Parenzana infatti collega Italia, Croazia e Slovenia e segue lo stesso itinerario dell’omonima ferrovia, caduta in disuso nel periodo di conquista dell’Etiopia, da parte di Benito Mussolini. Il Duce, infatti, diede ordine di smontare le rotaie e portarle in Africa per fonderle e realizzare armi per gli attacchi. Se anche non arrivarono mai a destinazione.
In origine, la ferrovia Parenzana era nata per collegare le zone dell’Istria al resto d’Europa: in questo modo si permetteva il commercio dei beni e, dopo, anche lo spostamento delle persone. Per decenni, dopo il “saccheggio” del periodo mussoliniano, la linea fu lasciata a sé stessa, per essere poi recuperata negli anni 2000.
Ma della vecchia ferrovia istriana è rimasto solo il percorso, che ormai non ospita più le locomotive, bensì una pista ciclabile in grado di offrire panorami da cartolina. Si può, come accennato, macinare i chilometri anche in più tappe, invece che in un solo giorno, ma è necessario scegliere una mountain bike, perché le bici da strada non sono adatte.
La strada Parenzana in bici
E torniamo al punto importante del discorso: la Parenzana è bellissima da fare in bici, ma serve anche il mezzo più adeguato. Lo abbiamo accennato e lo ripetiamo, le biciclette da strada non sono le migliori opzioni per percorrerla. Ci sono infatti itinerari semplici e pavimentati, ma altri sterrati e poco agevoli, che esigono strutture più agili e prestanti.
Il primo degli step da effettuare, se decidiamo che la Parenzana è la nostra strada da percorrere, è di considerare l’acquisto di una bike per terreni accidentati. In alternativa, si possono anche prendere a noleggio bici sul posto. Il secondo passaggio è di stabilire quanta e quale strada fare.
La Parenzana inizia da Muggia, più con precisione dalle vicine foci del Rio Ospo, in Friuli, per chiudersi a Parenzo, in Croazia, città da cui prende il nome. L’itinerario, lo accennavamo, consta di più di 120 Km, che i più agili e allenati riescono a coprire in un solo giorno di pedalata. Ma non c’è nulla di male a prevedere un percorso a tappe.
Vi è anche una ulteriore soluzione, che è quella di percorrere solo uno dei tratti di strada, a gusto e a seconda del proprio livello di allenamento. La Parenzana, anche se è lunga, è adatta per tutti. Ma la strada croata, se anche più suggestiva, per via degli uliveti e vigneti, è anche piena di salite, visto che il territorio è collinare, un dettaglio di cui tenere conto.
Cosa vedere lungo la Parenzana in bici
La natura si fonde all’architettura in Parenzana, dove è anche bello fermarsi per gustare le bontà proposte dalla tradizione enogastronomica locale. In Croazia non può mancare una visita alle Grotte di Baredine, dagli scenari lunari e suggestivi. Ma anche la Basilica eufrasiana, a Parenzo, è uno degli esempi di architettura paleocristiana da non perdere.
Da non dimenticare anche Grisignana, la città degli artisti, lasciatasi andare dopo la chiusura della ferrovia, ma ormai in via di recupero da quando la ciclovia l’ha riconessa al mondo. Se poi siamo in zona nel periodo estivo, la notte di San Lorenzo non possiamo non passarla all’Osservatorio di Visignano, sempre in Istria occidentale, per vedere le stelle.
Ma parlavamo anche di assaggi del territorio: per questo la cucina istriana non rischia di lasciare deluse le nostre papille gustative. Le zone collinari della Croazia sono rinomate per il tartufo, ma non mancano anche ricette con le erbe selvatiche e le ottime zuppe calde, tipo la minestra di bobici con pancetta affumicata.
Il malvasia e lo chardonnay sono i vitigni che possiamo trovare in questa regione, per cui anche un calice di buon vino, dopo una pedalata ed un pasto serale abbondante, vale la pena concederselo. In alternativa un cicchetto di grappa istriana, come la biska o la ruda, non può mancare nel menù, solo però a fine giornata, quando la bici riposa.
Fonti