Le reti da pesca intelligenti e sostenibili
SafetyNet è la prima rete da pesca sostenibile: prevede corridoi di fuga per le piccole specie e non rovina i fondali con lo strascico.
Circa il 40% della popolazione mondiale dipende dalla pesca per il proprio fabbisogno nutrizionale, ma le attuali tecniche di cattura dei pesci risultano essere poco sostenibili. Uno dei grandi problemi della pesca, soprattutto sulla grande distribuzione, è infatti il ricorso alle reti a strascico: oltre a danneggiare irrimediabilmente i fondali marini, questo sistema porta alla cattura di numerose specie non necessarie all’alimentazione dell’uomo e quindi immotivatamente uccise. Un nuovo progetto, tuttavia, si propone di rivoluzionare il mondo delle reti a strascico rendendole intelligenti e amiche dell’ambiente.
Si chiama SafetyNet e si è aggiudicata meritatamente la prima posizione all’ultimo Dyson Award, un concorso per l’innovazione nel Regno Unito. Si tratta di una rete da pesca pensata per garantire corridoi di fuga alle specie non utili alle attività umane, a cui si aggiunge un innovativo sistema per la salvaguardia dei fondali marini. Il prodotto, al momento ancora in fase di concept, sembrerebbe aver colto i favori sia dell’industria che degli animalisti, per un buon compromesso tra le necessità dell’uomo e la salvaguardia della preziosa vita di mari e oceani.
SafetyNet prevede la suddivisione in tre parti, per una forma conica a restringimento. Nella prima e nella seconda area le maglie risultano volutamente larghe, in modo da evitare la cattura di specie come delfini e tartarughe e da garantire una semplice fuga ai pesci di medie e piccole dimensioni. La zona posteriore, invece, vede reti più ristrette e l’aggiunta di speciali anelli di metallo e plastica, illuminati da circuiti a LED. Questi anelli hanno lo scopo di mantenere dilatate le maglie della trappola, mentre i LED segnalano l’uscita ai pesci piccoli ingannati dalla trama della rete. Il sistema di illuminazione non ha inoltre bisogno di manutenzione: delle speciali eliche ricaricano le batterie a contatto con le correnti marine. SafetyNet, infine, opera a un’altezza di circa un metro dal fondale marino: la rete, anziché trascinare a sé qualsiasi cosa incontri il suo cammino, prevede solo punti d’appoggio poco ingombranti e riduce, così, anche i consumi in termini di carburante.
La futura rivoluzione della pesca a strascico nasce da un’idea di Dan Watson, laureato al The Royal College of Art, e le 10.000 sterline vinte al Dyson Award permetteranno al giovane di elaborare ulteriormente il suo concept. Ma pare vi siano già degli investitori pronti a scommettere sull’innovazione della pesca sostenibile, un progetto che ha piacevolmente stupito gli addetti ai lavori. Di seguito, il video sulle caratteristiche di Safety Net.