
A partire dal 2021, l’Italia ha registrato un significativo incremento nel numero di bambini nati grazie alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA). Secondo i dati della Relazione 2024, presentata dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, alla Camera dei Deputati, si evidenzia un aumento delle coppie che hanno usufruito di questi trattamenti, passando da 86.090 nel 2021 a 87.192 nel 2022. Non solo le coppie trattate sono cresciute, ma anche il numero di cicli effettuati ha visto una leggera ascesa, passando da 108.067 a 109.755.
Aumento delle coppie trattate e cicli effettuati
Un aspetto interessante riguarda i bambini nati vivi, che sono aumentati da 16.625 a 16.718. Questo trend positivo, tuttavia, si accompagna a un dato che merita attenzione: l’età media delle donne che si sottopongono a queste tecniche è di 36,7 anni, un valore che si colloca al di sopra della media europea. Questo dato suggerisce una tendenza crescente verso la fertilità tardiva, che caratterizza molte coppie italiane.
Un altro elemento da considerare è la diminuzione dei parti gemellari, un fenomeno che potrebbe riflettere i cambiamenti nelle pratiche di PMA o una maggiore attenzione alle complicazioni legate a gravidanze multiple. La Relazione mette in luce come le tecniche di procreazione assistita continuino a evolversi, rispondendo alle esigenze delle coppie e alle sfide della fertilità.
Età media delle donne e parto gemellari
Nel periodo tra il 2021 e il 2022, il numero di coppie che hanno scelto di ricorrere alla PMA è aumentato. Questo incremento non riguarda solo le coppie che utilizzano i propri gameti, ma include anche quelle che si avvalgono di gameti donati. Le statistiche mostrano un trend positivo, con un incremento di circa 1.100 coppie in un solo anno. Questo dato è indicativo di una crescente fiducia nei confronti delle tecniche di fertilità, che stanno diventando sempre più comuni in Italia.
I cicli di procreazione medicalmente assistita, che rappresentano il numero totale di tentativi effettuati, hanno anch’essi registrato un aumento. L’incremento di quasi 1.700 cicli nel 2022 rispetto all’anno precedente suggerisce che molte coppie stanno continuando a cercare soluzioni per affrontare le difficoltà di concepimento. Questo fenomeno potrebbe essere influenzato da una maggiore consapevolezza e disponibilità di informazioni riguardanti le opzioni di fertilità, oltre che da un miglioramento nelle tecnologie utilizzate.
Un dato che non può passare inosservato è l’età media delle donne che si sottopongono a trattamenti di PMA, fissata a 36,7 anni. Questo dato colloca l’Italia al di sopra della media europea, suggerendo che le donne italiane tendono a posticipare la maternità. Le ragioni di questa scelta possono essere molteplici, tra cui motivi professionali, economici e sociali. Tuttavia, è importante considerare le implicazioni che l’età avanzata può avere sulla fertilità e sulla salute materna e infantile.
In parallelo, la diminuzione dei parti gemellari è un aspetto che merita attenzione. La riduzione di gravidanze multiple potrebbe essere attribuita a una maggiore cautela nelle pratiche di PMA, con le cliniche che potrebbero essere più selettive nel numero di embrioni impiantati. Questo cambiamento potrebbe contribuire a una maggiore sicurezza per le madri e i neonati, riducendo i rischi associati a gravidanze multiple.
Il panorama della procreazione medicalmente assistita in Italia nel 2022 mostra un quadro in evoluzione, con un aumento delle coppie trattate e un’attenzione crescente verso la salute materna e infantile.