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Olio di palma nei biocarburanti: Legambiente chiede lo stop dal 2021

Stop all’utilizzo di olio di palma e altri olii vegetali nei biocarburanti per auto e camion. Questa la richiesta di Legambiente, Transport & Environment (T&E) e di altre ong all’Italia e all’Europa, sostenuta anche dai dati contenuti nel rapporto Oil World 2019 di T&E. Troppo alta la quota di questo prodotto nei carburanti per i […]

Olio di palma nei biocarburanti: Legambiente chiede lo stop dal 2021

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Stop all’utilizzo di olio di palma e altri olii vegetali nei biocarburanti per auto e camion. Questa la richiesta di Legambiente, Transport & Environment (T&E) e di altre ong all’Italia e all’Europa, sostenuta anche dai dati contenuti nel rapporto Oil World 2019 di T&E. Troppo alta la quota di questo prodotto nei carburanti per i veicoli, che al contrario dovrebbe scendere a zero per favor posto a prodotti 100% rinnovabili.

Stando a quanto contenuto nel rapporto Oil World 2019 di Transport & Environment il 65% dell’olio di palma importato dall’UE viene impiegato nel settore energetico. Stessa percentuale anche per l’Italia, con alcune differenze in relazione alla quota carburanti e a quella energia/riscaldamento: se per il Bel Paese le percentuali sono rispettivamente del 54 e dell’11%, in Europa risultano dal 53 e del 12%.

A preoccupare è anche l’andamento del mercato europeo, con l’utilizzo di olio di palma nel biodiesel cresciuto del 3% nel 2018, ma calato negli alimenti dell’11%. Diverso l’andamento in Italia, dove è in calo sia per quanto riguarda diesel e alimentari (-6 e -8%), ma in crescita nel settore della produzione di energia del 33%.

Legambiente e Transport & Environment chiedono quindi all’Italia di recitare un ruolo di maggiore spessore in tal senso, approvando una normativa nazionale, in recepimento della direttiva comunitaria, per vietare l’utilizzo di olio di palma nei carburanti a partire dal 1 gennaio 2021. La richiesta è quella, già accolta ad esempio dal parlamento francese, di sostenere unicamente le vere rinnovabili:

  • Motori diesel: olii alimentari usati (ad esempio da fritture) per una potenzialità pari a 240 mila tonnellate (oggi se ne recupera meno della metà);
  • Motori benzina e ibridi: bioetanolo da scarti agricoli cellulosici. La potenzialità già installata delle distillerie italiane è già oggi pari a 4-500 mila tonnellate;
  • Spostamenti navali e parte trasporto pesante: biometano da rifiuti organici e scarti agroalimentari, con potenzialità di materia prima pari a diversi miliardi di metri cubi di metano e soprattutto, promuovere la mobilità elettrica da fonti rinnovabili nel trasporto pubblico.

Fonte: T&E

Come ha sottolineato Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente:

L’olio di palma è noto per essere un importante fattore di distruzione delle foreste pluviali e della vita selvatica. In questi anni per soddisfare la sete europea di olio di palma milioni di ettari di foresta pluviale sono stati distrutti per permettere l’espansione delle piantagioni di palme da olio, mettendo in pericolo la biodiversità – come gli oranghi nelle foreste del Borneo (Indonesia e Malesia) – e le popolazioni indigene.

Per questo l’utilizzo dell’olio di palma è stato messo sotto accusa e se in questi anni si è riusciti ad eliminarlo gradualmente dagli alimenti come biscotti, merendine e altri cibi, oggi la grande battaglia si sposta sui finti biodiesel che alimentano i motori delle auto. Non dimentichiamo inoltre che gli Stati ne sussidiano, con norme assurde, la presenza nei carburanti e che le compagnie petrolifere fanno pagare più caro il gasolio con una maggior percentuale di biodiesel. Per questo chiediamo al Governo italiano di eliminare i sussidi ambientalmente dannosi e di premiare, invece, le vere rinnovabili.

Ad esempio oggi si possono produrre biocarburanti avanzati che sostituiscono l’olio di palma, riciclando scarti in un’ottica di economia circolare, come l’olio di frittura che costituisce già una valida e competitiva alternativa. Occorre poi incentivare la mobilità sostenibile ed elettrica, senza dimenticare l’importante partita che si gioca che ha al centro il prossimo Piano Nazionale Clima ed Energia che deve essere approvato entro fine dicembre. Auspichiamo che nel Piano venga prevista una drastica riduzione delle importazioni di olio di palma per usi energetici seguendo l’esempio di Francia e Norvegia che hanno già annunciato di volerlo eliminare entro il 2020.

Fermare l’utilizzo massivo di olio di palma come strumento per arginare la deforestazione delle aree verdi del Pianeta secondo Veronica Aneris, responsabile T&E Italia:

Come previsto l’importazione da palma da olio per fare biodiesel per auto e camion continua a crescere e con essa anche la distruzione delle nostre preziose foreste. Con l’implementazione a livello nazionale della Direttiva Energia Rinnovabili II e il Piano Energia e Clima, il governo ha la possibilità di mettere fine a queste politiche nocive e di provare che l’impegno climatico e ambientale è serio. Chiediamo che si approvi al più presto l’eliminazione graduale di tutti i biocombustibili di prima generazione e degli olii vegetali derivati, che essendone un sottoprodotto sono parimenti responsabili di deforestazione.

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