Mauritius, almeno 39 delfini uccisi dal petrolio
All'isola di Mauritius continuano le morti dovute alla recente contaminazione da petrolio: 39 delfini sono stati rinvenuti senza vita.
Fonte immagine: Jorg Gillward via iStock
Il disastro ambientale sull’isola di Mauritius continua a mietere vittime fra gli animali. Sono almeno 39 i delfini rinvenuti senza vita nel corso degli ultimi giorni, uccisi dal petrolio che ha invaso una vasta area dell’oceano. E ora si teme per la sopravvivenza della barriera corallina, già messa a dura prova dai cambiamenti climatici.
Il dramma è cominciato lo scorso 25 luglio, quando una petroliera giapponese si è incagliata lungo le coste dell’isola. La nave ha iniziato rapidamente a rilasciare petrolio in mare e, dopo pochi giorni, si è spezzata in due sversando sulla barriera corallina gran parte del suo carico. Più di 1.000 tonnellate di greggio sono finite in mare, determinando la morte di delfini, balene, tartarughe, uccelli marini e molte altre specie.
Negli ultimi giorni, diversi delfini sono stati rinvenuti spiaggiati lungo la costa. Gli esemplari risultavano completamente ricoperti di petrolio, presentavano ferite determinate proprio dal contatto con il combustibile ed enormi quantità di greggio nelle fauci.
Greenpeace ha diramato un immediato allarme, sottolineando la necessità di avviare una repentina indagine per capire a fondo quali siano le condizioni della fauna marina locale. Così ha spiegato Happy Khambule, responsabile delle campagne energetiche e sul cambiamento climatico di Greenpeace Africa:
Questo è un giorno profondamente infelice e allarmante per le persone e per la biodiversità di Mauritius. È necessario che le autorità conducano un’autopsia rapida, trasparente e pubblica dei corpi recuperati.
Sul caso è intervenuto anche Vijay Naraidoo, co-direttore di Dis Moi, un gruppo ambientalista dell’isola:
L’oceano è parte ci ciò che siamo. È per questo che molti abitanti di Mauritius si sono risvegliati angosciati e spaventati dalla fuoriuscita di petrolio, poiché potrebbe ucciderlo.
Fonte: New York Times