
La definizione agevolata e il debito fiscale(www.greenstyle.it)
Nel panorama fiscale italiano, la questione delle cartelle esattoriali rappresenta un nodo cruciale che coinvolge milioni di contribuenti.
La cartella esattoriale, infatti, è il documento ufficiale emesso dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione (AdER) per intimare il pagamento di somme dovute allo Stato o ad altri enti pubblici. In un contesto economico difficile, caratterizzato da un aumento dei prezzi e da una crescente pressione sul potere d’acquisto delle famiglie, la nuova sanatoria fiscale del 2025 si presenta come una misura di grande rilevanza.
Questa sanatoria, nota anche come “definizione agevolata”, si propone di alleviare il peso del debito fiscale su migliaia di contribuenti, consentendo loro di saldare i debiti iscritti a ruolo pagando esclusivamente il capitale originale. In questo modo, il contribuente può beneficiare della cancellazione di interessi di mora, sanzioni e aggio sulle somme dovute, rendendo più accessibile il pagamento delle cartelle esattoriali.
Rateizzazione e flessibilità
La novità più significativa della sanatoria fiscale 2025 è l’ampliamento delle possibilità di rateizzazione. I contribuenti che dichiarano di trovarsi in una temporanea situazione di difficoltà economica possono richiedere di rateizzare importi fino a 120.000 euro in un massimo di 84 rate. A partire dal 2027 e nel 2028, le rate aumenteranno a 96 e 108 rispettivamente, mentre dal 1° gennaio 2029 sarà possibile richiedere fino a 120 rate per il saldo del debito. Questa flessibilità offre un supporto concreto a chi si trova in difficoltà, permettendo di affrontare il debito in modo più sostenibile.
In aggiunta, per i contribuenti che riescono a documentare la loro situazione di difficoltà economica, è previsto un ulteriore allungamento delle rateizzazioni. Nel 2025 e 2026, si potrà richiedere una rateizzazione tra 85 e 120 rate, mentre nel 2027 e 2028 si potrà arrivare a 97-120 rate. Dal 2029, l’opzione di rateizzazione potrà estendersi da 109 a 120 rate. Questo rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per coloro che si trovano in condizioni economiche precarie.

E’ importante notare come le sanatorie fiscali, sebbene possano sembrare una soluzione, non siano esenti da critiche. La Corte dei Conti ha sottolineato i limiti di tali misure, evidenziando come le ripetute sanatorie possano alimentare un’inerzia contributiva. In altre parole, c’è il rischio che i contribuenti possano aspettarsi ulteriori condoni, minando l’efficacia del sistema fiscale. Questo fenomeno è preoccupante, soprattutto in un momento in cui la sostenibilità delle finanze pubbliche è messa a dura prova.
Recentemente, Roberto Benedetti, presidente della Commissione speciale istituita dal Ministero dell’Economia, ha rivelato che l’ammontare delle cartelle esattoriali non riscosse ammonta a ben 537,8 miliardi di euro. Questo dato rappresenta solo una parte del cosiddetto “magazzino” fiscale, il cui valore complessivo supera i 1.272 miliardi di euro. La difficoltà di recuperare tali somme è evidente, e la proposta di un condono tombale, che abolisca completamente l’importo dovuto per i debiti più vecchi, si fa sempre più concreta.
La gestione delle cartelle esattoriali, quindi, evidenzia una contraddizione: se da un lato è necessario recuperare i crediti dovuti, dall’altro, il costo di riscossione spesso supera l’importo stesso del debito. Pertanto, l’adozione di misure straordinarie, come il condono, potrebbe rappresentare non solo un sollievo per i contribuenti, ma anche una razionalizzazione delle risorse destinate alla riscossione fiscale.