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Origami: cosa sono e le tecniche per realizzarli

Tutto sugli origami, dalla storia dell'arte del piegare la carta alla simbologia ad essa legata. Ma anche le pieghe e le forme più comuni della tecnica.

Origami: cosa sono e le tecniche per realizzarli

Cosa sono gli origami, a cosa servono e come si realizzano? Mondo particolarmente affascinante, quello degli origami è fatto di carta e pieghe, ma anche di tanta simbologia. Vi sarà capitato di vederne di sorprendenti sul web o di avere la fortuna di conoscere qualcuno che è ferrato nella loro realizzazione.

Uccelli, farfalle, fiori, cani, gatti: è incredibile il numero di soggetti che è possibile fare con tale tecnica. Ma, ve ne accorgerete nel corso di questo articolo, l’origami non si riduce alla semplice piegatura della carta: è una vera e propria trasformazione della stessa. Una magia.

Origami: cosa sono e le tecniche per realizzarli
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Cosa sono gli origami

Con origami si intende l’arte di piegare la carta. Il termine, di origine giapponese, è composto da oru (piegare) e kami (carta). La tecnica moderna sfrutta pochi tipi di piegature così come diverse combinate tra di loro per dare vita ora a soggetti semplici, ora a creazioni molto più elaborate e complesse.

A seconda di come lo si vive può essere considerato un hobby per grandi e bambini o essere inteso come un momento rilassante o impegnativo, a seconda delle proprie motivazioni. L’origami tradizionale consiste nel piegare un singolo foglio di carta quadrata, spesso avente uno dei due lati di un colore diverso, dando vita ad una “scultura”. Ma senza ricorrere a tagli, colla o altro.

Alcuni modelli non necessitano di carta fronte-retro, ma in quelli nei quali l’interno risulta visibile, utilizzandola si ottiene un risultato migliore. Il suo vantaggio è quello di rendere ai principianti le pieghe fatte più facilmente visibili.

La carta Washi è la carta tradizionalmente utilizzata nella tecnica dell’origami. Tale termine intende le carte tradizionali fatte da lunghe fibre interne di tre piante, kozo, mitsumata e gampi.

A cosa servono gli origami?

Sostanzialmente, almeno in Occidente, gli origami si realizzano per puro svago oltre che per avere il piacere di creare delle mini sculture curate nei minimi dettagli. Per molti è un passatempo creativo, ad altri permette di staccare la spina dalle attività quotidiane.

Nella cultura giapponese, molti dei soggetti che si realizzano sono legati ad uno specifico significato simbolico, e possono essere donati. Quale che sia il vostro caso, la tecnica dell’origami fa apprezzare al meglio il piacere della lentezza e permette di stimolare la propria manualità e la creatività. Dal punto di vista della psicologia gli origami hanno quindi un grande valore terapeutico.

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Storia dell’origami

La storia dell’origami non sarebbe legata esclusivamente al Giappone. A contribuire a renderla quella che è oggi sono intervenuti diversi Paesi. È il caso anche di Cina ed Europa. In quanto alla prima, sappiamo che la carta qui fu inventata intorno al 105 d.C. e la carta piegata poco dopo.

In Cina, la piegatura della carta fu una pratica comune. Ma, a differenza di quella giapponese, in Giappone si preferiva riprodurre oggetti inanimati, come semplici scatole o anche imbarcazioni.

In Giappone la carta arrivò nel VI secolo, la sua piegatura emerse come un rituale cerimoniale shintoista. Fu solo successivamente, nel periodo compreso tra il 1603 e il 1868 – il cosiddetto periodo Edo giapponese – che l’origami venne considerato un’attività ricreativa oltre che una forma d’arte.

In Giappone, però, si tendeva a realizzare maggiormente soggetti legati alla natura quali fiori e uccelli. In Giappone, inizialmente, la tecnica dell’origami prevedeva che la carta potesse essere tagliata, operazione, questa, consentita oggi nella tecnica del kirigami.

Aspetto, questo, mai adottato in Europa, dove tale tecnica molto probabilmente ebbe origine dalla piegatura dei tovaglioli, pratica popolare nel XVII secolo. Fu da questo momento che i giapponesi iniziarono a non tagliare più la carta, questo è uno dei contributi europei.

Origami significato simbolico

Dietro l’origami si nasconde un preciso significato simbolico che fa riferimento ai principi shintoisti del ciclo vitale e dell’accettazione della morte come parte di un tutto. Alla base della tecnica la “metafora del ciclo continuo della vita che nella forma di carta, trova la sua complessità ma allo stesso tempo la sua inevitabile fragilità”.

Interessante è il significato legato all’origami gru: la tradizione giapponese vuole che, se si piegano 1.000 gru di carta, ciò che si desidera avverrà.

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Origami animali, significato

Passiamo al significato di alcuni tra i più popolari animali soggetto dell’origami.

  • Gru: nel folklore giapponese, la gru è un uccello forte e maestoso che si accoppia per tutta la vita e si dice che viva per mille anni. Simboleggia l’onore, la fortuna, la lealtà e la longevità.
  • Sakana, il pesce selvatico: ammirato dai giapponesi per la sua tenacia e la sua forza, che gli permette di nuotare controcorrente fino a raggiungere la sua meta. Rappresenta determinazione e coraggio.
  • Farfalla (chocho). Rappresenta le speranze e i sogni delle giovani ragazze che stanno per diventare giovani donne.
  • Coniglio. Il coniglio, usagi, è considerato generalmente simbolo di fertilità e riproduzione da un lato, ma è anche collegato all’arrivo della primavera e al concetto di rinascita del mondo. Nella tradizione giapponese viene spesso considerato ingannevole.
  • Rana (Kaeru), tale animale è considerato simbolo di buona fortuna. Non è un caso che sia di buon augurio per coloro che stanno per intraprendere un lungo viaggio. Regalando una rana ci si vuole assicurare che quella persona torni a casa sana e salva.

Origami, pieghe base

Gli origami possono essere realizzati con qualsiasi tipo di carta pieghevole, ma la maggior parte degli artisti preferisce eseguire la tecnica con una specifica carta, più sottile di quella da disegno e con uno dei due lati colorato o a fantasia. Vediamo quali sono le pieghe base e quelle più elaborate dell’origami.

Pieghe a valle

È il tipo di piega più comune negli origami semplici. Viene chiamata a valle perché viene eseguita sempre verso la parte anteriore del lavoro, sul lato del foglio rivolto verso di noi. E per questo risulta sempre visibile ai nostri occhi. In sostanza, la piega a valle comporta il sollevamento del bordo inferiore della carta.

Pieghe a monte

Le pieghe a monte si ottengono piegando il bordo superiore del foglio di carta verso il basso in modo che la carta assuma la forma di una montagna. Si tratta, in pratica, dell’inverso della piega a valle. Si esegue portando l’angolo in questione sul retro del lavoro, rendendola così non visibile ai nostri occhi.

Piega a fisarmonica

Un’altra piega importante è la piega a fisarmonica, che si ottiene da una piega a valle seguita da una piega a monte. E che va a creare, per l’appunto, un effetto a zig zag che ricorda quello di una fisarmonica.

Piega a cappuccio e a soffietto

Le pieghe a cappuccio e a soffietto sono utili nella realizzazione di soggetti quali animali e uccelli in particolare. Detta anche pocket fold, la piega a soffietto si ottiene spingendo la punta all’interno dei lembi. Quella a cappuccio, nota come hold fold, si realizza al contrario, in modo che il “becco” ottenuto rimanga all’esterno.

Origami, forme base

Quanti tipi di origami esistono? Centinaia. E variano in base al livello di difficoltà e di pieghe che richiedono. Alcuni origami, quelli più difficili, sembrano veramente delle opere d’arte in miniatura. In linea di massima, le forme più comuni sono quella dell’aquilone, della girandola, del corvo.

Ma anche della scatola, della trottola, del fiore, della barca e dell’aereo.

 

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