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Cos’è il mannitolo e a cosa serve

Il mannitolo, o mannite, è una sostanza nota per le sue proprietà benefiche. Si tratta di un polialcol naturale, fa parte della famiglia dei polialcoli monosaccaridi, puoi trovarlo segnalato nelle etichette di molti prodotti alimentari con la sigla E421. Oltre che per il suo potere edulcorante, il mannitolo è noto anche in ambito medico come diuretico e lassativo.

Cos’è il mannitolo e a cosa serve

Fonte immagine: Pixabay

Il mannitolo, spesso indicato con il nome di “mannite”, è una sostanza versatile che viene impiegata in diversi ambiti, da quello alimentare fino al campo farmaceutico. Per l’esattezza, si tratta di un polialcol naturale, un membro della famiglia dei polialcoli monosaccaridi. È possibile trovarlo in natura in molte piante, perlopiù conifere, ma anche nei funghi e nelle alghe.

Il nome “mannitolo” deriva dalla manna, la linfa che viene estratta dalla corteccia del frassino comune, una delle piante da cui viene ricavata questa sostanza.

Data la grande versatilità e le interessanti proprietà del mannitolo, questo alcole dello zucchero viene utilizzato sia come dolcificante che come rimedio per il trattamento di diverse condizioni. In campo medico, ad esempio, viene impiegato per ridurre la pressione intracranica e quella intraoculare.

Di seguito vedremo da vicino che sostanza è il mannitolo, come viene impiegata e quali sono i possibili effetti collaterali da conoscere e da saper riconoscere.

Cos’è il mannitolo?

Il mannitolo, o mannite, è essenzialmente uno zucchero che viene ottenuto, in natura, dalla manna da frassino, dalle alghe e da altri membri del regno vegetale. Questa sostanza può essere anche sintetizzata in laboratorio, partendo dal normale saccarosio.

Come anticipato, il mannitolo trova impiego sia nella preparazione di alimenti, perlopiù quelli senza zucchero, sia nella formulazione di farmaci e medicinali.

In campo medico, il mannitolo fa parte della famiglia dei diuretici osmotici, per cui viene impiegato soprattutto per eliminare l’acqua in eccesso, nel trattamento di diverse condizioni.

Nel campo alimentare, invece, questo polialcol esercita un’azione stabilizzante, gelificante e addensante, ma viene impiegato soprattutto per le sue proprietà dolcificanti, che lo rendono un valido ingrediente nella produzione di alimenti per diabetici.

Che differenza c’è tra mannite e mannitolo?

Generalmente, quando si parla di “mannitolo” si fa riferimento alla sostanza sintetizzata a livello industriale, mentre con il termine “mannite” si indica la stessa sostanza, ma estratta in natura. In entrambi i casi, si parla però del medesimo elemento.

Mannitolo come dolcificante

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Fonte: Pexels

Oltre che come addensante e stabilizzante, il mannitolo trova spazio nell’industria alimentare anche per le sue proprietà dolcificanti. Come altri edulcoranti, come xilitolo e sorbitolo, questa sostanza è infatti molto meno calorica rispetto al saccarosio. Essa apporta circa 1,6 calorie per un grammo, contro le 4 calorie apportate dallo zucchero.

Ciononostante, va detto che il mannitolo ha un potere addolcente pari alla metà, circa il 60%, rispetto a quello dello zucchero. Uno degli elementi a favore dello “zucchero” mannitolo riguarda l’assenza di cariogenicità. A differenza del comune zucchero presente nei dolci, infatti, la mannite non provoca la formazione di carie.

Tutti questi fattori, uniti al suo indice glicemico molto basso, rendono il mannitolo un valido ingrediente per la preparazione di alimenti per diabetici, in quanto il prodotto non altera i livelli della glicemia nel sangue.

Questo ingrediente è impiegato anche nella realizzazione delle gomme da masticare senza zucchero e nel campo della “confetteria”. Poiché presenta una bassa igroscopicità, ossia non assorbe l’acqua presente nell’aria, il polialcol aiuta a mantenere i prodotti asciutti, facendo in modo che non si incollino all’incarto, un fattore di certo utile nella produzione di alimenti come gomme e caramelle.

Dove si trova il mannitolo negli alimenti?

Puoi trovare questo ingrediente in numerosi alimenti e dolciumi, sotto forma di additivo alimentare, approvato nell’UE e indicato con la sigla E420.

Il mannitolo si trova spesso nelle gomme da masticare e nelle caramelle alla menta, per via del suo forte effetto rinfrescante.

Si trova inoltre nelle preparazioni a base di frutta, nei biscotti e nei prodotti da forno a basso contenuto calorico, nei cereali per la colazione, in alcune salse, negli alimenti light, negli integratori alimentari e nei cibi senza glutine.

Poiché a dosi eccessive può causare diarrea, solitamente i prodotti contenenti più del 10% di mannitolo riportano in etichetta una dicitura che avvisa che un consumo eccessivo del prodotto potrebbe avere effetti lassativi.

Uso del mannitolo come diuretico e lassativo

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Fonte: Pexels

Oltre che come dolcificante, il mannitolo trova largo spazio anche in campo medico e farmaceutico, dove viene impiegato per via dei suoi effetti diuretici e lassativi. Dal momento che non viene digerita né assorbita dall’intestino, una volta assunta la mannite può infatti esercitare degli effetti lassativi.

Essa ha la capacità di richiamare l’acqua e di aumentare, di conseguenza, volume e consistenza delle feci, stimolando i movimenti intestinali.

Quando prendere il mannitolo?

Come principio attivo, il mannitolo viene impiegato per le sue proprietà diuretiche, appartiene infatti alla classe dei diuretici osmotici, in quanto è in grado di aumentare il volume delle urine. Per queste sue proprietà, il mannitolo viene somministrato per:

  • Aumentare la produzione di urine nei pazienti con difficoltà renali, prima che si consolidi uno stato di insufficienza renale irreversibile
  • Trattare la pressione alta nel cervello e nel midollo spinale: il mannitolo viene impiegato per fronteggiare condizioni come edema cerebrale e per ridurre la pressione intracranica
  • Ridurre la pressione oculare, ossia la pressione all’interno degli occhi
  • Terapia di supporto per i pazienti con sintomi polmonari dovuti alla fibrosi cistica
  • Favorire l’eliminazione delle sostanze tossiche dall’organismo.

Inteso come farmaco, nel trattamento dell’alta pressione intracranica e della scarsa produzione di urina e di altre condizioni, il mannitolo deve essere somministrato tramite flebo e per via endovenosa.

Mannitolo come lassativo

La somministrazione orale del mannitolo, in compresse o sotto forma di panetto, avrà invece degli effetti lassativi. Generalmente l’effetto inizia a manifestarsi nell’arco di poche ore dall’assunzione del prodotto.

Per tale ragione, è consigliabile assumere il mannitolo quando ci si trova in un luogo “comodo”, in modo da avere la possibilità di andare in bagno quando necessario.

Effetti collaterali

Prima di assumere il mannitolo sotto forma di medicinale, è importante valutare i possibili pro e contro del trattamento. Solitamente, tra gli effetti collaterali più comuni vi sono:

  • Dolore al petto
  • Abbassamento o aumento della pressione sanguigna
  • Nausea e vomito
  • Brividi e febbre
  • Convulsioni
  • Vertigini
  • Flebite
  • Mal di testa
  • Acidosi
  • Disturbi cardiaci
  • Squilibri idroelettrolitici
  • Alterazioni della vista
  • Eruzioni cutanee e orticaria.

Interazioni farmacologiche

Sebbene non possa comportare gravi interazioni con altri farmaci, il mannitolo potrebbe alterare il funzionamento di alcuni medicinali, come alcuni antibiotici e diuretici, la nitroglicerina rettale, il cloruro di magnesio, il citrato di magnesio, idrossido e ossido di magnesio e con il solfato di magnesio.

In tutti i casi, se intendi assumere questo dolcificante, prima di farlo parlane con il medico curante.

 

Fonti

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