Mai come in questo momento è importante parlare di microchip nei cani: a livello nazionale e regionale le norme per l’applicazione dei microchip sono sempre più severe per contrastare fenomeno di abbandono, randagismo, tratte illegali dei cuccioli e benessere delle fattrici (per evitare che siano fatte fare loro troppe cucciolate). Se ti stai chiedendo che cos’è il microchip, chi lo mette, quali sono i requisiti per poterlo applicare, entro quando mettere il microchip al cane e cosa succede se il cane non ha il microchip, ecco che cerchiamo di darti tutte le risposte necessarie.
Il microchip è un piccolo transponder: una capsula di vetro biocompatibile e del tutto inerte che viene inserita nel sottocute del cane. Ciascun microchip contiene un numero di identificazione preciso e quando un lettore di microchip viene fatto passare sul cane a breve distanza dal corpo, ecco che il segnale emesso dal lettore interagisce con questo numero e quest’ultimo compare sul lettore.
Il microchip serve a identificare in maniera univoca un cane e ad attribuirne il possesso a uno specifico proprietario. Introdotto nel 2004, il microchip è andato a sostituire definitivamente il vecchio tatuaggio auricolare.
Qui trovate alcuni motivi per cui è utile il microchip nel cane.
Sfatiamo subito un mito: il microchip non è un gps. Se il transponder viene inserito e il cane si perde, non è possibile ritrovarlo magicamente con un’app. Il ritrovamento del cane tramite microchip avviene solamente se su un cane vagante viene usato l’apposito lettore a disposizione di Servizi Veterinari dell’Asl, veterinari liberi professionisti, Guardie Zoofile o forze dell’ordine.
In questo caso, tramite procedura dedicata, i Servizi Veterinari dell’Asl possono risalire al nome del proprietario e lo contatteranno per restituirgli il cane.
La legge n. 281 del 14 agosto 1991 disciplina l’applicazione del microchip nei cani. Accanto a questa legge ci sono poi quelle regionali di recepimento della normativa nazionale. Se volete leggerla in toto, la trovate in Gazzetta Ufficiale.
La legge italiana in merito all’identificazione tramite microchip del cane è molto chiara:
A proposito di questi due punti fondamentali, è bene che sappiate che le norme si stanno inasprendo in questi ultimi tempi. Essendo che molto spesso tali norme sono disattese in una classica situazione “all’italianità” dove per comodità tutti fanno un po’ quello che gli pare, ecco che le Asl hanno posto dei paletti fondamentali.
Questo vuol dire che non è più possibile acquistare cuccioli da privati, allevatori o negozianti sprovvisti di microchip: questo perché la legge dice chiaramente che la vendita è possibile solo con cuccioli microchippati.
Finora molti bypassavano il problema chiedendo al proprio veterinario di applicare il microchip, ma adesso molte Asl stanno ponendo dei veti in tal senso: i veterinari liberi professionisti che si vedono arrivare un cucciolo comprato o regalato, ma sprovvisto di microchip, dovranno non applicare il microchip come fatto finora. Dovranno invece segnalare la situazione all’Asl che provvederà alle verifiche del caso, appurando perché il venditore o il cedente non abbia provveduto a microchippare il cucciolo a suo nome poi a fare il relativo passaggio di proprietà al nuovo proprietario, così come richiesto dalla legge.
Va da sé che al momento ogni Asl fornisce le proprie indicazioni in materia, quindi è bene informarsi prima su come comportarsi. Tuttavia rispettare le regole è molto semplice: chi vi vende o regala un cane, deve darvelo già microchippato e con passaggio di proprietà. Se fate questo, siete perfettamente in regola.
Applicare il microchip a un cane richiede il rispetto di determinati requisiti che vanno tutti rispettati.
Il microchip ai cani deve essere applicato entro e non oltre i 60 giorni di vita.
Il microchip ai cani può essere applicato solamente da un veterinario con apposita autorizzazione da parte dell’Asl o dai Servizi Veterinari.
In particolare, i veterinari possono applicare solamente i microchip a cani appartenenti a proprietari che risiedono nella loro stessa regione. Esempio: un veterinario del Piemonte può applicare il microchip solamente a cani di proprietari residenti in Piemonte. Tuttavia non può applicarli a cani appartenenti a proprietari residenti in altra regione.
Il microchip è applicato tramite iniezione sottocutanea nella regione sinistra del collo del cane.
Come anticipavamo prima, le norme si stanno facendo sempre più stringenti. In caso di cucciolata, i cuccioli devono essere microchippati e intestati a nome del proprietario della fattrice, sia esso un privato con un cane che ha fatto una cucciolata da regalare, sia esso un allevatore amatoriale, un allevatore professionista o un negoziante.
Successivamente, quando arriveranno i nuovi proprietari, dovrà essere fatto un passaggio di proprietà a nome loro.
A proposito delle cucciolate: ricordati che bisogna fare denuncia di cucciolata all’Asl entro dieci giorni dalla nascita, comunicando nome e cognome del proprietario della fattrice, microchip della medesima e numero di cuccioli maschi e femmine nati (vivi o morti). Questo perché in tal modo l’Asl potrà tenere traccia dei cuccioli sul territorio per evitare traffici illegali.
Non esiste un tariffario unico nazionale, perciò ciascun veterinario e ciascuna Asl sono liberi di applicare il prezzo voluto. In generale il costo di applicazione del microchip nel cane si aggira intorno a quello di una visita. Chiedi al tuo veterinario un preventivo.
Applicando il microchip al cane, il veterinario registrerà automaticamente il cane all’Anagrafe Canina. Dovrà utilizzare un’apposita piattaforma e rilasciare al proprietario copia del documento di applicazione del microchip. Un’altra copia sarà inviata ai Servizi Veterinari dell’Asl di competenza.
Quando muore un cane, bisogna cancellarlo dalle liste dell’Anagrafe Canina dandone comunicazione all’Asl. Il tuo veterinario redigerà un certificato di morte che andrà portato ai Servizi Veterinari. Le modalità e le tempistiche sono variabili di Asl in Asl e di regione in regione, quindi chiedi al tuo veterinario di fiducia come comportarti.
Per leggere il microchip di un cane è necessario dotarsi di appositi dispositivi: si tratta dei lettori di microchip dei cani. Ce ne sono di diverse marche, modelli, tipi e prezzi. Alcune tipologie non riescono a leggere proprio tutti i tipi di microchip, soprattutto quelli applicati all’estero.
Se il tuo veterinario non riesce a leggere il microchip del tuo cane, è possibile che ti invii all’Asl per vedere se la lettura riesce ad essere eseguita tramite altro dispositivo. Se anche così non si riesce, è possibile che il microchip si sia inattivato, cosa che talvolta accade. In questo caso starà ai Servizi Veterinari dell’Asl spiegarti come procedere.
Ti starai chiedendo se sia possibile fare una ricerca del proprietario del microchip del cane. La risposta è: sì e no. Andando sul sito dell’Anagrafe Canina pubblica di Salute.gov è possibile ricercare il numero di microchip nell’Anagrafe Canina Nazionale o nelle singole Anagrafi Regionali.
Tuttavia, a causa delle leggi sulla privacy, non potrai vedere il nome del proprietario, i suoi dati o quelli del cane: l’unica cosa che potrai fare è vedere in quale Asl quel cane e quel microchip sono stari registrati.
Se hai perso il tuo cane col microchip, come prima cosa fai denuncia di smarrimento ai Servizi Veterinari dell’Asl di competenza e alle forze dell’ordine (Vigili, Polizia o Carabinieri). Questo è fondamentale: se non fai denuncia e il cane poi viene ritrovato, ti verrà restituito, ma dovrai pagare una multa per presunto abbandono di cane. Se invece è presente la denuncia di smarrimento, al massimo dovrai rimborsare le spese di pensione del cane.
Purtroppo in Italia ci sono molti comportamenti scorretti che ancora fanno sì che dai veterinari continuino ad arrivare cuccioli regalati o venduti senza microchip. La maggior parte dei proprietari non sa che il cucciolo per legge deve essere venduto o regalato con già il microchip applicato e passaggio di proprietà (anche se basta fare una rapida ricerca su Google per sapere come comportarsi).
Il problema è che adesso la legge, dopo una fase diciamo di “sanatoria” e di adeguamento, sarà fatta rispettare alla lettera proprio perché in molti continuano a fare come gli pare, violando la normativa.
Il microchip dei cani è un obbligo di legge, non una scelta facoltativa. Il cane deve essere microchippato entro e non oltre i due mesi di vita. Il microchip deve essere intestato al proprietario della fattrice (cittadino privato, allevatore amatoriale, allevatore professionista o negoziante). In un secondo momento deve essere poi fatto un passaggio di proprietà al nuovo proprietario.
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