
Pannelli solari a base di perovskite: è la scommessa che alcuni centri di ricerca di fama mondiale stanno portando avanti. Dopo i recenti successi con il film sottile e lo stagno, anche i ricercatori del NREL si stanno concentrando sulla perovskite e, in particolare, sulla sua capacità di diffondere in modo efficace i fotoni attraverso la cella solare.
Scoperta nel 1839 sui Monti Urali, la perovskite è un materiale abbondante e con una struttura semplice: questo permette ai tecnici di evitare lunghe e costose operazioni di manipolazione del materiale.
Il vantaggio più evidente è quindi l’economicità della perovskite, che potrebbe permettere di produrre celle solari a basso costo: ma i livelli di efficienza di questo materiale, in termini di luce assorbita ed energia emessa, sono ancora troppo bassi per una sua eventuale commercializzazione.
I quattro anni di sperimentazione alllo United States Department of Energy’s National Renwable Energy Laboratory hanno permesso però di fare un vero e proprio balzo in avanti: dal 3,8% di efficienza del 2009, il centro è riuscito a ottenere il 16% nel corso dell’ultimo anno.
I ricercatori dello United States Department of Energy’s National Renwable Energy Laboratory hanno osservato infatti che, se lavorata in soluzione liquida, la perovskite ha la capacità di diffondere i fotoni su distanze maggiori rispetto ad altri semiconduttori: ciò significa che, con gli elettroni in movimento per tempi più lunghi, il quantitativo di energia elettrica generata può aumentare.
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Joey Lutero, che fa parte del team di ricerca del NREL, ha spiegato:
L’obiettivo non dovrebbe essere quello di fermarsi al 20% di efficienza, ma quello di cercare di arrivare al 28% e oltre. In laboratorio, abbiamo la necessità di produrre celle quasi perfette su piccola scala: in questo modo possiamo mostrare la convenienza di una loro commercializzazione.
Secondo il ricercatore, ulteriori speriemtnazioni permetteranno di ottenere, con questo metodo, una percentuale di efficienza intorno 31%: oltre alla soluzione liquida la perovskite permette di utilizzare diverse parti dello spettro solare, assorbendo così una maggiore quantità di luce.