Greenwashing addio: UE dice basta ai falsi slogan verdi
L'Unione Europea si muove per contrastare il greenwashing, introducendo una direttiva che regolamenta l'uso di falsi slogan ambientali. Dal 2026, dichiarazioni come "impatto zero" e "eco" necessiteranno di certificazioni verificabili. Questo passo mira a proteggere i consumatori da informazioni fuorvianti e a incentivare le aziende ad adottare pratiche sostenibili autentiche. Mentre la direttiva è accolta favorevolmente da molti, la sua implementazione definitiva rimane in attesa di votazione.
Il termine greenwashing è diventato di uso comune e fa riferimento alle aziende che usano parole e slogan verdi senza avere effettivamente un impatto positivo sull’ambiente. Ma una svolta epocale si profila all’orizzonte, grazie all’Unione Europea che ha deciso di fare un passo avanti per difendere i consumatori e l’ambiente da queste pratiche ingannevoli.
Greenwashing addio: UE dice basta ai falsi slogan verdi
Il 19 settembre, il Parlamento europeo ha annunciato un progetto di direttiva che punta a regolamentare l’uso di slogan e dichiarazioni verdi. Secondo questa proposta, dal 2026, termini come “impatto zero”, “carbon neutral”, “eco”, “naturale” e “amico della natura” saranno strettamente regolamentati. Le aziende potranno utilizzarli solo se possono effettivamente dimostrare la loro veridicità, attraverso certificazioni da enti riconosciuti o autorità europee.
L’obiettivo della normativa
Questa mossa non riguarda solo cibi e bevande, ma tutti i prodotti. L’obiettivo è garantire che le aziende rispettino standard uniformi e che i consumatori possano fidarsi delle etichette dei prodotti che acquistano. Ad esempio, per vantare una corretta etichettatura energetica, le aziende dovranno attenersi al regolamento 2017/1369, mentre per l’Ecolabel seguiranno il regolamento (CE) n. 66/2010.
Il feedback dei consumatori
Il greenwashing ha creato una serie di slogan falsi e confusi, che hanno chiaramente diminuito la fiducia dei consumatori verso le aziende ed i loro prodotti. La federazione di associazioni europee di consumatori Beuc ha accolto con favore questa nuova direttiva, sottolineando che rappresenta un passo decisivo nella lotta al greenwashing; in più, si pensa che tale norma possa rappresentare anche un incentivo per le aziende, spronandole ad adottare pratiche sostenibili autentiche.
Quando entrerà in vigore la normativa?
Nonostante l’accordo provvisorio, la votazione finale sul testo è prevista per novembre. Gli stati membri avranno poi 24 mesi per recepire questa direttiva. Ma, con le elezioni parlamentari europee in vista nel 2024, emergono delle preoccupazioni relative al fatto che la pressione delle aziende possa indebolire questa iniziativa.
Tuttavia, secondo l’ultimo sondaggio Eurobarometro, il 77% dei cittadini europei considera il cambiamento climatico una priorità assoluta. Pertanto, sarà cruciale vedere come i parlamentari risponderanno alle esigenze dei loro elettori.
Conclusione
La lotta contro il greenwashing sta guadagnando slancio. Con l’Unione Europea che prende posizione contro gli slogan verdi ingannevoli, c’è speranza che le aziende si muovano verso pratiche più sostenibili e trasparenti. Come consumatori, è essenziale rimanere informati e sostenere le aziende che fanno effettivamente la differenza. La strada verso un futuro sostenibile richiede azioni concrete, non solo parole.