
La Sindrome Emolitico Uremica (SEU) rappresenta una delle malattie più gravi associate a infezioni da Escherichia coli, in particolare a quei ceppi in grado di produrre la temibile Shigatossina. Questa condizione, che si lega al consumo di latte e formaggi non pastorizzati, colpisce in modo particolare i bambini e i soggetti più vulnerabili, come gli anziani e le persone con un sistema immunitario compromesso.
Le conseguenze della seu
La SEU è caratterizzata da piccoli coaguli di sangue che possono ostruire il flusso sanguigno verso organi vitali, tra cui cervello, cuore e reni. Questo quadro clinico la rende la causa principale di insufficienza renale acuta nei bambini, specialmente nei più piccoli. Le statistiche indicano che tra il 25% e il 30% dei pazienti presenta anche complicazioni neurologiche, mentre la mortalità può arrivare al 5% dei casi. Secondo i dati forniti dal Registro Italiano Sindrome Emolitico Uremica, gestito dalla Società Italiana di Nefrologia Pediatrica in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2024 si sono registrati 57 casi di SEU, con la maggior parte dei pazienti, 54 in totale, sotto i 15 anni.
La gravità della SEU è influenzata dalla virulenza del ceppo batterico, dall’età e dalle condizioni generali del paziente, ma anche dalla quantità di cibo contaminato ingerito. Talvolta, anche un semplice assaggio di alimento contaminato può essere sufficiente per innescare l’infezione. Il periodo di incubazione varia da 1 a 5 giorni, con sintomi iniziali che includono diarrea (spesso con muco e sangue), vomito, dolori addominali acuti, sonnolenza, riduzione della produzione di urina e astenia. In alcuni casi, la diarrea può non manifestarsi, e la febbre, se presente, raramente supera i 38 °C. La diagnosi avviene attraverso test di laboratorio che isolano il ceppo batterico dalle feci o identificano i geni responsabili della tossina.
Il decorso della SEU può essere rapido e necessita di un intervento tempestivo. È fondamentale rivolgersi a ospedali specializzati dotati di reparti di nefrologia e pediatria, dove il ricovero è essenziale per garantire reidratazione, supporto terapeutico e, se necessario, dialisi e trasfusioni.
Trattamenti e terapie
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’uso di antibiotici non è raccomandato e può addirittura risultare controproducente. È cruciale monitorare la funzione renale dei pazienti con infezione intestinale da Escherichia coli, in quanto vi è un alto rischio di sviluppare la SEU.
Modalità di trasmissione
La trasmissione della SEU all’uomo avviene principalmente attraverso il consumo di alimenti contaminati, come carni poco cotte, latte e latticini non pastorizzati, acqua inquinate e frutta e verdura contaminate. Inoltre, è possibile contrarre l’infezione attraverso il contatto diretto con animali serbatoio, come i ruminanti, o con ambienti contaminati, nonché per via oro-fecale da persona a persona.
Prevenzione della seu
Le misure preventive sono semplici ma efficaci: è fondamentale cuocere adeguatamente gli alimenti per i bambini piccoli, evitare il consumo di carne poco cotta, in particolare se macinata, e di latte non pastorizzato o derivati. È importante anche prevenire la contaminazione incrociata tra alimenti, ad esempio utilizzando utensili diversi per carne cruda e insalate. Inoltre, è sconsigliato bere o cucinare con acqua di pozzo o serbatoio. In caso di infezione intestinale da Escherichia coli, è essenziale che sia il paziente che i familiari seguano rigide norme igieniche.
Infine, le normali pratiche di igiene personale, come il lavaggio frequente delle mani, sono generalmente sufficienti per prevenire la diffusione dell’infezione. In caso di diarrea causata da Escherichia coli, è fondamentale monitorare attentamente le condizioni del bambino e consultare un pediatra o recarsi al pronto soccorso se necessario.