
Il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega, ha espresso preoccupazione riguardo alla crescente crisi nel settore infermieristico, evidenziando i dati recenti della Fondazione Gimbe, diretta da Nino Cartabellotta. Secondo Bottega, confrontando il potere d’acquisto attuale con quello degli anni ’90, emerge un quadro allarmante: i professionisti hanno subito una perdita di circa 14.000 euro a causa di una contrattazione che non ha saputo tenere il passo con l’inflazione. “Nove anni di blocco dei tavoli contrattuali sono un’enormità”, ha dichiarato, sottolineando che le risorse per gli infermieri sono state distribuite su tutto il personale, vanificando i tentativi di migliorare le condizioni di lavoro.
Bottega ha messo in luce l’inefficacia delle politiche adottate dai vari governi, affermando che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. La situazione, secondo il leader sindacale, è diventata insostenibile e richiede un intervento immediato. La difficoltà nel trattenere i professionisti in servizio è diventata evidente, con un aumento delle dimissioni e delle migrazioni all’estero. “Non stupisce che i nostri infermieri stiano lasciando il settore”, ha aggiunto, evidenziando l’urgenza di affrontare il problema.
La crisi del settore infermieristico
La crisi che affligge il settore infermieristico in Italia è diventata un tema centrale nel dibattito pubblico. Bottega ha insistito sull’importanza di riconoscere la professione infermieristica non solo dal punto di vista economico, ma anche in termini di carriera. “Per fermare l’emorragia di professionisti, è fondamentale valorizzare la nostra professione”, ha dichiarato, proponendo un riconoscimento ufficiale del lavoro come usurante. La questione è cruciale, soprattutto in vista del previsto aumento delle pensioni nel prossimo futuro, noto come “gobba pensionistica”.
La mancanza di incentivi e garanzie per i giovani che desiderano intraprendere la carriera infermieristica rappresenta un ulteriore ostacolo. “I corsi universitari non sono sufficienti se i giovani non vedono prospettive solide per il loro futuro”, ha affermato Bottega. La paura di un lavoro precario e mal retribuito allontana i potenziali candidati, creando un vuoto sempre più difficile da colmare.
Proposte per il futuro
Per affrontare questa crisi, Bottega ha delineato alcune proposte concrete. Innanzitutto, è necessario un aumento delle risorse dedicate specificamente agli infermieri, affinché possano beneficiare di una retribuzione adeguata e di opportunità di crescita professionale. “Un intervento serio è essenziale per garantire che i nostri infermieri si sentano valorizzati e supportati”, ha affermato. Inoltre, ha sottolineato l’importanza di un riconoscimento formale del lavoro infermieristico come usurante, un passo fondamentale per attrarre e trattenere i talenti nel settore.
La situazione attuale richiede una risposta tempestiva e incisiva da parte delle istituzioni. “Non possiamo permetterci di rimanere con le mani in mano mentre il nostro settore continua a deteriorarsi”, ha concluso Bottega, esortando i decisori politici a prendere in considerazione le esigenze degli infermieri. La salute della popolazione dipende in gran parte dalla disponibilità di professionisti motivati e ben formati, e il tempo per agire è ora.