
Le basi della pensione di reversibilità (www.greenstyle.it)
La pensione di reversibilità rappresenta un fondamentale supporto economico per i familiari superstiti di un pensionato.
Questo trattamento pensionistico, erogato dall’INPS, è soggetto a regole specifiche che possono variare di anno in anno. Nel 2025, le normative relative alla pensione di reversibilità continuano ad evolversi, introducendo novità significative che interessano anche gli ex coniugi divorziati.
La pensione di reversibilità è un diritto riconosciuto ai familiari del pensionato defunto, e l’importo che ciascun beneficiario può ricevere dipende dal grado di parentela con il defunto. Secondo le disposizioni attuali, il coniuge superstite ha diritto al 60% della pensione goduta in vita dal pensionato, mentre ai figli superstiti spetta una percentuale più alta: il 70% per il figlio unico, l’80% in caso di due figli, e il 100% se ci sono tre o più figli. Queste percentuali rimangono valide anche per il 2025, confermando la protezione economica per le famiglie in lutto.
L’importo della pensione di reversibilità può variare a seconda della situazione economica del superstite, come stabilito dalla Legge 8 agosto 1995, n. 335, nota come Riforma Dini. Ogni anno, l’INPS stabilisce i limiti di reddito personale per poter accedere a questo supporto, garantendo che il beneficio sia destinato a coloro che ne hanno effettivamente bisogno.
Riconoscimento del diritto per gli ex coniugi
Una delle novità più rilevanti riguarda il diritto degli ex coniugi divorziati a ricevere una parte della pensione di reversibilità. Recenti pronunce della Corte di Cassazione, in particolare l’ordinanza n. 5839 del marzo 2025, hanno chiarito che un ex coniuge può avere diritto a una quota della pensione di reversibilità, a condizione di soddisfare due requisiti fondamentali: deve essere titolare di un assegno divorzile stabilito dal giudice e non deve essersi risposato.
Questa disposizione è di particolare importanza, poiché riconosce il diritto degli ex coniugi a un sostegno economico, tenendo conto dell’impatto che la perdita del partner può avere sulle loro finanze. Se entrambe le condizioni sono rispettate, l’ex coniuge può ricevere una quota della pensione di reversibilità insieme al coniuge superstite.

La ripartizione della pensione di reversibilità non è automatica; essa dipende da una valutazione del giudice che tiene conto di diversi fattori. In particolare, la giurisprudenza ha stabilito che, in caso di presenza di un ex coniuge e di un coniuge superstite con entrambi i requisiti per accedere alla pensione, la quota spettante a ciascuno deve essere determinata tenendo conto di vari elementi. Tra questi, la durata del matrimonio con il defunto rappresenta un criterio principale, ma non l’unico.
Altri fattori che il giudice considererà includono:
- Condizioni economiche: I redditi e il patrimonio di entrambi i coniugi, nonché la loro capacità lavorativa, sono essenziali per capire quale quota della pensione possa essere equamente distribuita.
- Assistenza prestata: La valutazione dell’assistenza morale e materiale fornita al defunto durante il matrimonio e in periodi di malattia può influire sulla decisione.
- Presenza di figli: La presenza di figli, situazioni di disagio economico o ulteriori circostanze familiari possono anch’esse incidere sulla ripartizione.
Un approccio solidaristico
L’ordinanza n. 5839/2025 sottolinea che la quota di pensione spettante all’ex coniuge non deve necessariamente corrispondere all’importo dell’assegno divorzile. Inoltre, il giudice non ha un limite massimo da rispettare, ma deve considerare ogni elemento rilevante per garantire che la ripartizione risponda alla finalità solidaristica dell’istituto. Questo principio mira a tutelare non solo il coniuge superstite, ma anche l’ex coniuge, che potrebbe aver fatto affidamento sul sostegno economico del defunto.
Le recenti sentenze della Corte di Cassazione hanno un impatto significativo sul modo in cui le pensioni di reversibilità vengono gestite e ripartite. Queste decisioni non solo chiariscono i diritti degli ex coniugi divorziati, ma stabiliscono anche un precedente importante per i casi futuri.