
Entro il 31 marzo 2025, le aziende italiane dovranno obbligatoriamente dotarsi di una polizza assicurativa per i rischi catastrofali. Questa nuova normativa, introdotta dalla legge di bilancio 2024, rappresenta un passo significativo per la protezione delle imprese in un contesto climatico sempre più instabile.
La legge, che ha richiesto un lungo periodo di consultazioni e studi, prevede che la polizza copra danni a terreni, fabbricati, impianti e attrezzature industriali e commerciali causati da eventi come terremoti, alluvioni, frane e inondazioni. Questo provvedimento è particolarmente rilevante, considerando l’aumento degli eventi meteorologici estremi. Infatti, secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, nel 2024 in Italia si sono registrati ben 351 eventi meteo estremi, una media di quasi uno al giorno, con danni significativi a causa di allagamenti e altre calamità naturali.
Dettagli dell’obbligo di polizza assicurativa
La nuova normativa, contenuta nella legge di bilancio 2024 (legge 30 dicembre 2023, n. 213, articolo 1, commi 101-112), è stata ufficializzata tramite un decreto attuativo del ministero dell’Economia e delle Finanze, che stabilisce le regole specifiche per l’implementazione di questa misura. È importante notare che l’obbligo di stipulare una polizza vale esclusivamente per le imprese con sede legale in Italia o per quelle straniere con una stabile organizzazione nel paese.
A chi si applica l’obbligo
Questo obbligo non si estende ai privati cittadini, ma solo alle imprese. È interessante notare che le imprese agricole sono escluse da questa normativa, in quanto sono coperte da un fondo mutualistico nazionale creato per risarcire i danni causati da calamità naturali. Inoltre, le aziende che presentano abusi edilizi sui propri immobili non saranno obbligate a stipulare la polizza, poiché le compagnie assicurative potrebbero rifiutarsi di coprire tali situazioni.
Scadenze e tempistiche
Le aziende interessate hanno tempo fino al 31 marzo 2025 per adeguarsi a questa nuova normativa. Tuttavia, le imprese operanti nel settore della pesca e dell’acquacoltura beneficiano di una proroga, avendo tempo fino al 31 dicembre 2025 per stipulare la polizza.
Copertura della polizza assicurativa
Ogni impresa ha la libertà di scegliere la compagnia assicurativa e di definire le condizioni contrattuali. È fondamentale che la polizza copra i danni a terreni, fabbricati e attrezzature causati da eventi catastrofali come terremoti e inondazioni. Esistono anche polizze che offrono coperture aggiuntive per danni da grandinate, incendi boschivi e altri eventi estremi. Le aziende che hanno già una polizza dovranno solo verificarne la conformità alle nuove disposizioni entro la scadenza prevista.
Conseguenze per chi non si assicura
Le imprese che non rispetteranno l’obbligo di stipulare una polizza non subiranno sanzioni dirette, come multe. Tuttavia, potrebbero trovarsi svantaggiate nell’accesso a contributi e agevolazioni pubbliche, soprattutto in caso di calamità naturali. In sostanza, senza una copertura assicurativa, le aziende rischiano di non ricevere né risarcimenti privati né aiuti pubblici in caso di danni.
La necessità di affrontare i danni del clima estremo
L’introduzione di questa obbligatorietà rappresenta una risposta concreta alla crescente necessità di adattamento ai cambiamenti climatici. Il panorama attuale richiede alle aziende di adottare misure preventive per garantire la loro sostenibilità e continuità operativa. L’Italia, storicamente considerata un paese sotto-assicurato, si trova a fronteggiare perdite enormi a causa di eventi meteorologici estremi, con stime che parlano di quasi 134 miliardi di euro di danni dal 1980 al 2023, di cui solo il 4% coperto da assicurazioni.