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Ora legale 2023: quando scatta e le news sull’abolizione in Italia

Tra pochi giorni l'ora legale 2023 ci porterà al canonico spostamento in avanti delle lancette dei nostri orologi. Per il momento sappiamo anche quando tornerà l'ora solare, visto che le news su possibili abolizioni del cambio non fanno pensare a pareri univoci. E anzi, non c'è unanimità anche sugli effetti per la salute dell'uno o dell'altro orario.

Ora legale 2023: quando scatta e le news sull’abolizione in Italia

Fonte immagine: Pixabay

Non manca tanto al cambio dell’ora da solare a legale 2023, che porta ufficialmente la primavera anche nello scandire del tempo. Le giornate diventano naturalmente più lunghe? Il nuovo orario sfrutta la bella stagione e le ore di sole, riducendo così i consumi energetici.

Se da una parte si perde un’ora di sonno, perché le lancette si spostano in avanti di sessanta minuti, dall’altra si può maggiormente contare sulla luce naturale. Uno dei motivi per cui il cambio di orario ancora resiste, sarebbe proprio, dati alla mano, un calcolo delle spese in termini di energia elettrica, che fa pendere il piatto della bilancia verso il risparmio.

Cambio ora legale 2023: quando spostare le lancette

Il passaggio all’ora legale 2023 è previsto in Italia per la notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo alle ore 2:00, con lo spostamento alle 3:00 delle lancette dei nostri orologi analogici. Per i device digitali connessi alla rete, normalmente, il cambiamento avviene in automatico.

Se ci stiamo chiedendo invece quando torna l’ora solare, la risposta è domenica 29 ottobre 2023, alle 3:00, che diventano le 2:00 con lo spostamento indietro delle lancette. In ambo i casi, la scelta degli orari notturni per il passaggio da un orario all’altro è una convenzione.

Si ritiene infatti che sia una scelta temporale sensata per non gravare sulle abitudini e sulla vita dei cittadini. In genere alle 2:00 e alle 3:00 di notte, salvo eccezioni, non si lavora e normalmente si è a letto a dormire.

In questo modo si limitano i disagi che, al contrario, un cambio di orario fatto di giorno potrebbe arrecare alle persone.

Ora legale 2023
Fonte: Pixabay

Ora legale tutto l’anno e abolizione del cambio

Nel 2018 la Commissione europea aveva presentato una proposta per abolire il cambio di ora, con il discorso dell’allora Presidente, Jean-Claude Junker, che si diceva contrario allo spostamento delle lancette due volte l’anno per i cittadini europei. A dargli forza, gli esiti di una consultazione pubblica che avevano visto una netta preferenza per l’abolizione della pratica.

La proposta era stata poi approvata dal Parlamento europeo nel 2019, ma lasciava libertà ai singoli Stati di scegliere a quale opzione oraria affidarsi. Alla base della richiesta di abolizione c’era un concetto molto realistico. Se facciamo un salto indietro nel tempo, noteremo come l’ora legale sia servita a risparmiare energia nei periodi di maggiore crisi.

In Italia, ad esempio, è stata introdotta nel 1916 e nuovamente nel 1940, in piena stagione bellica, per ridurre il consumo di carbone per illuminazione. Ma, a parte negli anni delle due Guerre Mondiali, nel 1950 si parlò della sua reintroduzione per fronteggiare la crisi dell’energia elettrica di quel periodo. È tuttavia dal 1966 che l’ora legale è diventata un appuntamento a cadenza regolare.

Ad oggi, la Commissione Europea caldeggia l’ora legale tutto l’anno, o comunque un assestamento degli orari, senza cambi nel corso di autunno e primavera. La ragione è semplice: non ci sarebbe più un sostanziale risparmio energetico, rispetto al passato, ma soprattutto gli effetti negativi sulla salute dei cittadini sarebbero più stringenti.

In America, alcuni studi hanno evidenziato un incremento di ictus, infarti e persino incidenti stradali, oltre che un decremento della produttività nei giorni successivi al cambio di ora. Ma in Europa la situazione è ancora in fase di stallo e per il momento non ci sono indizi che lascino pensare ad abolizioni del cambio di ora, optando per regime solare o legale.

Ora legale 2023
Fonte: Pixabay

Cambio di ora legale e solare ed effetto jet lag

Lo conoscono a menadito i viaggiatori assidui, in modo particolare quelli che attraversano lunghe tratte chilometriche in poco tempo. È il jet lag, il disturbo che va a colpire i soggetti che cambiano fuso orario e che, per questo, tendono a subire una serie di disturbi che potremmo definire di assestamento.

In poche parole, il corpo non riesce a settarsi immediatamente sul nuovo orario, con uno stress psicofisico che può comportare disagi di vario tipo. Si va dalla classica emicrania alla stanchezza fisica e mentale, fino a disturbi del sonno e anche gastrointestinali. Il problema può durare anche qualche giorno.

Ma se pensiamo che il jet lag sia appannaggio di chi viaggia, vi possiamo dire che anche il cambio di ora da solare a legale, e viceversa, porta gli stessi effetti negativi. È proprio questo il motivo per cui l’abolizione del passaggio di orario, in un senso o nell’altro, è gettonatissima dai sostenitori del benessere.

Come visto in precedenza, vi sono dati specifici che riguardano i tassi di incidenza di ictus e infarti in determinati periodi, con picchi nei giorni seguenti ai cambi di orario. Le ricerche più quotate sono quelle statunitensi, ma anche in Italia ci sono molti scienziati che hanno ripreso questi studi per mettere in guardia sui potenziali rischi per la salute.

Ora legale o ora solare

Il punto dolente è che non c’è un piatto della bilancia che pende più dell’altro, il che significa che tra ora solare e legale perenni non c’è unanimità di consensi. Da una parte molti chiedono l’ora legale tutto l’anno per sfruttare quei sessanti minuti in più di luce sempre, dall’altra c’è chi evidenzia le necessità del corpo umano di avere anche il buio.

Chi vive in prossimità del fuso più occidentale, in una condizione molto simile a quella che avremmo con un’ora legale immutabile, dormirebbe 115 ore in meno all’anno. Il che vorrebbe dire incorrere in maggiori rischi legati ad insorgenza di diabete, obesità, attacchi cardiaci e persino tumore al seno. Lo sostiene la Società Italiana di Endocrinologia, il che fa riflettere.

Di fatto, avere un’ora unica, per evitare l’effetto jet lag e danni per la salute, potrebbe essere una strada praticabile. Ma su quale orario scegliere, non ci sono pareri univoci. Di certo, per il momento il cambio di lancette resta intoccabile, salvo colpi di scena da parte della Commissione europea.

 

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