Moria di pesci nel Tevere, nuovi casi a Castel Sant’Angelo
Continua la moria di pesci nel Tevere: avvistati nuovi esemplari deceduti a Castel Sant'Angelo, sulla questione interviene OIPA Roma.
Fonte immagine: Pixabay
Continua a destare preoccupazione la moria di pesci che, da qualche giorno a questa parte, sta coinvolgendo il Tevere a Roma. Dopo i primi avvistamenti della scorsa settimana in zona Marconi, altri animali deceduti sono stati avvistati lungo le banchine di Castel Sant’Angelo. Al momento non sono note le cause di questo anomalo fenomeno, ma l’Asl Roma1 sta conducendo tutte le analisi del caso.
I primi avvistamenti risalgono alla fine di maggio, quando decine di pesci sono stati rinvenuti senza vita nel Tevere, trascinati dalla corrente lungo le rive del fiume. Nella giornata di ieri una seconda segnalazione a Castel Sant’Angelo, così come spiega il Messaggero. Diversi esemplari ormai esanimi si sono ammassati a ridosso delle banchine, ripresi in video da alcuni passanti che hanno allertato immediatamente le autorità competenti.
Moria di pesci: l’intervento di OIPA
Sulla questione è intervenuta OIPA Roma, pronta a confermare come la moria stia proseguendo ormai da diversi giorni. L’associazione ha chiesto il più rapido intervento da parte delle autorità, per capire quale siano le ragioni di un così triste evento. Al momento tutte le ipotesi rimangono aperte, ma si sospetta che i decessi possano essere connessi a qualche sostanza inquinante, immessa nel fiume dagli scarichi.
Dopo l’allarme lanciato dall’OIPA, sono stati effettuati prelievi dall’ARPA e dalla ASL Roma 1, in attesa dei risultati la strage continua, una vera catastrofe naturale. Il video che pubblichiamo è di questa mattina e documenta la moria continua di poveri pesci. Pur comprendendo i tempi tecnici necessari, l’OIPA sollecita le Autorità preposte ad attuare le azioni necessarie per porre fine alla strage.
Così come già accennato, sul luogo sono giunti gli addetti dell’Asl Roma1 e dell’ARPA, per raccogliere campioni ed effettuare rilievi delle acque. I risultati dovrebbero essere disponibili nei prossimi giorni. Nel frattempo monta la preoccupazione sui social network, dove diversi cittadini romani si sono riuniti per discutere dell’angosciante fenomeno. Gli utenti temono che eventuali sostanze nocive possano essere dannose anche per l’uomo, oltre che per la fauna selvatica che da sempre popola il fiume romano.
Fonte: Il Messaggero