
Il gruppo Menarini ha chiuso il 2024 con un fatturato di 4,603 miliardi di euro, segnando una crescita del 5,2% rispetto ai 4,375 miliardi del 2023. Questo dato è stato comunicato nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Firenze, alla presenza di Lucia Aleotti, azionista e membro del consiglio di amministrazione, insieme a Elcin Barker Ergun, amministratrice delegata. Durante l’incontro, Aleotti ha evidenziato che l’EBITDA si attesta tra i 430 e i 460 milioni di euro, in aumento rispetto ai circa 350 milioni dell’anno precedente. Nel 2024, Menarini ha prodotto internamente 609 milioni di confezioni di farmaci, mantenendo un organico stabile di 17.800 dipendenti.
Investimenti in ricerca e sviluppo
Aleotti ha sottolineato l’importanza degli investimenti in ricerca e sviluppo, che ammontano a 500 milioni di euro, pari all’11% del fatturato farmaceutico, in crescita rispetto ai 476 milioni del 2023. “Negli ultimi due o tre anni, Menarini ha affrontato sfide significative“, ha dichiarato Aleotti, riferendosi alla scadenza dei brevetti di due farmaci cruciali, che avevano comportato una diminuzione del fatturato superiore ai 300 milioni di euro. La soddisfazione per il recupero di questi importi, insieme al superamento della soglia dei 4,6 miliardi, è palpabile nelle parole della dirigente.
Espansione negli Stati Uniti
In merito alla presenza negli Stati Uniti, Aleotti ha rivelato l’esistenza di un piccolo stabilimento di produzione e diagnostica, oltre a collaborazioni con aziende americane per la produzione di farmaci oncologici. “I dazi non hanno un impatto sulla nostra società”, ha affermato, evidenziando come il mercato statunitense rappresenti un’opportunità attraente per le imprese europee nel settore farmaceutico. “Molte aziende hanno annunciato piani di investimento significativi negli Stati Uniti nei prossimi anni”, ha aggiunto, esprimendo fiducia nel fatto che non ci sarà penalizzazione per le imprese europee.
Critiche alle politiche europee
Aleotti non ha risparmiato critiche alle politiche europee riguardanti l’industria farmaceutica. “L’Europa si sta danneggiando da sola”, ha affermato, sottolineando come il settore farmaceutico, uno dei più nobili e ricchi di innovazione, stia perdendo terreno a causa di scelte miopi. Ha citato le recenti osservazioni del presidente Mario Draghi, che ha parlato di “dazi autoinflitti” dall’Unione Europea, con regole e burocrazia che limitano l’innovazione. Aleotti ha messo in guardia sul calo delle sperimentazioni cliniche in Europa, un trend che ha avvantaggiato le aziende cinesi, sostenute dal loro governo.
Secondo l’azionista di Menarini, l’Unione Europea ha soffocato lo spirito imprenditoriale, creando un contesto normativo che non tiene conto della competizione globale. “Distruggere la spinta imprenditoriale è il peggior errore che si possa fare”, ha concluso, evidenziando la necessità di un cambiamento nelle politiche per favorire l’innovazione e la competitività.