Greenstyle Benessere Salute Microplastiche nelle placche delle arterie umane: uno studio italiano le individua per la prima volta

Microplastiche nelle placche delle arterie umane: uno studio italiano le individua per la prima volta

Per la prima volta sono state individuate delle microplastiche nelle placche delle arterie umane, merito di uno studio italiano pubblicato sulla rivista “The New England Journal of Medicine” e coordinato dal Prof. Giuseppe Paolisso dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Presidente del CIV dell'IRCCS INRCA, in collaborazione tra Harvard Medical School di Boston, IRCSS Multimedica Milano, Università Politecnica delle Marche (UnivPM), Sapienza e Salerno, e IRCSS INRCA di Ancona

Microplastiche nelle placche delle arterie umane: uno studio italiano le individua per la prima volta

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Individuate per la prima volta microplastiche nelle placche delle arterie umane. I ricercatori italiani hanno, infatti, condotto una ricerca che li ha portati a fare questa scoperta, anche se la loro presenza nel corpo umano era ipotizzata da tempo. Venerdì 8 marzo 2024 è stato pubblicato sulla rivista “The New England Journal of Medicine” lo studio coordinato dal Prof. Giuseppe Paolisso dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” e Presidente del CIV dell’IRCCS INRCA.

La ricerca, realizzata in collaborazione con numerosi enti di ricerca italiani ed esteri, tra cui Harvard Medical School di Boston, dell’IRCSS Multimedica Milano, le Università Politecnica delle Marche (UnivPM), Sapienza e Salerno, e l’IRCSS INRCA di Ancona, mette in luce per la prima volta la presenza di micro e nanoplastiche nelle placche aterosclerotiche umane. Questi inquinanti si confermano altamente pericolosi per la salute umana.

Microplastiche nelle placche delle arterie umane: lo studio

L’editoriale della rivista ha definito la scoperta italiana rivoluzionaria. Infatti, è la prima volta che viene confermata un’ipotesi a lungo ventilata negli ambienti medici e scientifici. Le microplastiche e le nanoplastiche ingerite o inalate possono causare danni alla salute umana, aumentando il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari. Questi inquinanti, altamente pericolosi non solo per l’ambiente e per la fauna, possono attaccare il cuore e causare danni fino sconosciuti o non riscontrati.

Fino a oggi tali sostanze erano state rinvenute in altri organi e tessuti dell’organismo umano, come placenta, latte materno, fegato, polmoni, tessuti cardiaci. Per la prima volta, però, lo studio italiano svela che possono insinuarsi anche nelle placche aterosclerotiche, diventando molto pericolose.

Le placche aterosclerotiche “da inquinamento”

I ricercatori hanno condotto lo studio su 257 pazienti con oltre 65 anni sottoposti ad endoarterectomia per stenosi carotidea asintomatica. Rimuovendo le placche aterosclerotiche, i ricercatori hanno potuto analizzarle attraverso metodi chimici per la quantificazione e al microscopio elettronico con una tecnica innovativa basata sulla spettrometria a raggi X per la localizzazione. Quello che è emerso è molto preoccupante, dal momento che tali placche derivanti da sostanze inquinanti inalate o ingerite sono più infiammate di quanto ci si potrebbe aspettare. Quindi sono anche più friabili e più esposte al rischio di rottura. Così si aumenta il rischio di infarto, ictus e mortalità rispetto a placche non inquinate da nano-plastica.

Tali placche contengono spesso micro e nanoplastiche a base di polietilene (PE, rilevato nel 58.4% dei casi) o polivinilcloruro (o PVC, individuato nel 12.5% dei casi). Si tratta di due composti plastici largamente impiegati in tutto il mondo per produrre contenitori, rivestimenti, pellicole plastificate, materiali per l’edilizia e molto altro ancora.

Microplastiche nelle placche delle arterie umane

Una scoperta molto importante

La scoperta è molto importante, come suggerito dalla stessa rivista che parla della ricerca come di una rivoluzione in ambito medico. Fabiola Olivieri, Direttore Scientifico ff e professore ordinario di Patologia Generale e Clinica presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari della Facoltà di Medicina e Chirurgi UnivPM, spiega: “L’IRCSS INRCA di Ancona si occupa da tempo dello studio del ruolo dell’infiammazione nel processo di invecchiamento e nello sviluppo delle più comuni patologie età-associate. Comprese le patologie cerebro e cardiovascolari. I processi infiammatori quando cronicizzano e quindi perdurano nel tempo, possono avere effetti deleteri per la salute umana. Questo studio evidenzia per la prima volta come derivati delle plastiche possono essere individuati nelle placche aterosclerotiche. Placche che così diventano più fragili, e rompendosi, possono essere più facilmente causa di infarti del miocardio e ictus. La ricerca è stata condotta su una popolazione ultra65enne, quale quella che giornalmente vediamo all’ IRCSS INRCA di Ancona”.

Fonti:

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