Listeriosi nei cani: sintomi e cure
La listeriosi nei cani è un'infezione batterica provocata da un batterio mobile, resistente all'ambiente ma inattivato dalla cottura, dalla pastorizzazione e dai disinfettanti. La malattia spesso decorre nel cane in maniera asintomatica, ma è possibile anche notare sintomi come setticemia ed encefalite. Per avere conferma della malattia, è necessario fare un esame batteriologico. La cura prevede l'uso di antibiotici.
In questi giorni si sente parlare spesso di listeriosi, con diversi casi accertati a causa del consumo di alcuni marchi di wurstel di pollo crudi, ma non solo: è stata trovata anche in alcuni tramezzini. Ebbene, anche nei cani la listeriosi può provocare sintomi gravi.
Ma come fa il cane a contrarre un’infezione da Listeria monocytogenes? A quali sintomi è bene prestare attenzione? Ed esiste una terapia per curare la listeriosi nei cani? Ecco qualche risposta.
Le cause della listeriosi nei cani
Con il termine di listeriosi si intende un’infezione batterica sporadica provocata dal batterio Listeria monocytogenes, a 28°C è molto mobile a causa della presenza di flagelli. Si tratta di un batterio mobile, gram-positivo, non sporigeno, aerobio-anaerobio facoltativo, alofilo, catalasi positivo e ossidasi negativo.
È molto resistente nell’ambiente, prospera fra i 4 e i 44°C. È inattivato dalla cottura, dalla pastorizzazione e dai disinfettanti come l’ipoclorito di sodio o l’etanolo ma solo per il 70%.
Come batterio è un saprofita ubiquitario che è stato isolato sul suolo, in ambiente vegetale, in diverse specie di mammiferi, uccelli, pesci e crostacei, nelle acque, nei mangimi, negli insilati, nel meconio, nel latte, nei formaggi, nelle feci e nel terriccio.
Come si trasmette?
Il serbatoio naturale della L. monocytogenes sono il terriccio e il tratto gastroenterico dei mammiferi. In particolare questi ultimi, tramite le feci, contaminano la vegetazione. Gli animali al pascolo ingeriscono così la listeria, contribuendo a contaminare ulteriormente suolo e vegetazione.
La modalità di trasmissione principale da animale ad animale è per via oro-fecale. Oltre che con le feci, il batterio può essere eliminato anche col latte e le secrezioni uterine. Nei ruminanti la malattia tende a manifestarsi soprattutto in inverno e primavera in quanto il pH meno acido del solito degli insilati contaminati favorisce la moltiplicazione del batterio.
Una decina di giorni dopo che i ruminanti si sono nutriti degli insilati infetti, ecco che partono i sintomi. Parlando nello specifico dei cani, solitamente la trasmissione della listeriosi avviene mangiando cibo o mangimi contaminati. Tuttavia è anche possibile che i nostri cani si infettino tramite il contatto diretto con persone, animali o ambiente contaminato.
Esiste anche la possibilità della trasmissione verticale, per inalazione o per via sessuale. Nel caso di aborto, tutti gli scoli, le urine e i materiali rappresentano una fonte di contagio. Inoltre i cuccioli che nascono e sopravvivono possono essere già infetti a causa di un contagio intrauterino.
Patogenesi dell’infezione da Listeria monocytogenes nel cane
Una volta che i batteri sono ingeriti o inalati ecco che tendono a provocare sintomi a seconda dell’organo che colonizzano.
Le varie sindromi sono tipiche delle diverse specie sensibili: in tutte le specie possiamo avere aborto o mortalità perinatale, mentre nei giovani ruminanti, nei cani e gatti abbiamo spesso forme di setticemia, nei ruminanti adulti abbiamo encefaliti o meningoencefaliti e nei polli abbiamo setticemia con necrosi cardiaca e/o epatica.
In particolare, in cani, gatti, conigli e piccoli mammiferi in generale, spesso vediamo forme di listeriosi settica o viscerale. Inoltre lo stesso tipo di malattia si sviluppa nei giovani ruminanti prima che il rumine diventi pienamente funzionale.
Può comportarsi in due modi come batterio:
- saprofita intestinale
- parassita endocellulare
Quali sono i sintomi della listeriosi nei cani?
La Listeria monocytogenes è responsabile di una forma di tossinfezione alimentare. Spesso la listeriosi nei cani decorre in maniera asintomatica, ma attenzione: a volte gli animali possono fungere da portatori sani. Ma è anche vero che la listeriosi può provocare sintomi gravi nei cani o gatti, conigli:
- setticemia
- encefalite
- aborto
Diagnosi nel cane
Nel cane la diagnosi di listeriosi ha bisogno di un esame batteriologico per la conferma. I sintomi sono del tutto aspecifici e comuni a parecchie altre malattie. Solitamente si preferisce l’isolamento e l’identificazione da tessuto cerebrale, liquor, feti abortiti o materiali espulsi durante l’aborto.
I test anticorpali fatti tramite gli esami del sangue, sono abbastanza inutili in quanto molti animali perfettamente sani possono presentare titoli elevati.
Inoltre è bene ricordarsi che la listeriosi è una malattia con obbligo di denuncia.
Come si cura la listeriosi nei cani?
La terapia per la listeriosi nel cane prevede la somministrazione di antibiotici, se eseguito un antibiogramma ancora meglio, ma in generale si usano penicilline o tetracicline. In caso di forme cerebrali potrebbero essere necessari dosaggi più elevati di antibiotici vista la difficoltà riscontrata di alcuni antibiotici nel raggiungere concentrazioni minime efficaci a livello encefalico per via anche della barriera emato-encefalica.
Si attua poi terapia di sostegno e alimentazione forzata nel caso l’animale non si alimentasse da solo.
Bisogna però ricordarsi che si tratta di una zoonosi, quindi trasmissibile dal cane all’uomo e dall’uomo al cane. In caso di cani sintomatici, se non curata o in caso di sindromi molto gravi, la prognosi è infausta.
Cenni sulla listeriosi umana
Ricordiamo che la listeriosi è pericolosa non solo nel cane, ma anche nell’uomo. Le modalità di contagio sono più o meno le stesse, con particolare riferimento all’ingestione di cibi contaminati. Il tempo di incubazione della listeriosi umana varia dalle 12-48 ore ai 70 giorni, con una media di 3 settimane.
Nell’uomo la listeriosi provoca i seguenti sintomi:
- febbre
- brividi
- mal di testa
- nausea
- vomito
- diarrea
- dolore addominale
- allucinazioni
- meningite
- encefalite
- setticemia
- aborto
- mortalità neonatale
Anche nell’uomo sono descritte forme di listeriosi neonatale, talvolta sono indicate col nome di listeriosi congenita. Le donne in gravidanza sono molto più suscettibili a contrarre questa tossinfezione alimentare, cosa che può provocare aborto spontaneo, parti prematuri, morte in utero o infezioni del feto.
In queste donne, però, i sintomi sono quelli tipici di una leggera forma di influenza. Inoltre nei soggetti immunodepressi tende a manifestarsi più frequentemente una forma di meningoencefalite, mentre nei soggetti immunocompetenti abbiamo una forma di romboencefalite con interessamento dei nervi cranici.
Se ti stai chiedendo quali siano gli alimenti maggiormente a rischio di listeriosi, eccoli:
- pesce affumicato
- carne
- formaggio (con particolare riferimento ai formaggi a pasta molle)
- ortaggi crudi
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