Mughetto
Il mughetto rappresenta una delle varietà floreali più amate della primavera: candido e delicato, ravviva le aree verdi con un tocco di elegante bianco. Non a caso è una delle piante più richieste per abbellire giardini e balconi e, soprattutto, non manca quasi mai nel bouquet delle spose di maggio. Ma come si coltiva la pianta di mughetto in vaso e proprio in giardino e, soprattutto, come si cura nel tempo?
Il mughetto riesce a crescere senza troppe difficoltà in gran parte d’Italia, anche se i periodi di fioritura possono cambiare da zona a zona. Al Nord i fiori appaiono copiosi nel mese di maggio, mentre al Sud questa fase è anticipata ad aprile o, nelle zone più calde, già a marzo. Di conseguenza, prima di procedere con la coltivazione, è utile chiedere un parere al proprio fornitore di prodotti di botanica di fiducia.
Il mughetto – il cui nome botanico è Convallaria majalis – è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asparaceae. Originaria dell’Europa centrale, oggi è coltivata sia come pianta ornamentale che per la produzione di profumi ed essenze, così come di alcuni farmaci.
Come già accennato, la pianta si caratterizza per un portamento erbaceo, con delle ampie e lunghe foglie verdi, solide al tatto e solcate da striature. Queste nascono direttamente dal terreno e tendono ad avvolgere degli esili fusti, alti circa una ventina di centimetri, dai quali si sviluppano poi i fiori.
Si tratta di fiorellini piccoli e graziosi, dalla forma a campana e arricciata sui bordi, normalmente di colore bianco. Non mancano però alcune varietà leggermente colorate, come il mughetto dalle sfumature rosa. Sempre i fiori tendono a crescere a gruppi di una dozzina di esemplari alla volta, raccolti su racemi penduli.
Tale caratteristica conferisce ai fusti di mughetto la tipica forma da manico di ombrello rovesciato. Non tutti ne sono forse al corrente, ma il mughetto produce anche dei frutti: delle bacche dal rosso molto intenso, sempre pendule e dalla forma che ricorda vagamente un cuore. Tuttavia, queste bacche non sono commestibili.
Il mughetto contiene infatti delle sostanze velenose, in particolare per gli animali domestici, pertanto nessuna parte dovrebbe essere ingerita. Per questa ragione, il mughetto deve essere considerato un esemplare da coltivare a semplice scopo ornamentale.
Come accennato poc’anzi, il mughetto viene scelto anche per altre ragioni. È molto amato in profumeria, ad esempio, per la creazione di essenze delicate ed eleganti, orientate perlopiù all’utenza femminile. In ambito industriale, invece, ne vengono estratti alcuni principi attivi per la produzione di farmaci.
Come già accennato, il mughetto contiene alcuni principi attivi non adatti al consumo umano e animale. Può essere quindi essere considerato un fiore velenoso, anche se le probabilità di avvelenamento risultano abbastanza rare.
Questo perché, oltre a essere utilizzata a scopo puramente ornamentale, la pianta non tende ad attirare le attenzioni di animali domestici o selvatici. In ogni caso, per precauzione, è utile sempre coltivare il mughetto in zone difficilmente accessibili dai bambini oppure dagli amici a quattro zampe.
Ma quali sono gli effetti che può causare il mughetto? Innanzitutto contiene alcune sostanze irritanti, come le saponine, che possono determinare dei gravi disturbi digestivi. Dopodiché, tutte le porzioni della pianta presentano delle sostanze con effetto sul sistema cardiovascolare.
Il vegetale può quindi determinare disturbi del ritmo cardiaco, abbassare o innalzare improvvisamente la pressione arteriosa, determinare aritmie e molto altro ancora. La gravità degli effetti è dose specifica: si verificheranno sintomi via via più gravi e, in alcuni casi, anche letali, a seconda della quantità ingerita.
Il mughetto è un fiore che non richiede grandi sforzi per poter essere coltivato sia in vaso che in giardino, tuttavia è necessario rispettare alcune necessità della pianta.
Di seguito, tutte le informazioni utili.
Di quali condizioni ha bisogno il mughetto, per poter crescere rigoglioso sia in vaso che in giardino? Ecco i fattori da prendere in considerazione prima della coltivazione:
Come già riportato, il mughetto può essere coltivato in vaso e in giardino senza troppo sforzo. Nel primo caso, sarà utile predisporre un letto di ghiaia, cocci o palline di argilla espansa per favorire il deflusso dell’acqua, affinché non si formino ristagni.
Si riempie quindi il tutto con del terreno morbido e friabile, arricchito con del compost sminuzzato oppure altro concime organico. In pieno campo, invece, è necessaria una piccola vangatura iniziale per garantire che le sostanze nutritive, come quelle appunto garantite dal compost, si distribuiscano in modo uniforme e in profondità nel suolo.
La coltivazione avviene dai bulbi della pianta: dovranno essere adagiati a circa 4-5 centimetri in profondità nel suolo, separando ogni esemplare di circa una ventina di centimetri. Questa operazione può essere effettuata in autunno, lasciando così il tempo ai bulbi di adattarsi al terreno in vista della futura primavera.
In alternativa, si possono acquistare piantine già germogliate da trasferire in dimora definitiva già dalla fine del mese di marzo. Con la crescita, il mughetto produce nuovi bulbi, che potranno poi essere separati alla fine della stagione estiva per creare nuove piantine, dalle medesime caratteristiche di quella originaria.
Anche il mughetto, così come tutte le altre varietà floreali scelte a scopo ornamentale, ha bisogno di alcune cure da garantire nel corso del tempo. Soprattutto nei periodi che potrebbero essere più complessi per la pianta, come la piena estate oppure l’inverno.
Il mughetto potrebbe soffrire le altissime temperature tipiche ormai delle estati italiane e, per questa ragione, già a partire dal mese di luglio dovrebbe essere opportunamente protetto. È infatti necessario predisporre dei ripari affinché i raggi solari non brucino foglie e fiori e, soprattutto, per mantenere la pianta sufficientemente fresca.
Discorso simile in inverno, quando tuttavia la pianta sarà in fase dormiente. In questo caso, se non si fossero estratti i bulbi dal terreno, può essere utile una pacciamatura con paglia oppure corteccia, affinché la temperatura del terreno rimanga buona nonostante le condizioni atmosferiche.
Sul fronte della potatura, è necessario di tanto in tanto rimuovere le foglie esterne più secche, riconoscibili poiché tendono ad assumere una vivida colorazione marrone. Tuttavia, la pianta non ha estensioni né larghezze tali da richiedere altri interventi di contenzione.
La concimazione è importante, potrebbe essere necessario eseguirla almeno una volta al mese nei periodi di fioritura, con del concime organico come il compost oppure del letame. Sul fronte dei parassiti, invece, non vi sono grosse preoccupazioni: non è una pianta molto amata da afidi e affini, è maggiore la presenza delle lumache, ma comunque sempre in numero limitato.
Fonti