Ministero per la Transizione Ecologica: quali saranno i compiti
Ministero per la Transizione Ecologica, le competenze indicate nella bozza di Dpcm: di cosa si occuperà il Ministro Cingolani.
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Il Ministero per la Transizione Ecologica si è subito affermato come il principale tra gli elementi di novità del Governo Draghi. Un cambio di denominazione per il dicastero affidato a Roberto Cingolani, finora indicato come Ministero dell’Ambiente.
I cambiamenti non riguarderanno unicamente il cambio di denominazione. Seguirà la definizione di una diversa area di intervento, studiata per venire incontro alle mutate esigenze energetiche e ambientali dell’Italia. In queste ore sta circolando una bozza di quelle che saranno le competenze del Ministero per la Transizione Ecologica.
Ministero per la Transizione Ecologica, Mite
Il cambio di denominazione produrrà di conseguenza anche una variazione per quanto riguarda la sigla del ministero, che diventerà Mite (Ministero per la Transizione Ecologica). Molto più sostanziali le modifiche in termini di competenze.
Politiche energetiche
Il Mite assumerà diverse funzioni legate alle politiche energetiche. Dal MiSE “erediterà” tutte quelle competenze che fanno riferimento alle energie rinnovabili, alla ricerca di nuove tecnologie per l’energia pulita, all’efficienza energetica, alla decarbonizzazione.
Faranno parte delle nuove competenze del Mite anche la mobilità sostenibile, il decommissioning nucleare, il piano idrogeno. A queste si aggiungerà infine anche un altro delicato settore, quello della transizione sostenibile delle attività di ricerca e produzione di idrocarburi.
Dovrebbero risultare escluse dall’elenco quelle legate alla liberalizzazione dei mercati, alla concorrenza e alla sicurezza degli approvvigionamenti. In questi casi la competenza resterà affidata al Ministero per lo Sviluppo Economico, ora guidato da Giancarlo Giorgetti.
Transizione energetica e dotazioni economiche
Passeranno a Roberto Cingolani e al suo dicastero anche le dotazioni economiche e gestionali relative alla transizione energetica. Da sottolineare che riguardo la sicurezza e la tutela del mercato in merito alle politiche di delocalizzazione e deindustrializzazione, le competenze di tipo normativo e amministrativo resterebbero al MiSE.
Al MiSE rimarrebbero anche la gestione in tal senso dell’industria siderurgica, Ilva inclusa, e di altri settori critici (e a elevato consumo energetico) come la produzione di alluminio, carta, cartone, ceramica e l’industria chimica.
Ministero per la Transizione Ecologica, altre competenze
Rispetto a quanto ora in mano al MiSE (19 dirigenti più due direttori generali) il nuove Dpcm dovrebbe trasferire al Mite 15 dirigenti. Il dicastero di Roberto Cingolani sarà chiamato infine a vigilare su diversi enti: Enea, GSE e Sogin. Al Ministero per lo Sviluppo Economico resterà la vigilanza su GME e Acquirente Unico.
Fonte: Il Fatto Quotidiano