La bella lavanda è una pianta della famiglia delle Lamiaceae, che fa pensare subito al sole che brilla sui campi di Provenza dipinti di verde e viola in estate. Ma questo arbusto non cresce solo nel Sud della Francia. In Italia sono note le distese viterbesi, nel Lazio, ma anche quelle Piemontesi e Umbre.
Di lavanda, poi, non esiste una sola varietà, ma tantissime, con altrettante cultivar che ne rendono quasi impossibile fare un elenco. Il punto è che questa pianta è ormai famosa e coltivata in quasi ogni parte del mondo, sebbene resti ancora una delle specie floreali più tipiche dell’area mediterranea.
Se vogliamo, possiamo ridurre la lista delle varietà di lavanda ad 8 principali, di cui 6 crescono o quantomeno sono trattate in Italia. Le altre sono di più difficile reperimento da noi, ma non significa che non si possano trovare nei vivai più forniti.
Di seguito qualche indicazione sui tipi di lavanda più conosciuti e alcuni suggerimenti per curare la pianta in vaso o in giardino.
Come detto, la lavanda vanta diverse varietà, di cui le principali sono:
Da noi in Italia si trovano soprattutto la angustifolia, la dentata, la latifolia, la multifida, la pinnata e la stoechas. Ma è reperibile anche il lavandino, che è tuttavia un ibrido tra Lavandula angustifolia e latifolia, che si coltiva soprattutto per le estrazioni di oli essenziali.
Per quanto riguarda le cultivar, le più famose della varietà angustifolia sono rappresentate da:
La lavanda stoechas, anche famosa come lavanda selvatica, ha invece queste cultivar note:
La lavanda non è una pianta difficile da coltivare, ma ha bisogno di alcune cure per crescere forte e rigogliosa. Di certo, a seconda della varietà scelta, è importante sapere dal proprio fornitore di arbusti, quali necessità abbia la specie che abbiamo acquistato. Ma anche i suoi tempi di fioritura.
Ci sono infatti varietà che iniziano a fiorire in primavera ed altre che sbocciano in estate e fino ad inizio autunno. Ma anche il pH del terreno è una variabile importante, in quanto alcune lavande, tipo la angustifolia, preferiscono un suolo neutro o basico, la stoechas ha una predisposizione migliore verso i terricci acidi.
Il periodo migliore per piantare la lavanda in giardino è in primavera, da marzo a maggio. Se il terreno non è abbastanza drenato si può aggiungere sabbia prima di mettere le piante a dimora. La lavanda va piantata alla stessa profondità in cui era nel suo vaso.
Una volta alloggiata è preferibile annaffiare in modo abbondante. Se invece si pianta la lavanda in vaso, la scelta migliore cade sui contenitori in terracotta con fori di drenaggio. Anche in questo caso è preferibile addizionare della sabbia orticola al terreno, per favorire il drenaggio.
I vasi dovrebbero essere posizionati in un luogo soleggiato, lontano da alberi e arbusti sporgenti, in quanto la lavanda ha bisogno di pieno sole per crescere in salute. E questo risponde alla domanda comune: “Dove posizionare la lavanda”. Non dimentichiamo che è una pianta mediterranea.
La Lavandula angustifolia e il lavandino possono sopportare temperature fino a circa -15°C, per questo le si può lasciare in ambienti esterni anche in inverno. Ma le altre varietà, salvo eccezioni, nei mesi più freddi andrebbero pacciamate e coperte o portate dentro casa.
La lavanda appena piantata dovrebbe essere annaffiata regolarmente durante la sua prima estate. Dopo, una volta ben radicata, avrà meno necessità di annaffiature, specie quando viene coltivata nel terreno, a meno che non vi siano gravi condizioni di siccità.
Le piante nei vasi avranno invece bisogno di acqua regolare in estate, poiché le radici hanno una quantità limitata di terreno in cui cercare l’umidità. In inverno, periodo di quiescenza della pianta, il terreno va tenuto abbastanza asciutto.
Se ci stiamo chiedendo quale sia il periodo migliore per potare la lavanda, è possibile farlo dopo la fioritura, tipicamente in agosto per la maggior parte delle varietà conosciute. Si dovranno usare cesoie o forbici sterili, ma senza intaccare le ramificazioni più coriacee.
Una certa attenzione va messa anche verso i germogli, che non vanno mai tagliati, o si corre il rischio di danneggiare la pianta. Le lavande come la Lavandula stoechas, per natura selvatiche, fioriscono più a lungo ma sono anche più sensibili ai tagli. In questo caso mai potare oltre settembre.
Per quanto riguarda i parassiti, la lavanda è un arbusto resistente, ma teme la Chrysolina americana, che spesso infesta anche le piante aromatiche. L’insetto infatti è attratto dai loro oli essenziali.
In caso di infestazione, si può provvedere con un macerato di ortica da vaporizzare sulle foglie, in modo da rendere più agevole allontanare questo coleottero dalle nostre piante di lavanda. Se gli esemplari sono pochi, si può anche procedere ad eliminarli manualmente.
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