Microplastica anche nella placenta umana
La microplastica è presente anche nella placenta umana: lo rivela uno studio italiano, difficile oggi prevedere gli effetti sui bambini.
Fonte immagine: Pixabay
La microplastica è presente anche nella placenta umana, a dimostrazione di quanto diffusi e preoccupanti siano ormai i livelli di contaminazione nell’uomo. È quanto evidenzia una ricerca condotta dall’Ospedale Fatebenefratelli di Roma e dal Politecnico delle Marche, pubblicata sulla rivista scientifica Environment International.
I minuscoli frammenti di plastica sono stati rinvenuti analizzando alcune donne dai 18 ai 40 anni: nella placenta delle pazienti è stata confermata la presenza di particelle dai 5 ai 10 micron.
Microplastica e placenta umana
Così come riferito dall’agenzia Ansa, i ricercatori hanno analizzato la placenta di sei donne tra i 18 e i 40 anni d’età, sane e con una gravidanza normale. Per farlo, gli esperti hanno fatto ricorso alla Raman microspettroscopia, una strumentazione che permette di identificare particelle estranee all’organismo anche di dimensioni infinitesimali. È così emerso come nelle placente analizzate siano presenti almeno 12 frammenti di microplastica, di dimensioni comprese tra i 5 e i 10 micron. Di questi, tre frammenti sarebbero di polipropilene – la stessa plastica delle bottiglie – e 9 di plastiche sintetiche per la verniciatura. Queste ultime potrebbero dipendere da prodotti per la cosmetica, smalti per le unghie, dentifrici e molto altro ancora.
A preoccupare gli esperti non solo il fatto che la microplastica sia stata in grado di raggiungere addirittura la placenta, ma anche come la contaminazione sia stata rinvenuta nella porzione attaccata al feto, coinvolgendo quindi anche il futuro nascituro. Così ha spiegato Antonio Ragusa, direttore Uoc ostetricia e ginecologia Fatebenefratelli, in un commento pubblicato da Ansa:
Con la presenza di plastica nel corpo viene turbato il sistema immunitario che riconosce come “self” (se stesso) anche ciò che non è organico. È come avere un bimbo cyborg: non più composto solo da cellule umane, ma misto tra entità biologica e entità inorganiche. Le madri sono rimaste scioccate.
Al momento non è ancora chiaro quale sia la via d’ingresso principale della plastica nell’organismo, ovvero se abbia più peso l’inalazione oppure l’ingestione di cibi contaminati. Allo stesso modo, difficile è prevedere i rischi per i bambini:
I rischi per la salute dei bambini che già alla nascita hanno dentro di sé delle microplastiche ancora non si conoscono, bisogna continuare a fare ricerca. Ma già sappiamo da altri studi internazionali che la plastica per esempio altera il metabolismo dei grassi. Riteniamo probabile che in presenza di frammenti di microplastiche all’interno dell’organismo la risposta del corpo, del sistema immunitario, possa cambiare, essere diversa dalla norma.
Fonte: ANSA