Da qualche tempo si parla di metalli pesanti e degli effetti che questi avrebbero sulla salute umana, della loro tossicità e degli alimenti che li contengono. Ma il discorso è controverso e va fatto con senno. Non solo, anche con completezza, per capire di cosa si parla senza allarmismi.
Il trend delle terapie chelanti fai da te, per disintossicare il corpo dai metalli pesanti, è in forte ascesa, ma naturalmente ci sono rischi per chi le affronta senza essere cosciente di cosa facciano. Ci sono rimedi per stoccare questi elementi dai tessuti, però non si può affrontare un percorso simile alla leggera e senza il supporto di uno specialista.
In passato ci fu la moda di eliminare le otturazioni in amalgama d’argento, un materiale metallico a base di mercurio che i dentisti usavano praticamente sempre. Ma se le capsule dentarie restavano stabili in loco, una volta tolte, magari in modo frettoloso, potevano rilasciare più mercurio di quanto non facessero prima.
Di fatto, per eliminare il problema, in realtà si metteva a rischio la salute, favorendo addirittura l’assorbimento di questo metallo, in maniera più veloce. Lo stesso discorso si può fare per diete che depurano, con il supporto di integratori appositi. Le variazioni di alimentazione e stile di vita non vanno fatte in modo superficiale, ma sensato e ragionevole.
In questo articolo parleremo di metalli pesanti e cercheremo di sciogliere dubbi e incertezze in merito, dando qualche spunto di riflessione. La prima cosa da fare è partire dalla loro definizione. In verità, non è semplice come può sembrare, in quanto ci sono due scuole di pensiero.
Da una parte si definiscono metalli pesanti quegli elementi ad alta densità, precisamente superiore a 4,5 grammi per centimetro cubo. Ma dall’altra si è portati ad estendere la nomenclatura anche a quei metalloidi che si sono dimostrati tossici nei confronti degli esseri viventi. Il che ha voluto dire anche escludere dalla lista metalli densi ma non tossici.
Vi facciamo un esempio semplice. Il piombo e il già citato mercurio sono universalmente riconosciuti come metalli pesanti, in quanto sia densi sia tossici. Ma l’oro, se pur denso, non è tossico, al contrario dell’arsenico, che è un metalloide e non un metallo, denso e tossico, o ancora dell’alluminio, che non è denso ma è tossico.
Di fatto ci riferiremo ai metalli pesanti come ad un insieme di metalli di base, metalloidi, lantanidi e attinidi con densità superiore ai 4,5 grammi per centimetro cubo. Ma escluderemo dalla lista quelli a bassa tossicità. Di contro, parleremo anche di elementi a bassa densità ma tossici, se anche non corrispondenti alla definizione canonica.
La risposta, come detto, non è semplice, ma riducendo la lista diventa più facile fare un elenco dove includere i 5 principali metalli pesanti. Ossia quelli considerati densi, ma anche tossici. In più, qualche accenno a malattie e disturbi tipici da intossicazione.
Lo abbiamo visto, una delle contaminazioni da metalli pesanti riguarda gli alimenti, che spesso ne sono fonte. Un metallo che è difficile da evitare è il mercurio, che è presente soprattutto nel pesce. I cibi da evitare sono pesci di grossa taglia, come spada e tonno, mentre sono considerati più sicuri acciughe, sardine, branzini.
Il piombo si accumula a livello osseo, questo significa che i brodi e le zuppe a base di ossa di animali che potrebbero aver subito esposizione al metallo pesante sono deleteri. Ma attenzione a cereali, ortaggi, carni e latticini, perché coltivazioni e pascoli non sono al sicuro da eventuali contaminazioni di acqua e foraggi.
Lo stesso vale per il collegamento tra arsenico inorganico e riso, un cereale che è in grado di assorbire e trattenere questo minerale. Un terreno carico di pesticidi o irrigato con acqua contenente questo metallo, può rendere un alimento tanto usato in cucina meno sicuro di quanto non si pensi.
Un discorso a parte va fatto per il cromo, da dividere in trivalente, sicuro per la salute ed esavalente, quello effettivamente considerato tossico per il fisico. In questo caso è l’acqua contaminata il vero problema, alterata molto probabilmente da scarichi industriali vicini, che possono comprometterne la salubrità e la sicurezza.
Il cadmio è invece presente in cereali, ortaggi, legumi, semi e radici, ma naturalmente in questo come negli altri casi, scegliere alimenti biologici riduce il rischio di contaminazioni. Da sapere però, questo metallo è presente nel fumo di sigaretta, sia a base di nicotina sia elettronica.
Se si vuole evitare di assumere cadmio, è importante evitare o quantomeno ridurre le sigarette per la propria salute generale.
In linea generale, un avvelenamento da metalli pesanti non è comune, specie se consumiamo cibi biologici e non viviamo accanto a fabbriche che possono contaminare acqua, aria e suolo. Ma senza arrivare ad intossicazioni gravi, questi elementi sono comunque forieri di disturbi, con sintomi generali e altri più specifici.
Di tali sintomi non ce ne sono di strettamente legati ad avvelenamento, motivo per cui spesso vengono tradotti come disturbi generici dovuti a cause differenti. In base alla gravità dell’intossicazione, si va da alterazioni passeggere e disagi lievi, fino a malattie più gravi.
Ma quindi come capire se si è intossicati dai metalli pesanti? Di seguito la sintomatologia generale e quella più specifica per ogni metallo.
In caso di sospetto avvelenamento, il medico può suggerire un test di tossicità da metalli pesanti per cercare di individuarli. Per farlo, si prende un piccolo campione di sangue e lo si testa per verificarne la presenza.
Se ci sono sintomi di avvelenamento da metalli pesanti nel corpo, ma il test ematico non evidenzia nulla di anomalo, è possibile che siano prescritti altri esami. In genere questi sono rappresentati da test di funzionalità renale e test di funzionalità epatica, analisi delle urine, analisi dei capelli e analisi delle unghie.
Per i casi lievi di avvelenamento da metalli pesanti, la semplice eliminazione dell’esposizione ai metalli pesanti può essere sufficiente per trattare la condizione. A seconda della causa sottostante, ciò potrebbe significare cambiare dieta o allontanarsi dalla fonte di contaminazione.
Per i casi più gravi, il trattamento standard è la terapia chelante. Ciò comporta la somministrazione di farmaci, tramite una pillola o un’iniezione, che si legano ai metalli pesanti nel corpo.
Ci sono anche terapie chelanti naturali, di solito a base di zeolite ed estratto di coriandolo, ma deve essere un naturopata o comunque un professionista a suggerirle. Si corre infatti il rischio di peggiorare il proprio stato di salute invece che migliorarlo, se si agisce in modo inesperto.
Il nichel e l’alluminio sono due altri metalli con cui entriamo spesso in contatto ogni giorno e più volte al giorno. Il primo è presente in gioielli, alimenti, cosmetici, monete, il secondo è uno dei materiali più adoperati nell’industria alimentare per i confezionamenti. Ma anche se non sono nella lista dei 5 spietati metalli pesanti descritti sopra, anche essi possono creare problemi.
Le allergie da nichel sono tra le più comuni ai giorni nostri, con soggetti che possono sperimentare rash cutanei e disturbi gastrici di varia pesantezza. Di suo, l’alluminio è invece considerato un metallo tossico per il sistema nervoso, con sintomi da intossicazione che vanno da nervosismo e insonnia, fino ad insorgenza di malattie neurodegenerative come SLA e Alzheimer.
L’uso di pentole e contenitori privi di alluminio, o quantomeno l’utilizzo sicuro evitando il contatto con sostanze acide, può limitare molto la contaminazione dei cibi da parte del metallo. Una dieta senza nichel è invece l’alleata numero uno della nostra salute per evitare sovraccarichi di questo minerale.