Ortoressia nervosa: cos’è e come curare l’ossessione del mangiar sano
L'ortoressia nervosa è un disturbo alimentare caratterizzato da un'ossessione eccessiva per il cibo sano e una rigorosa restrizione dietetica. Le persone con ortoressia possono sviluppare ansia, depressione e problemi fisici dovuti a una dieta troppo limitata. Il trattamento prevede la consulenza da parte di uno psicoterapeuta specializzato in disturbi alimentari e di un nutrizionista. L'obiettivo è quello di recuperare un rapporto equilibrato con il cibo.
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Mangiare in modo sano è un obiettivo apprezzabile, ma quando questo intento si trasforma in un’ossessione, si può parlare di ortoressia nervosa. Questo disturbo alimentare, pur non essendo ufficialmente riconosciuto come una diagnosi clinica, è sempre più diffuso e può avere impatti significativi sulla salute e sulla qualità della vita. In questo articolo, ci preoccupiamo di analizzare cos’è l’ortoressia nervosa, quali sono le sue caratteristiche principali e quali le possibili cure.
Ortoressia nervosa: cos’è
L’ortoressia nervosa è un fenomeno di relativamente recente introduzione. E’ stato descritto per la prima volta solo alla fine degli anni ‘90 per opera del dietologo Steven Bratman. Si tratta, in sostanza, di un disturbo alimentare caratterizzato da un’ossessione eccessiva per il cibo sano e la qualità nutritiva degli alimenti. Le persone affette da ortoressia si preoccupano in modo eccessivo di ciò che mangiano, seguono spesso e volentieri diete estremamente restrittive e dalle quali eliminano interi gruppi alimentari. Questo atteggiamento, tramutandosi in una modalità insana di pensare al cibo, può diventare così intenso da interferire con la vita quotidiana e con la salute psicofisica.
Come si cura l’ortoressia nervosa
Curare l’ortoressia nervosa richiede un approccio olistico che coinvolga professionisti della salute mentale e nutrizionisti.
Per quanto riguarda la consulenza psicologica, utile può risultare la terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti disfunzionali legati all’alimentazione. Naturalmente anche il supporto di un nutrizionista è fondamentale, in quanto può aiutare a sviluppare un rapporto più sano con il cibo. Il nutrizionista può insegnare l’equilibrio tra gli alimenti e l’importanza della varietà nella dieta.
Oltre il supporto professionale, quello di amici e familiari può essere prezioso nel processo di recupero. Il sostegno sociale può contribuire a ridurre l’isolamento nel quale chi soffre di ortoressia nervosa tende a cadere.
Quali sono le principali caratteristiche dell’ortoressia nervosa?
A caratterizzare tale “disturbo” sono:
- Ossessione per il cibo sano: un’attenzione eccessiva alla qualità e alla purezza degli alimenti consumati.
- Rifiuto di alimenti “non salutari”: ovvero, l’eliminazione di gruppi alimentari o cibi che non sono considerati tali.
- Isolamento sociale: il desiderio di controllare la propria alimentazione in modo patologico può portare ad un isolamento sociale, in quanto le persone affette evitano situazioni in cui non possono controllare cosa mangiano.
- Mancanza di flessibilità: difficoltà nell’adattarsi a situazioni in cui non è possibile seguire una dieta specifica.
Quali sono le cause dell’ortoressia?
Le cause non sono del tutto note, ma fattori che possono contribuire comprendono le pressioni culturali che promuovono la magrezza e la salute; l’essere predisposti al perfezionismo (gli individui con tendenze perfezioniste sono più inclini a svilupparla poiché cercano di controllare ogni aspetto della propria vita, compreso quello alimentare). Ed ancora, l’insoddisfazione per il proprio corpo, il timore di ammalarsi. Possono contribuire anche possibili eventi stressanti o traumatici.
In conclusione, l’ortoressia nervosa è un disturbo alimentare che richiede la giusta attenzione per evitare di giungere ad un punto di non ritorno. In quanto alla cura, il supporto di professionisti della salute mentale e di nutrizionisti può aiutare a ripristinare un rapporto sano con il cibo e a migliorare la qualità della vita delle persone affette.