
Il recente avvio della fisioterapia respiratoria per il Papa rappresenta un segnale positivo: significa che il pontefice ha superato la fase acuta della sua condizione e si sta orientando verso un miglioramento della funzione respiratoria a medio e lungo termine. A confermarlo è Girolamo Pelaia, direttore della Unità Operativa Complessa di Pneumologia presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Renato Dulbecco di Catanzaro, nonché della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università “Magna Græcia” di Catanzaro, in un’intervista rilasciata all’ANSA.
Il ruolo della fisioterapia respiratoria
La fisioterapia respiratoria è un insieme di tecniche progettate per stimolare e migliorare la funzione polmonare. Questo approccio è utile in caso di malattie croniche, come la BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), ma anche in situazioni di emergenza polmonare. Pelaia descrive la fisioterapia come una vera e propria ginnastica respiratoria, che include una serie di esercizi respiratori eseguibili sia in autonomia sia con l’ausilio di strumenti specifici.
Le tecniche impiegate comprendono esercizi di inspirazione ed espirazione, spesso eseguiti con le labbra socchiuse, e respirazione coordinata con i movimenti di braccia, gambe o testa. L’obiettivo principale della fisioterapia respiratoria è ottimizzare l’uso della muscolatura respiratoria. “Attraverso esercizi mirati, si può migliorare l’utilizzo del diaframma e dei muscoli intercostali“, spiega l’esperto.
Benefici per i pazienti con problemi polmonari
Questi esercizi sono particolarmente vantaggiosi anche per i pazienti che affrontano problemi polmonari associati al sovrappeso. “Il grasso addominale può limitare le escursioni del diaframma, riducendo così l’efficacia della respirazione”, aggiunge Pelaia. È fondamentale, quindi, integrare la fisioterapia respiratoria con altre strategie, come tecniche di mobilizzazione delle secrezioni o dispositivi che stimolino il riflesso della tosse.
Queste pratiche, se eseguite correttamente, non solo migliorano la respirazione, ma contribuiscono anche a prevenire future riacutizzazioni delle patologie polmonari, prolungando la vita del paziente. “Ci sono prove scientifiche che supportano l’efficacia della fisioterapia nel lungo periodo”, sottolinea l’esperto.
Un cambiamento di strategia
Concludendo, Pelaia osserva che l’inizio della fisioterapia respiratoria segna un cambiamento significativo nella gestione della salute del Papa, passando dalla fase acuta a una gestione più strategica della cronicità. Questo approccio non solo mira a migliorare la qualità della vita, ma rappresenta anche un passo importante verso una maggiore autonomia respiratoria e una vita più sana.