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Mela, una al giorno aiuta a prevenire Alzheimer e demenza

Una mela al giorno rappresenta un rimedio naturale per la prevenzione di Alzheimer e demenza, a sostenerlo uno studio tedesco.

Mela, una al giorno aiuta a prevenire Alzheimer e demenza

Fonte immagine: Pixabay

Una mela al giorno aiuta a togliere l’Alzheimer di torno. Secondo alcuni ricercatori del German Centre for Neurodegenerative Diseases (DZNE) di Bonn, in Germania, questo celebre frutto ridurrebbe il rischio di manifestare la malattia neurodegenerativa. Le conclusioni degli studiosi tedeschi sono state pubblicate sulla rivista scientifica Stem Cell Reports.

Stando ai risultati pubblicati dai ricercatori tedeschi le mele conterrebbero composti utili non soltanto a prevenire l’Alzheimer, ma anche varie altre forme di demenza. Un rimedio naturale a tutti gli effetti sembrerebbe, come sostenuto anche nel celebre adagio.

In particolare i fitonutrienti presenti nella mela favorirebbero la creazione di nuovi neuroni. Merito soprattutto della quercitina, presente nella buccia, e dell’acido diidrossibenzoico, contenuto nella polpa. Gli stessi ricercatori hanno affermato, a commento dello studio:

“Una mela al giorno togli il medico di torno”, potrebbe esserci qualche tipo di verità in questo aforisma. In questo studio abbiamo dimostrato che le mele contengono composti pro-neurogenici sia nella buccia che nella polpa.

Mela, più efficace intera che il solo succo

Se buccia e polpa contribuiscono in maniera evidente alla neurogenesi, la formazione di nuovi neuroni, bere del semplice succo di mela non produrrebbe gli stessi effetti. È proprio grazie ai due composti sopracitati (quercitina e acido diidrossibenzoico) che i ricercatori avrebbero riscontrato, nei topi, una forte riproduzione neuronale nelle aree del cervello deputate alla memoria e all’apprendimento. Hanno concluso gli studiosi tedeschi:

Dato che la concentrazione di quercitina nel succo di mela è davvero bassa (al di sotto dei 2 mg per litro)…abbiamo concluso che si tratta di una concentrazione verosimilmente insufficiente di fotochimici attivi per influenzare la neurogenesi.

Fonte: Stem Cell Reports

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