A Lampedusa il granchio blu del Mar Rosso: a rischio la biodiversità
Il granchio blu del Mar Rosso, una specie molto pericolosa per la biodiversità, ha raggiunto le acque di Lampedusa: a rischio le risorse ittiche.
Fonte immagine: TomekD76 via iStock
Al largo delle coste di Lampedusa è giunto il granchio blu del Mar Rosso, una specie tutt’altro che tipica del Mediterraneo. E scatta l’allarme: questo esemplare, data la sua nota voracità, potrebbe rapidamente colonizzare le acque italiane mettendone in serio pericolo la biodiversità. L’avvistamento è stato confermato dall’ISPRA, così come sottolinea Repubblica, ed è scattato l’allarme: sarà necessario un attento monitoraggio per comprenderne gli eventuali effetti sulle risorse marine locali, in particolare quelle ittiche.
L’esemplare in questione, noto proprio per la sua colorazione blu, è il Portunus segnis. Originario di mari molto caldi, come il Mar Rosso, è giunto nel Mediterraneo tramite il Canale di Suez, per colonizzare vaste aree negli ultimi anni. Specie molto invasiva e famelica, si nutre di molluschi, crostacei e piccoli pesci: può raggiungere dimensioni importanti – anche di 20 centimetri di lunghezza del corpo, escluse le zampe – e immergersi fino a 60 metri di profondità. Granchio molto adattabile, tende a creare popolate colonie anche al di fuori dei suoi habitat naturali, dimostrandosi una specie aliena particolarmente insidiosa.
Negli ultimi anni la sua presenza si è rapidamente moltiplicata lungo le coste della Tunisia, determinando importanti conseguenze sulla conservazione delle risorse ittiche locali. Per quanto possa essere pescato e consumato, poiché noto per il suo sapore prelibato, la capacità di veloce riproduzione rende molto difficili le opere di contenzione. La presenza a Lampedusa è stata confermata dal personale dell’Area Marina Protetta Isole Pelagie, così come diverse segnalazioni sono giunte da gruppi di sommozzatori e appassionati di subacquea.
Alcune immagini del granchio, sempre come riferisce Repubblica, sono state pubblicate anche sul gruppo Facebook “OddFish” e, proprio per questa ragione, chi dovesse avvistare o riprendere un esemplare di questa specie è invitato a segnalarlo sulla stessa pagina Facebook oppure all’indirizzo di posta elettronica alien@isprambiente.it.
Fonte: Repubblica