Leoni africani minacciati dalla caccia in gabbia
I leoni africani sono sempre più minacciati, non solo dal bracconaggio: arriva la caccia in gabbia, una pratica a pagamento per allietare turisti facoltosi.
Fonte immagine: Portrait of Leo via Shutterstock
I leoni africani sono sempre più a rischio d’estinzione. Non solo per i cambiamenti climatici, così come rilevato recentemente da una ricerca sui grandi felini dell’Africa occidentale, ma anche per le pratiche barbariche dell’uomo. E dopo il bracconaggio, arriva oggi l’ultima preoccupante tendenza: quella della caccia in gabbia.
Nonostante dal 1980 a oggi il loro numero si sia praticamente dimezzato, con circa 23.000 leoni oggi attualmente in libertà in tutto il continente, poco le istituzioni locali riescono a fare per proteggere il re della foresta. E l’ultima mania è quella della cosiddetta “canned hunting”, l’uccisione di un esemplare in uno spazio confinato, solitamente una gabbia. La pratica sarebbe diffusa in Sudafrica, dove molti organizzatori di Safari accetterebbero un compenso monetario – nell’ordine di qualche migliaio di dollari – per permettere ai turisti di uccidere un leone rinchiuso, una sorta di macabro trofeo delle vacanze.
I sostenitori della pratica si dicono convinti che questa singolare caccia prevenga le uccisioni degli esemplari in libertà, il tutto garantendo una spinta all’economia locale e alimentando il turismo. Ma uno studio condotto dall’Università di Pretoria e dall’Università di Cape Town, tuttavia, dimostra come i benefici non siano poi così reali come ipotizzato. Così spiegano i ricercatori:
Il beneficio primario percepito e associato alla caccia in cattività, è che questa possa ridurre la pressione sulle popolazioni di leoni in libertà, il tutto contribuendo all’economia sudafricana. In realtà, i principali costi sono etici e di pubblicità negativa generata dall’industria della caccia nel suo complesso.
Per assicurare questa pratica opinabile, nella nazione esisterebbero dozzine di allevamenti di grandi felini: i cuccioli vengono presentati ai turisti per le coccole e le foto di rito, mentre gli adulti sono destinati alla soppressione sportiva. Un rito macabro che può generare dai 2.000 ai 25.000 dollari a felino. È quanto spiega Chris Mercer, un attivista da tempo schierato per rendere illegale questo tipo di caccia:
Non c’è mercato per i leoni adulti se non nell’industria della caccia. I leoni mangiano carne e la carne è cara. Di conseguenza, ogni giorno che un leone cacciabile rimane con l’allevatore è denaro perso. Gli allevatori devono sbarazzarsene. E le operazioni di caccia ne approfittano.
La soluzione, tuttavia, non può passare unicamente dal divieto. Sono necessari interventi più estesi, come l’introduzione di questi leoni nelle specie riconosciute come a imminente rischio d’estinzione, nonché il divieto di esportazione delle loro carcasse o di altri trofei.