Quello di “moda sostenibile” è un concetto la cui definizione abbraccia numerosi ambiti e aspetti. Non si parla “solo” di produrre vestiti utilizzando tessuti cruelty free e poco inquinanti. Il discorso è ben più ampio, e coinvolge fattori sociali ed economici, che insieme a quelli ambientali concorrono a rendere meno inquinante il settore della moda, considerato a ragione uno dei più dannosi per il nostro pianeta.
Con il termine “moda sostenibile”, in inglese sustainable fashion, si fa riferimento a un cambio di rotta nel modo in cui i vestiti vengono prodotti. Il cambiamento inizia già dalla scelta delle materie prime, che dovrebbero provenire da fonti sostenibili e certificate, e termina con le modalità di smaltimento dei prodotti, che dovrebbero comportare un peso sempre minore sull’ambiente.
Ma perché è importante che la moda diventi sostenibile? Facciamo un viaggio alla scoperta della sustainable fashion, e vediamo qual è la definizione di moda sostenibile e in quali e quanti modi i marchi possono abbracciare la sostenibilità come raison d’être.
Si dice spesso che la moda potrebbe fungere da “canarino nella miniera”, e cioè potrebbe dirci in anticipo se qualcosa sta effettivamente cambiando nella società. Se questo è vero, è chiaro che quella della sostenibilità ambientale è una missione che interessa moltissimi consumatori. E questa è già un’ottima notizia!
Adottare dei comportamenti sostenibili in un settore inquinante come quello della moda rappresenta una strategia efficace per ridurre i livelli di inquinamento a livello globale. Ma a proposito, sai effettivamente quanto inquina il settore dell’abbigliamento?
Secondo l’Alleanza delle Nazioni Unite per la moda sostenibile, fino ad oggi la moda si è rivelata “insostenibile” per molte ragioni.
Ma una delle più grandi cause di inquinamento legate al settore della moda va ricercata nel consumismo, nel frenetico “bisogno” di acquistare capi sempre nuovi, spesso alimentando il ben noto problema del “fast fashion”, che consiste nella produzione di svariate collezioni ogni anno, con capi di bassa qualità che potremmo paragonare agli oggetti usa e getta che si accumulano nelle discariche e nell’ambiente.
Ad oggi, l’industria dell’abbigliamento comporta circa l’8% delle emissioni di gas effetto serra a livello globale, e consuma più di 200 trilioni di litri di acqua ogni anno. In più, spesso gli abiti che acquistiamo rilasciano microplastiche nei mari e negli oceani, contribuendo ulteriormente a danneggiare questi preziosi ecosistemi.
Visto il profondo impatto del settore fashion sull’ambiente, l’Agenda 2030 dell’Onu punta a creare un terreno fertile, affinché la moda diventi davvero sostenibile, mediante azioni mirate e coordinate per tutti i Paesi.
Ma a conti fatti, cosa può fare la moda per diventare più sostenibile? Come dicevamo, in realtà non basta utilizzare un tessuto 100% cotone per risolvere il problema.
Servono azioni più ampie, che vanno dalla scelta dei materiali all’utilizzo delle risorse, ma bisogna anche puntare su una moda che sia equa dal punto di vista sociale ed economico, che dia la possibilità ai lavoratori di godere di condizioni di vita dignitose, il cui lavoro sia retribuito in maniera corretta e adeguata.
Il tutto, sempre tenendo in considerazione le esigenze del nostro Pianeta, utilizzando fonti rinnovabili durante tutto l’arco produttivo, e realizzando capi di abbigliamento che non abbiano un impatto sull’ambiente anche quando verranno smaltiti.
E dunque, quali sono le caratteristiche di un prodotto sostenibile? Alcuni esempi di moda sostenibile potrebbero essere i seguenti:
Un obiettivo essenziale della moda sostenibile, ad ogni modo, è quello di stimolare un comportamento più eco-attento nei consumatori, promuovendo l’acquisto di prodotti solo se effettivamente necessari, e proponendo capi di abbigliamento che possano durare nel tempo, realizzati con materiali ecologici e resistenti, di ottima qualità, per una moda che sia etica e amica dell’ambiente.
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