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Mascherine, l’impatto ambientale sarà eterno

Le mascherine potrebbero determinare un impatto eterno sull'ambiente: è quanto spiega un esperto in microplastiche in un intervento per BBC.

Mascherine, l’impatto ambientale sarà eterno

Fonte immagine: ivabalk via Pixabay

Le mascherine e gli altri dispositivi di protezione potrebbero avere un “impatto eterno” sull’ambiente. È quanto spiega Christian Dunn, esperto in contaminazione da microplastiche, in un intervento per BBC. Senza precise misure approvate dai governi internazionali, il problema dell’inquinamento da plastica non potrà essere affrontato in modo efficace.

Sono già ormai diversi gli studi e le segnalazioni sugli effetti delle mascherine abbandonate nell’ambiente. Questi dispositivi sono essenziali per affrontare la pandemia da coronavirus. Eppure i cittadini non provvedono al loro smaltimenti corretto, con danni irrecuperabili per gli oceani e gli animali.

Mascherine e plastica: lo stop del COVID

La maggior parte dei governi occidentali aveva avviato misure di contenzione all’inquinamento da plastica, prima dell’inizio dell’attuale pandemia da COVID-19. Molti Paesi avevano optato per il divieto a sacchetti monouso, cannucce e packaging usa e getta, imponendo tasse e multe severissime per i trasgressioni. Il coronavirus ha portato però alla revisione di molte di queste misure o, ancora, alla sospensione dei progetti in corso.

Ad esempio, in moltissime strutture pubbliche sono tornate bottiglie e bicchieri in plastica monouso, considerati più efficaci per contenere eventuali contaminazioni rispetto ad altri materiali riutilizzabili. Alcuni governi, come quello del Galles, avevano approvato leggi per raggiungere l’obiettivo “zero plastica” entro il 2050. Iniziative poi cancellate durante questi mesi di lockdown.

Un problema eterno

Ogni mese vengono prodotti miliardi di mascherine usa e getta, per sopperire al fabbisogno a livello mondiale. La gran parte di questi dispositivi non viene smaltita correttamente e, una volta nell’ambiente, raggiunge velocemente gli oceani. Una stima pubblicata durante l’estate ha sottolineato come presto nel Mediterraneo potrebbero esservi più DPI che meduse, un danno inimmaginabile per la sopravvivenza di molte specie vegetali e animali.

Nell’immediato, gli animali rimangono vittime di questi dispositivi. Le tartarughe, ad esempio, scambiano le mascherine per prede: ingoiandole, incontrano la morte. Uccelli e pesci rimangono spesso intrappolati nei lacci, mentre sono stati rinvenuti molti esemplari di terra – dai cervi ai pinguini – con questi dispositivi bloccati nello stomaco.

Eppure non è solo il danno immediato quello che preoccupa gli esperti, ma anche le conseguenze future. Decomponendosi lentamente, le mascherine rilasciano grandi quantità di microplastiche: dei contaminanti praticamente impossibili da recuperare. Così ha spiegato l’esperto:

Sebbene dobbiamo stare molto attenti alle implicazioni per la salute, non possiamo permetterci distrazioni. Il COVID prima o poi sparirà. La plastica no. Rimarrà qui per sempre.

Fonte: BBC

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