
La relazione tra alimentazione e funzionamento cerebrale è al centro di un interessante studio pubblicato su Nature Metabolism. La ricerca, condotta nel 2025, evidenzia come un’alimentazione scorretta possa influenzare la risposta del cervello all’insulina, un ormone chiave prodotto dal pancreas che regola l’appetito e il metabolismo. Secondo gli esperti, bastano appena cinque giorni di consumo eccessivo di cibo spazzatura per innescare cambiamenti significativi, potenzialmente legati all’aumento di peso e all’obesità.
La ricerca e il suo obiettivo
Questo studio è stato realizzato con la partecipazione di 29 giovani volontari maschi, tutti in buona salute e senza problemi di peso. La scelta del solo sesso maschile è stata motivata dalla necessità di comprendere come uomini e donne reagiscano in modo differente all’insulina, con l’intento di espandere la ricerca in futuro includendo anche partecipanti femminili. Dei 29 volontari, 18 hanno seguito per cinque giorni una dieta ipercalorica, consumando 1.500 calorie di snack dolci e salati oltre alla loro normale alimentazione. Gli altri 11 hanno mantenuto il loro regime alimentare abituale come gruppo di controllo.
Il focus della ricerca era sull’evoluzione della resistenza insulinica a livello cerebrale in risposta a cambiamenti dietetici. Sebbene fosse già noto che le alterazioni nella risposta cerebrale all’insulina siano correlate a un aumento del grasso viscerale e a modifiche delle abitudini alimentari, non era chiaro come una dieta ricca di grassi, zuccheri e calorie in eccesso potesse influenzare questo meccanismo.
Analisi dell’attività cerebrale
Per monitorare l’attività cerebrale dei partecipanti, i ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) prima, durante e una settimana dopo l’esperimento. Durante il test, ai soggetti veniva somministrata una dose elevata di insulina per via nasale, permettendo così ai ricercatori di osservare come l’ormone influenzasse il cervello. I risultati hanno rivelato che i volontari che avevano seguito la dieta ipercalorica mostravano un’attività cerebrale significativamente più alta rispetto al gruppo di controllo in tre aree specifiche del cervello, quelle coinvolte nelle decisioni alimentari e nel sistema di ricompensa. Questo modello di attività cerebrale è stato paragonato a quello osservato in individui con obesità o insulino resistenza.
Le conseguenze a lungo termine
Sette giorni dopo la conclusione dell’esperimento, i cambiamenti nell’attività cerebrale erano scomparsi, ma i partecipanti che avevano seguito la dieta ipercalorica continuavano a mostrare una ridotta attività in due aree cerebrali associate alla memoria e alla risposta agli stimoli visivi legati al cibo. Inoltre, in questo gruppo era stato registrato un aumento del contenuto di grasso a livello epatico. Tuttavia, non si sono osservate variazioni significative nel peso corporeo o indicatori di resistenza insulinica periferica, né cambiamenti nell’appetito.
Gli autori dello studio affermano che i risultati dimostrano come anche brevi periodi di alimentazione scorretta possano alterare la resistenza insulinica a livello cerebrale, generando effetti che perdurano anche dopo la sospensione della dieta ipercalorica. Questo suggerisce che pochi giorni di eccesso alimentare possono avere conseguenze più gravi di quanto si possa immaginare.