Se hai un gatto che non riesce o non può alimentarsi da solo, è possibile che il veterinario ti consigli di procedere con l’alimentazione forzata. Questo perché la malnutrizione che si instaura già dopo pochi giorni di digiuno provoca tutta una serie di alterazioni metaboliche gravi.
Tra queste deficit immunitario, la riduzione della disponibilità di ossigeno, un’alterazione del ciclo dei carboidrati, un metabolismo catabolico, abbattimento del sensorio, diminuzione della muscolatura, riduzione di volume degli organi viscerali e tanto altro ancora, fra cui problemi epatici, renali e anche acidosi metabolica. Per questo motivo oggi parleremo della nutrizione parenterale del gatto.
La nutrizione forzata si può impostare in due modi: con la nutrizione enterale e con la nutrizione parenterale. La nutrizione enterale prevede l’uso di sonde:
Attraverso le sonde viene fatto passare il cibo. Esistono in commercio alimenti appositi, ma se servono diete specifiche queste vanno diluite con acqua, frullate bene e infine setacciate. Questo perché se sono troppo dense si ottura la sonda.
Tuttavia la dieta non deve essere neanche eccessivamente liquida: se c’è troppa acqua vuol dire che i nutrienti sono eccessivamente disciolti.
Per quanto riguarda la nutrizione parenterale, questa viene effettuata per via endovenosa. Ne esistono di due tipi:
Ci sono diversi motivi che spingono il veterinario a impostare una nutrizione forzata. Fra le più comuni ricordiamo:
In tutti questi casi, quando il gatto già non mangia da 24 ore, ha consumato tutte le scorte di glicogeno. Dopo soli 3-5 giorni di digiuno il gatto entra in uno stato di malnutrizione, con tutti i problemi che ne derivano:
Questo vuol dire che la risposta alla domanda “quando iniziare la nutrizione parenterale nel gatto” è subito, prima che si instauri la malnutrizione e prima che si sviluppi la lipidosi epatica.
Qui entriamo nel problema della lipidosi epatica nel gatto che sta troppo a digiuno. Già dopo tre giorni che il gatto non mangia niente, può instaurarsi questa problematica. In pratica il gatto anoressico non introduce nel corpo sufficienti proteine e carboidrati.
In questo modo l’organismo, nel tentativo di recuperare l’energia che necessita, aumenta il catabolismo dei grassi. Solo che tale mobilizzazione degli acidi grassi fa sì che il fegato si infarcisca di lipidi. Questi lipidi sostituiscono il tessuto funzionale epatico, causando così un’insufficienza epatica secondaria con sintomi come:
Possono venir colpiti dalla lipidosi epatica i gatti di tutte le età, ma sono soprattutto i gatti sovrappeso e obesi a manifestarla di più. E questo perché si ha una maggior mobilizzazione di grassi. Naturalmente questa lipidosi epatica andrà a complicare la causa originaria del digiuno del gatto.
Come per il cane, nel gatto si tende a preferire una nutrizione parenterale parziale. Questo vuol dire che il vostro veterinario inserirà nella maniera più asettica possibile una cannula nella vena cefalica dell’avambraccio del micio.
Ogni tre giorni sarà necessario cambiare la cannula, altrimenti il rischio è che si sviluppi una flebite. La cannula deve essere controllata almeno due volte al giorno, bisogna controllare che non si formino coaguli che possano otturare la cannula e che essa sia ancora in vena. Questo perché i gatti sono bravissimi a togliersi la cannula due minuti dopo che l’hai inserita, anche quando è stata ben fissata.
Tramite questo catetere venoso si possono somministrare al gatto fluidi come soluzione fisiologica allo 0,9%, Ringer lattato e glucosata al 5%. Ma non solo: è possibile somministrare soluzioni colloidi, elettroliti, proteine, aminoacidi, carboidrati e lipidi.
Naturalmente il tutto deve essere monitorato dal veterinario in quanto, durante la somministrazione di questi prodotti, il gatto deve essere ospedalizzato e monitorato quotidianamente dal punto di vista degli esami del sangue.
La nutrizione parenterale nel gatto dura fino a quando il gatto non riprende ad alimentarsi autonomamente: l’alimentazione per via orale è sempre preferibile, anche perché il paziente più viene alimentato per via parenterale, più le cellule della mucosa intestinale si atrofizzano perché non utilizzate.
Oppure fino a quando ci sono vene a disposizione da incannulare. Questo perché dopo uso prolungato, le vene si trombizzano, si rompono, si creano flebiti e quelle vene non possono più essere usate.
Fra le complicanze e gli effetti collaterali della nutrizione parenterale nel gatto ricordiamo:
Bisogna poi considerare due fattori:
Fonti