Mangiare cibi fritti aumenta il rischio cardiovascolare
Mangiare troppo spesso cibi fritti aumenta il rischio per il cuore e le arterie coronariche secondo uno studio USA.
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Mangiare cibi fritti è davvero nocivo per la salute cardiovascolare. Questo è quanto affermano i ricercatori del VA Boston Healthcare System Hospital, alle dipendenze dello United States Department of Veterans Affairs. Stando ai risultati presentati sulla rivista scientifica “Clinical Nutrition” a rischio sarebbero nello specifico le arterie coronariche.
Secondo i ricercatori basterebbe mangiare una volta a settimana patatine fritte, donut (ciambelle fritte) o anelli di cipolla per incrementare il rischio di CAD (Coronary Artery Disease). Lo studio è stato condotto su 154.663 militari inclusi nel Million Veteran Program, che al momento dello studio presentavano un’età media di 64 anni. I risultati hanno portato alla conclusione che più profonda è la frittura del cibo e più facilmente si incorrerà nella patologia cardiovascolare. In buona parte a causa del riscaldamento degli oli impiegati durante la cottura, che rilascerebbero aldeidi responsabili dell’incremento della pressione sanguigna e della riduzione del colesterolo buono HDL (oltre a comprendere un elevato ammontare di calorie e grassi).
A ciascun volontario è stato chiesto con che frequenza consumasse cibi fritti, con valori compresi tra “meno di una volta a settimana” e “tutti i giorni”. A condurre lo studio la dott.ssa Jacqueline Honerlaw, secondo la quale con l’aumentare del numero di porzioni settimanali aumenterebbe anche il rischio CAD: 14,61 ogni 1000 volontari che consumavano fritti una volta a settimana; 16,57/1000 da una a tre volte; 18,28/1000 ogni giorno. L’essere sovrappeso incrementerebbe ulteriormente i pericoli legati al consumo di cibo fritto.
Se da un lato la cottura tramite frittura aumenta i rischi cardiovascolari, dall’altro anche l’olio può rivelarsi un alleato del cuore. Soprattutto scegliendo un olio extravergine d’oliva, ad esempio impiegato con misura a condimento di un’insalata o a crudo su una pizza Margherita. Importante in questi casi affidarsi a prodotti di qualità, certificati e che ne permettano attraverso l’etichetta la tracciabilità.