Luppolo: proprietà e controindicazioni
Pianta del luppolo: come coltivarla, quali sono le proprietà, i benefici e come utilizzarne i frutti in cucina o per la produzione di birra.
Fonte immagine: Foto di Jenny Johansson da Pixabay
Il luppolo è una soluzione naturale dai molteplici benefici. Questa pianta appartiene alla famiglia delle Cannabaceae ed è spesso accostata alla produzione di birra, sebbene il suo utilizzo possa andare ben oltre tale applicazione. Diverse sono le zone del corpo e della mente che possono trarre giovamento dal suo impiego erboristico.
Il nome scientifico del luppolo è Humulus lupulus, si tratta di una pianta perenne (a portamento rampicante) caducifoglia, che può raggiungere un’altezza di 7 metri e fiorisce in estate.
Luppolo, caratteristiche della pianta
Le foglie hanno un margine seghettato, mentre i fiori sono unisessuali e si differenziano a seconda dell’appartenenza: nelle piante femminili assumono forma di coni membranosi (utilizzati nella preparazione dei rimedi naturali) mentre in quelle maschili di pannocchie pendule (il cui polline è trasportato dal vento).
Dove si trova la pianta di luppolo
In natura la pianta di luppolo si trova in corrispondenza di ambienti freschi e con abbondanti risorse d’acqua. Cresce spontaneamente nelle vicinanze delle rive dei fiumi, ma anche ai margini dei boschi e presso le siepi.
Preferisce le aree non troppo umide, dalla pianura fino a un massimo di circa 1200 metri d’altitudine, ed è in grado di resistere anche a temperature molto basse (fino a -30 gradi). In Italia cresce spontaneamente perlopiù nelle Regioni settentrionali.
Coltivazione del luppolo
La pianta di luppolo è utilizzata già dai tempi antichi, mentre la sua coltivazione viene fatta risalire ala Germania del IX secolo. In Italia tale pratica agricola è arrivata molto più tardi, intorno alla metà del 1800.
Richiede un terreno ricco di sostanza organica e non troppo compatto, così da permettere alle radici di espandersi senza grosse difficoltà. È consigliato l’utilizzo di letame o altro concime (anche compost) durante la fase di preparazione del terreno.
È bene ricordare che a partire dal secondo anno i fusti di queste piante richiederanno la realizzazione di supporti, solitamente fili metallici tesi lungo la linea di coltivazione.
Da tenere a mente che il luppolo può essere minacciato da vari parassiti delle piante, e quindi richiederà l’utilizzo di soluzioni naturali specifiche. Tra i nemici giurati di questo esemplare figurano gli afidi, i ragnetti rossi, la peronospora e la ruggine del grano.
Come viene raccolto il luppolo
La raccolta dei coni di luppolo comincia verso la fine di agosto e prosegue per tutto il mese di settembre. In alcuni casi tale processo si prolunga fino ai primi giorni di ottobre.
Prima di passare al come viene raccolto il luppolo è bene ricordare brevemente come riconoscere i coni maturi e pronti. Le piccole “pigne” prodotte dalla pianta devono risultare di colore verde molto chiaro, con punte leggermente brune. Da notare soprattutto la superficie, che al tatto dovrà ricordare la ruvidità della carta.
I frutti maturi potranno essere raccolti direttamente a mano. A questo punto occorre decidere la destinazione di tali prodotti: per la produzione di birra e per l’utilizzo come rimedi naturali occorrerà procedere preventivamente con l’essiccazione.
Nota a margine: chi invece vorrà consumare i germogli di luppolo all’interno della propria dieta dovrà anticipare il raccolto alla primavera, anziché in estate.
Luppolo, proprietà
Una delle proprietà maggiormente riconosciute al luppolo è l’azione sedativa. Utile sia per contrastare l’insonnia che per attenuare possibili stati d’ansia, stress o agitazione nervosa. A garantire tali effetti benefici sono i sottoprodotti dell’ossidazione dell’alfa-acido amaro umulone e dal beta-acido amaro lupulone.
Luppolo che si rivela utile anche per agevolare i processi digestivi, come anche il finocchio, grazie alla sua azione stimolante nei confronti delle secrezioni gastriche e dell’appetito. Si ritiene efficace anche nel trattamento delle gastriti di origine nervosa, proprio in virtù della suddetta azione sedativa.
Alcuni studi hanno indicato il luppolo come possibile soluzione antitumorale, grazie all’azione offerta da flavonoidi e fitoestrogeni. Bersaglio dell’azione benefica del luppolo sembra siano la crescita delle cellule tumorali, la proliferazione di forme maligne di tumori al colon, al seno e alle ovaie, oltre allo sviluppo di leucemia monoblastica acuta.
Controindicazioni
I principali effetti collaterali associati all’assunzione di luppolo interessano l’eccesso nel suo impiego e la possibile ipersensibilità a uno o più dei suoi componenti. Tra le manifestazioni riscontrate vertigini e variazioni dal punto di vista cognitivo.
Le controindicazioni interessano invece specifiche categorie di persone come ad esempio le donne in gravidanza, così come quelle che presentano tumori al seno di tipo “estrogeno dipendente”.
Sono inoltre da valutare con attenzione, insieme col proprio medico curante, le implicazioni di tipo farmacologico. L’utilizzo di luppolo è sconsigliato per coloro che assumono psicofarmaci, anti-depressivi o che seguono terapie ormonali.
Attenzione infine anche per la possibile interazione del luppolo con i farmaci barbiturici, dei quali potrebbe prolungare in maniera non meglio precisata la durata d’effetto.
Come si usa il luppolo
L’utilizzo del luppolo è piuttosto vario: dalla produzione di birra fino alla cura di alcuni malanni e disturbi, passando per l’uso in cucina. Il suo impiego richiederà procedimenti e attenzioni differenti, come vedremo di seguito.
Birra
Cosa fa il luppolo nella birra? Perché viene impiegato? Il processo di birrificazione ne prevede l’utilizzo sia per il suo aroma tipico, che per la capacità di donare il gusto amaro alla bevanda. Proprio quest’ultima caratteristica si rivela fondamentale, andando a bilanciare il sapore altrimenti dolciastro apportato dal malto (ottenuto mediante la fermentazione dell’orzo).
Si utilizzano i coni essiccati, da aggiungere durante la bollitura del prodotto. Occorre però ricordare che maggiore sarà la permanenza del luppolo e superiore risulterà il grado di amaro, sacrificando l’aroma.
Un modo per bilanciare tale effetto è quello di inserire dei coni nella fase finale della bollitura, detti anche luppoli da aroma.
Rimedi naturali
Anche per realizzare dei rimedi naturali a base di luppolo è utilizzato il cono essiccato. Da questo si ottengono decotti e tisane, dallo spiccato sapore amaro.
Il luppolo in cucina
Come anticipato, in cucina si utilizzano i germogli apicali di luppolo. Per forma e per gusto possono ricordare gli asparagi, con un sapore che risulta amarognolo e aromatico.
Come accade per gli asparagi, gli utilizzi più apprezzati per questa pianta sono la preparazione di risotti (consigliato la varietà di riso detta vialone nano) e di frittate. In entrambi i casi viene spesso utilizzato in abbinamento con il Parmigiano Reggiano DOP.