
Il 1° marzo 2025, durante una conferenza stampa, la Commissione Europea ha comunicato che il progetto di estendere il Nutri-Score a livello comunitario è stato classificato come un tema di notevole complessità e, di fatto, non sarà più considerato prioritario. Sebbene non ci sia stata una dichiarazione ufficiale che ne sancisca l’abbandono definitivo, le indicazioni suggeriscono che l’adozione di questo sistema di etichettatura non avverrà. In sostanza, non diventerà obbligatorio e, qualora si decidesse di implementare un nuovo sistema di etichettatura, ci vorranno anni per realizzarlo, poiché sarà necessario ripetere gli studi di efficacia.
In Italia, il clima è di celebrazione tra le lobby di Coldiretti, il Governo e aziende come Ferrero, che si sono opposte al progetto. Queste forze sono riuscite a persuadere la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, a rallentare l’introduzione di un’etichetta che, secondo i piani iniziali, avrebbe dovuto essere obbligatoria entro la fine del 2022. Il governo italiano ha avuto un ruolo cruciale in questo processo, tanto da introdurre un’etichetta alternativa, la NutrInform Battery, che risulta così complessa da essere stata criticata dai nutrizionisti e praticamente non utilizzata dalle aziende.
Il Nutri-score in europa
La notizia che il Nutri-Score non sarà obbligatorio nell’Unione Europea non implica affatto che questo sistema di etichettatura sia destinato a scomparire. Infatti, i lobbisti italiani sembrano ignorare il fatto che il Nutri-Score è già utilizzato in sette paesi europei: Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera. Inoltre, altri paesi, come la Finlandia, stanno considerando la sua adozione.
È importante chiarire che in Italia il Nutri-Score non è vietato. Prodotti con l’etichetta a semaforo sono disponibili in catene di supermercati come Carrefour ed Esselunga, oltre che in discount come Aldi e Lidl, e in negozi specializzati. Alcuni marchi, come Mutti, lo utilizzano anche all’estero. In Francia, ben 1.450 marchi hanno registrato il Nutri-Score presso l’Agenzia Nazionale di Salute Pubblica (Santé Publique France), il che significa che oltre il 60% dei prodotti alimentari in commercio nel paese presenta questa etichetta.

Abbiamo interpellato Serge Hercberg, professore all’Università di Parigi 13 e ideatore del Nutri-Score, per comprendere meglio la situazione attuale della Commissione Europea.
Il progetto di adottare il nutri-score a livello europeo è destinato ad essere abbandonato ufficialmente dall’ue?
Attualmente, si può affermare che la Commissione Europea non ha rispettato gli impegni assunti nel 2020, all’interno della strategia Farm to Fork, per l’implementazione obbligatoria di un logo nutrizionale basato su evidenze scientifiche, come il Nutri-Score. Questo logo nutrizionale doveva entrare in vigore prima della fine del 2022, ma tale scadenza è stata posticipata più volte, senza che il progetto sia stato realizzato fino ad oggi.
Nonostante ciò, la Commissione ha rispettato alcune delle premesse stabilite, come il parere dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e quello del Centro Comune di Ricerca (JRC) dell’Unione Europea, il quale ha pubblicato un rapporto scientifico nel 2022 che evidenziava l’efficacia dei sistemi interpretativi a colori, come il Nutri-Score. Inoltre, è stata avviata una consultazione pubblica tra dicembre 2021 e marzo 2022 per raccogliere le opinioni dei cittadini e delle parti interessate riguardo alla legislazione dell’UE in materia di informazioni alimentari.

Da questa consultazione è emerso un chiaro supporto da parte di associazioni dei consumatori, cittadini, ONG e autorità pubbliche per un logo nutrizionale che fornisca informazioni globali, in linea con le caratteristiche del Nutri-Score. Al contrario, gli attori economici hanno preferito altre soluzioni.
Quando sono cambiati i programmi?
Il 19 febbraio 2024, il Commissario europeo per l’Agricoltura, Christophe Hansen, ha presentato una visione per l’agricoltura e l’alimentazione del futuro, senza menzionare le misure proposte nel 2020, incluse quelle per il logo nutrizionale obbligatorio. Questo è avvenuto nonostante l’esistenza di oltre 150 studi scientifici a favore del Nutri-Score e dei risultati favorevoli della tabella di marcia stabilita dalla Commissione.
Qual è stato il ruolo delle lobby?
Un’inchiesta condotta dall’unità investigativa di Radio France ha rivelato le pressioni esercitate da forze politiche, in particolare dal governo italiano, che sono riuscite a bloccare l’implementazione del Nutri-Score, senza però che ci fosse un abbandono ufficiale del progetto.
In sintesi, non esiste alcuna dichiarazione ufficiale che confermi l’abbandono dell’adozione di un logo nutrizionale obbligatorio in Europa, ma la Commissione ha chiaramente smesso di considerarlo tra le sue priorità, continuando a sostenere di lavorare su questioni complesse.
Quindi nutri-score addio?
Il Nutri-Score ha subito una battuta d’arresto, ma non è ancora giunto al suo epilogo. Questo sistema continuerà a essere utilizzato nei sette paesi che lo hanno adottato, rimanendo comunque un’opzione volontaria per le aziende. Altri stati potrebbero seguire il suo esempio. Il Nutri-Score gode del supporto di una vasta comunità scientifica, operatori sanitari, associazioni di consumatori e ONG, tutte unite nel richiedere maggiore trasparenza sulla qualità nutrizionale degli alimenti. È proprio questa domanda sociale che potrà contrastare le pressioni delle lobby contrarie. La lotta continua, basata su evidenze scientifiche e sulla salute pubblica, contro coloro che, per interessi economici, ostacolano l’adozione di misure utili per la salute dei consumatori.
La commissione punta a una nuova etichetta?
La situazione attuale è paradossale. Non ha senso avviare un nuovo processo, che ricalca le strategie delle lobby per ritardare misure che le infastidiscono. Esiste già un logo, il Nutri-Score, supportato da oltre 150 studi scientifici che ne validano sia l’algoritmo di calcolo che il formato grafico. Ripartire da zero richiederebbe almeno un decennio per giungere a un sistema simile al Nutri-Score.
Non ci sono prove scientifiche che giustifichino l’abbandono del Nutri-Score, e la Commissione Europea non ha fornito alcuna giustificazione valida; l’unica motivazione avanzata è di natura politica, poiché il Nutri-Score è considerato “polarizzante”, in quanto non gradito al governo italiano e a potenti lobby come Ferrero, Lactalis, Coca-Cola, Mars, Mondelēz e COPA COGECA.
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