Il granchio blu invade il Mediterraneo: è allarme
Il Granchio Blu rappresenta un grave problema per l'ecosistema marino del Mediterraneo, ma è possibile trovare soluzioni attraverso il monitoraggio scientifico, la gestione sostenibile e la promozione del suo consumo a fini alimentari. La comprensione dell'impatto del Granchio blu e l'implementazione di azioni mirate sono fondamentali per preservare la biodiversità e l'equilibrio degli ecosistemi marini.
Il granchio blu (Callinectes sapidus) è una specie invasiva originaria dell’Atlantico occidentale e del golfo del Messico. Questo crostaceo è arrivato ad insediarsi nei mari del Mediterraneo, a causa del cambiamento climatico e del riscaldamento delle acque.
Questi fattori hanno favorito l’invasione di questa specie esotica, che tuttavia costituisce una minaccia sia per la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi marini, dal momento che mette a rischio la flora e la fauna autoctona, sia per le attività socio – economiche, in particolare la pesca.
Cos’è il granchio blu?
Il granchio blu è caratterizzato dalle grandi chele di colore blu e le zampe degli esemplari maschi, che possono superare i 20 cm di lunghezza. Vive solitamente a 30-40 metri di profondità ma può adattarsi facilmente a diverse condizioni ambientali, inclusi coste, lagune salmastre ed estuari.
La sua capacità di riprodursi abbondantemente e la mancanza di predatori naturali nel Mediterraneo gli permettono di diffondersi rapidamente, mettendo a repentaglio le specie autoctone. La sua presenza ha avuto un impatto negativo su alcune di queste, come vongole, altri crostacei, piccoli pesci e meduse, che rappresentano importanti componenti delle filiere commerciali marittime.
Inoltre, l’introduzione di specie aliene come il granchio blu può contribuire alla propagazione di patogeni dannosi per la vita marina locale.
Come è arrivato nel Mar Mediterraneo?
Il granchio blu è arrivato nel Mediterraneo attraverso diverse modalità di diffusione. Una delle principali è rappresentata dalle migrazioni attraverso il canale di Suez, che ha permesso a diverse specie marine di spostarsi da un mare all’altro. Inoltre, il rilascio di acque di zavorra da parte delle grandi navi ha facilitato il trasporto di piccole specie marine verso nuovi habitat.
Anche l’acquacoltura, l’acquariofilia e l’importazione di esche vive possono contribuire all’introduzione di specie esotiche come il granchio blu.
La mancanza di un monitoraggio scientifico dedicato ha permesso a questa specie di stabilizzarsi su tutto il litorale italiano e alla foce di molti fiumi, da Nord a Sud, dalla Sicilia alla Sardegna. La sua diffusione è particolarmente invasiva nella laguna di Venezia, dove le nuove condizioni ambientali ne hanno favorito la proliferazione.
Quanto vale il granchio blu?
A causa della sua abbondanza e del suo valore gastronomico, il granchio blu è oggetto di pesca e commercio. Nell’areale d’origine, lungo la costa orientale degli Stati Uniti, è uno dei principali prodotti della pesca, con un prezzo variabile in base alle dimensioni dell’esemplare. Generalmente, si parte da 20/30 euro fino ad arrivare ai 70 euro al chilo. Tuttavia, va sottolineato che esistono differenze tra il granchio blu comune e il più pregiato Granchio Blu Reale, tipico del Pacifico settentrionale.
La situazione in Italia
In Italia, questa specie sta portando al collasso numerose attività economiche e causando non pochi problemi all’ecosistema marino. La presenza del granchio blu minaccia le coltivazioni di cozze, vongole e non solo, dal momento che è una specie aggressiva, che si riproduce velocemente e, soprattutto, non deve preoccuparsi di alcun predatore. Le zone più colpite sono l’Adriatico e il delta del Po.
La sua pesca e commercializzazione inizia a suscitare tuttavia interesse, per i possibili benefici sia in termini ecologici, risultante da una riduzione numerica degli esemplari, sia in termini economici. Esistono iniziative per promuovere una pesca sostenibile del Granchio blu da parte dei pescatori italiani, al fine di esportarlo verso i mercati internazionali.
Monitoraggio e gestione sostenibile
Il monitoraggio scientifico e la gestione sostenibile sono fondamentali per comprendere e mitigare l’impatto del granchio blu sull’ecosistema marino del Mediterraneo. Solo attraverso un monitoraggio adeguato sarà possibile adottare misure efficaci per proteggere la flora e la fauna autoctona e preservare le filiere commerciali legate al mare.
Allo stesso tempo, la promozione di una pesca sostenibile del granchio blu potrebbe contribuire a contenere la sua invasività e a mantenere un equilibrio nell’ecosistema marino. La collaborazione tra istituzioni, enti di ricerca e operatori del settore della pesca è essenziale per affrontare questa sfida in modo efficace.