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Orecchie di elefante: cura della pianta e coltivazione

La pianta orecchie di elefante, detta anche Alocosia, si caratterizza per grandi foglie di intenso colore verde e per la presenza di radici rizomatose, dalle quali spuntano molteplici fusti, che possono arrivare anche ai due metri d'altezza.

Orecchie di elefante: cura della pianta e coltivazione

Fonte immagine: Pixabay

Quella delle orecchie di elefante è una delle piante ornamentali maggiormente richieste per creare spazi verdi negli appartamenti, grazie anche alla sua media facilità di coltivazione. Nota più propriamente come Alocasia, questo esemplare vegetale presenta delle foglie molto grandi che, appunto, ricordano le orecchie dei pachidermi. Ma quali sono le origini di questa pianta, come si coltiva e come si cura nel tempo?

Per quanto oggi le orecchie di elefante siano oggi diffuse in tutto il mondo, non si deve dimenticare che la pianta ha origini in climi tropicali e sub-tropicali. Per questa ragione, prima di procedere con la coltivazione è utile chiedere un parere al propri fornitore di prodotti di botanica di fiducia. Questo è necessario per valutare la compatibilità della pianta con il clima tipico del proprio luogo di residenza.

Cosa è la pianta orecchie di elefante

Con il termine orecchie di elefante si indica generalmente l’Alocasia, un genere di piante appartenente alla famiglia delle Araceae. Oggi sono conosciute più di 90 specie diverse di Alocasia, tutte accumunate da una medesima origine: le foreste tropicali e sub-tropicali di Asia, Sudest Asiatico e Australia.

foglie alocasia

La pianta delle orecchie di elefante ha raggiunto una buona popolarità negli ultimi decenni, tanto da diventare una delle proposte vegetali maggiormente coltivate all’interno degli appartamenti, a scopo ornamentale.

Come già accennato, esistono oggi diverse specie di Alocasia, tutte accumunate da caratteristiche simili. La pianta si caratterizza infatti per delle radici rizomatose, dalle quali spuntano molteplici fusti, che possono arrivare anche ai due metri d’altezza.

L’elemento identificativo del vegetale è però lo sviluppo di enormi foglie, anche large decine di centimetri, che rendono l’Alocasia una delle scelte ornamentali più appariscenti.  A seconda della specie, e se il clima è ottimale, le orecchie di elefante possono sviluppare sia dei candidi fiori – dalla forma che ricorda vagamente quella delle calle – che delle piccole bacche di colore tondo e rossiccio.

In modo simile alle altre piante diffuse negli appartamenti, anche l’Alocasia può migliorare la qualità dell’aria degli ambienti, assorbendo elementi inquinanti dovuti allo smog oppure sostanze emesse da vernici ed elettrodomestici presenti all’interno della casa. È anche per questo motivo che è diventata sempre più popolare in tutto il mondo.

Perché questa pianta si chiama orecchie di elefante?

Ma da dove deriva il nome popolare “orecchie di elefante”? La spiegazione è decisamente semplice, per non dire immediata: le grandi dimensioni che possono raggiungere le foglie, in aggiunta alla loro forma leggermente a cuore, ricordano proprio le grandi orecchie dei pachidermi africani.

La somiglianza deriva anche dalle numerose venature che caratterizzano le foglie, quasi a ricordare la pelle spessa e le rughe proprio degli elefanti. A seconda della varietà prescelta, anche il colore può avvicinarsi a quello dei grandi giganti africani: alcune tipologie di Alocasia presentano infatti sfumature dal grigio intenso al violaceo.

Perché la pianta orecchie di elefante piange

Eppure la pianta delle orecchie di elefante non è famosa unicamente per le sue grandi foglie, ma anche per un singolare fenomeno: il vegetale “piange”. Quando la si coltiva, si potrà infatti spesso notare la formazione di gocce d’acqua su tutta la superficie della foglia o, nei casi più intensi, addirittura un gocciolamento sul pavimento.

Questo fenomeno si chiama guttazione e si verifica quando gli ambienti sono troppo umidi o, ancora, le annaffiature sono troppo eccessive. Quando la pianta non è in grado di trattenere l’acqua in eccesso, infatti, inizia a espellerla gocciolando.

orecchie di elefante

Come coltivare le orecchie di elefante

Scoperte le caratteristiche principali dell’Alocasia, come si procede alla sua coltivazione? Fortunatamente, si tratta di una pianta abbastanza semplice da curare, approfittando così di crescite davvero rigogliose sia in vaso che in giardino. È però comunque necessario rispettare alcune necessità della pianta.

Necessità della pianta

Affinché le orecchie di elefante possano crescere rigogliose, è necessario accertarsi di alcuni elementi, sia sul fronte ambientale che del nutrimento stesso della pianta.

  • Clima: la pianta è abituata a climi decisamente caldi, data la sua natura tropicale e subtropicale. Per questo motivo, dovrà rimanere sempre tra i 16 e i 28 gradi centigradi: una temperatura facile da raggiungere tutto l’anno in casa e, all’aperto, nel periodo primaverile ed estivo;
  • Terreno: le orecchie di elefante non sono particolarmente esigenti sul fronte del terreno, si adattano sia a terricci morbidi che a medio impasto, meglio se fertilizzati con concime organico. È però necessario che il terriccio stesso sia molto drenante, perché la pianta non ama i ristagni d’acqua;
  • Esposizione solare: nonostante l’origine tropicale, l’Alocasia non ama particolarmente l’esposizione diretta alla luce del sole, anche perché in natura è spesso protetta da grandi alberi. È quindi utile posizionarla in penombra, soprattutto all’aperto;
  • Annaffiature: dipende molto dalle temperature, se molto elevate l’annaffiatura può essere anche quotidiana. Non bisogna però avere particolare timore di eccedere perché, come già spiegato, la pianta è in grado di espellere l’acqua in eccesso.

curare alocasia

Coltivazione in vaso e in giardino

Le orecchie di elefante possono essere coltivate facilmente sia in vaso che in giardino. Nel primo caso, bisognerà ricordarsi di posizionare sul fondo dei cocci o delle palline di argilla espansa, per migliorare il deflusso dell’acqua ed evitare i ristagni. In giardino, servirà invece ricordare che l’Alocasia non ama la diretta esposizione ai raggi del sole.

La moltiplicazione della pianta è abbastanza semplice. Al termine del periodo vegetativo, attorno all’autunno, si può estrarre il rizoma dal terreno e procedere alla sua divisione. Si scelgono i nuovi rizomi spuntanti nelle parti alti della pianta e li si tagliano, mettendoli poi subito a dimora a tre o quattro centimetri di profondità nel terreno.

Conclusa questa operazione, anche la pianta originaria potrà essere reintrodotta nel terreno o, ancora, rinvasata in contenitori più grandi. L’operazione deve essere però condotta in periodi dalle temperature sufficienti, attorno ai 16 gradi anche di notte, perché questo vegetale teme enormemente il gelo.

Cura nel tempo dell’Alocasia

Ma come si curano le orecchie di elefante nel tempo, quali elementi sono necessari alla piante per vivere a lungo, in salute e priva di foglie spente o ingiallite?

Innanzitutto, si noterà come l’Alocasia sia solita produrre foglie sempre nuove e grandi, tanto che rischia di diventare ingombrante all’interno delle abitazioni. Non si dovrà però procedere a potatura, un’abitudine che può danneggiare la pianta, bensì alla rimozione delle foglie ormai secche oppure ingiallite.

alocasia, foglie

Durante la fase maggiormente vitale, dalla primavera all’estate inoltrata, è inoltre necessaria una costante concimazione: almeno una volta al mese, il terreno dovrà essere arricchito con concime di origine organica, come ad esempio il compost.

Meglio optare per una qualità fine e non troppo pastosa, per assicurare sempre il massimo deflusso dell’acqua, soprattutto in estate. Se si decide di farsi consigliare dal proprio fornitore di botanica di fiducia, si richieda un concime ricco di azoto e potassio, ma anche di altri minerali come zinco, ferro, manganese e rame.

Anche le orecchie di elefante sono purtroppo soggette all’azione dei parassiti, in particolare afidi, cocciniglie e ragnetti rossi. Questi insetti possono velocemente portare a deperimento dalla pianta, distruggendone tutte le foglie.

Per limitare la loro proliferazione, una buona idea è quella di ricorrere a qualche utile rimedio naturale, come ad esempio l’olio di neem. Questo antico olio presenta un odore molto acre e tende ad allontanare in modo efficace qualsiasi tipologia di insetto infestante.

In alternativa, si può favorire la presenza di coccinelle, che si nutrono proprio di questi parassiti.

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