La carovana dei ghiacciai continua
Dal 20 agosto al 10 settembre 2023, la Carovana dei Ghiacciai ha viaggiato lungo l’arco alpino. Ecco il racconto delle ultime tappe.
Il viaggio di Carovana dei Ghiacciai 2023, la campagna itinerante attraverso le vette alpine per raccontare gli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai e promuovere la tutela della montagna di alta quota, continua.
Abbiamo scritto e raccontato delle prime due tappe: dalla partenza di David – reporter dell’agenzia milanese EPHOTO, media partner della missione da due edizioni – fino al concludersi delle giornate piemontesi.
Il viaggio continua. Le tappe successive si dividono tra il territorio italiano, e per la prima volta nello storico della Carovana, la Svizzera e l’Austria.
Terza tappa: Ghiacciaio di Dosdé (Lombardia – Italia)
26-30 agosto
Il Ghiacciaio di Dosdè Est, dal 1932 si è ritirato di oltre 1 km, di cui circa 650 metri solo dagli anni Ottanta ad oggi. Anche la sua superficie si è ridotta di molto: del 47% negli ultimi 30 anni, con una perdita media di 1,6 ettari (equivalenti a circa 2,5 campi da calcio) all’anno.
Giorno prima della terza tappa: decido di dormire in van in prossimità della partenza e del sentiero che porta verso il Ghiacciaio di Dosdè.
“Arrivo verso mezzanotte e dopo aver sistemato l’attrezzatura e messo in carica le batterie vado a letto per recuperare le energie per il giorno successivo. La mattina seguente la sveglia suona alle 7.
Il primo ad arrivare è il tecnico del Comitato Glaciologico che ci farà da guida oggi, Claudio Smiraglia. In attesa di tutto il gruppo decido di cominciare le riprese. Nei giorni precedenti ha piovuto tantissimo e la montagna abbonda di ruscelli in piena” racconta David.
Ore 9:00 Inizia la salita con il gruppo. Quest’oggi l’affluenza è tantissima, ad unirsi al gruppo ci sono anche i giovani di Legambiente Lombardia.
Arriviamo dopo circa un’ora di cammino nella valle antistante ai Ghiacciai.
Il panorama è mozzafiato e mi ricorda uno scenario scozzese con i suoi pascoli verdi e il bestiame.
Il saluto al Ghiacciaio di oggi sarà realizzato da Martin Mayes, suonatore di corno delle Alpi, già conosciuto l’anno precedente nella tappa sul Ghiacciaio di Indren.
“Per me Martin è stata la più bella conoscenza di tutta la Carovana 2022, non riesco a nascondere la felicità di incontrarlo ancora” racconta David.
Breve sosta al rifugio. I giovani di Legambiente Lombardia iniziano l’organizzazione per il flash mob sul cambiamento climatico. Durante il flash mob abbiamo finto di sciare sull’erba, anziché sulla neve, per lanciare un messaggio preciso sulla futura fruizione della montagna non più come metà sciistica, per un’attività di turismo consapevole.
Intanto ne approfittiamo per bere una cioccolata calda buonissima all’interno del rifugio e scaldarci un po’. Oggi, al contrario delle ultime tappe, fa freddo. La notte prima, infatti, ha nevicato e il Ghiacciaio è totalmente innevato.
Dopo il flash mob ripartiamo. Il sentiero che porta al Ghiacciaio è pieno di ruscelli e rivoli d’acqua che rendono la camminata più impegnativa e lenta del previsto.
Purtroppo, dato le condizioni meteo, oggi non potremo avvicinarci al Dosdè. Decidiamo di fermarci in un punto panoramico dove, dopo la spiegazione tecnica scientifica dei glaciologi, Martin suona per il Ghiacciaio e il corno delle Alpi.
“È necessaria una maggior consapevolezza di quel che sta cambiando in alta quota e un nuovo rapporto tra uomo-natura pensando a questi stupendi ecosistemi come uno spazio di sperimentazione della sostenibilità e della sobrietà del vivere” si legge in apertura nel comunicato stampa per questa tappa di Legambiente.
Gli effetti della crisi climatica e del riscaldamento globale non risparmiano, infatti, nemmeno il Ghiacciaio lombardo del Dosdé, in Alta Valtellina, sempre più instabile e fragile.
Scendendo ci fermiamo al rifugio dove decido di intervistare il gestore per il nostro documentario: alpinista storico della zona che ci fornisce degli spunti di riflessione molto interessanti sullo sfruttamento della montagna e sulla situazione dei ghiacciai di Dosdè.
“Ghiacciaio e turismo al centro della terza tappa di Carovana dei ghiacciai 2023 – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente CIPRA Italia –. Per ricordare la necessità di un nuovo approccio e modello turistico più sostenibile, che rispetti la montagna e che sia capace di adeguarsi al clima che cambia. Nel cambio di passo, fondamentale è una maggior consapevolezza di quel che sta cambiando in alta quota e soprattutto la costruzione di un nuovo rapporto tra uomo-natura pensando a questi stupendi ecosistemi come uno straordinario spazio di sperimentazione della sostenibilità e della sobrietà del vivere”.
Nonostante la bellezza del luogo sono costretto a spegnere la camera e mettermi nuovamente lo zaino in spalla: il tempo sta cambiando e devo cominciare a scendere a valle per montare il video.
Quarta tappa: Ghiacciaio di Lares e Mandrone (Trentino – Italia)
31 agosto – 2 settembre
Quarta tappa in Trentino-Alto Adige sui Ghiacciai dell’Adamello per la Carovana dei Ghiacciai di Legambiente prima di spostarsi oltre i confini nazionali. Il Ghiacciaio dell’Adamello, il più esteso ghiacciaio d’Italia, dal 2015 ad oggi registra una perdita di 50 ettari di superficie (pari a 70 campi da calcio). Il Ghiacciaio del Mandrone, parte del suo complesso glaciale, negli ultimi 12 anni registra un arretramento frontale di 330 metri, di cui 139 metri solo nel 2022.
“Siamo partiti da circa dieci giorni ma il tempo scorre veloce in mezzo a questi paesaggi. Ogni vallata, ogni montagna e ogni vista mozzafiato è diversa dalla precedente.
Siamo passati dal Rutor con i suoi pendii impervi e un caldo inimmaginabile per quella quota, al belvedere con paesaggi stile scozzesi e un freddo che ti entrava nelle ossa” confessa David.
Oggi mi trovo al passo del Tonale tra hotel di 15 piani e un paesaggio rovinato dalla vista di tanti, troppi impianti di risalita. Domani saliremo sul ghiacciaio del Mandrone.
Appuntamento alle 8.30, sul passo del Tonale, alla base dell’impianto di risalita dal nome “Paradiso”. Questa notte dormo in un’area di sosta camper nelle vicinanze del punto di incontro. Sono le 22:00, la pioggia e la nebbia oscurano la vista di tutto ciò che avevo intorno a me. Anche se preoccupato per le condizioni meteo per l’escursione del giorno seguente mi metto addormento.
La mattina il tempo è bello, preparato lo zaino con l’attrezzatura e il necessario per dormire in rifugio, mi avvio verso la funivia. Ci aspettano circa 45 minuti di salita.
Spingendo lo sguardo oltre i vetri della cabina quello che vedo é diverso dalle mie aspettative e dall’immaginario montano: teloni per conservare il ghiacciaio avvolgono la pista da sci. Mi vengono in mente le opere dell’artista Christo, ma le sue sono opere d’arte concettuali, mentre, questo “impacchettamento” è frutto della necessità di sfruttare la montagna a nostro uso e consumo.
“Avevo sempre visto questi teloni da lontano ma la vista da pochi metri di distanza ha un impatto inaspettato. Una montagna di plastica pronta per la prossima spedizione di un acquisto”.
Siamo a 3000 metri e, per fortuna, il prossimo percorso è in discesa. Il sentiero che porta al ghiacciaio è interrotto e, per motivi logistici, siamo costretti a prendere la funivia e scendere verso la nostra meta.
É la prima volta, in queste due edizioni di Carovana, che mi capita di osservare un Ghiacciaio dall’alto. Più scendiamo e più la maestosità del Mandrone si fa preponderante. Questa vista mi fa riflettere su quanto ci sentiamo “grandi e potenti” quando osserviamo le cose dall’alto. E quanto invece siamo realmente piccoli quando siamo soli sotto un essere così grande e longevo. Quanto mi sono sentito piccolo, arrivando alla sua fronte.
Ci troviamo sopra il lago preglaciale.
La natura ci offre delle opere d’arte che sembrano dipinte. I disegni della sabbia limosa del lago preglaciale e la sensazione che si prova a camminarci sopra rimarranno nella mia memoria per lungo tempo.
Le parole di Fabio Tullio, social media manager di Legambiente Alpi, mi risuonano in testa per descrivere quel panorama: “Sul lago preglaciale abbiamo potuto ammirare delle vere e proprie opere d’arte disegnate sulle sabbie limose, colori che raccontano incredibili storie anche di epoche passate”. Preso da questa bellezza non mi sono accorto di aver messo un piede sulle sabbie mobili rimanendo “intrappolato” fino al polpaccio con entrambi i piedi.
“In questa tappa abbiamo scoperto la geodiversità dell’ambiente glaciale e attraverso i dati raccolti dalla SAT per il Comitato glaciologico italiano ne abbiamo misurato la fragilità – commenta Valter Maggi, presidente del Comitato Glaciologico Italiano e Università Torino -. Il Ghiacciaio del Mandrone registra 330 metri di ritiro della fronte glaciale in 12 anni di cui 139 metri solo nel 2022. Nonostante ciò la geodiversità continua ad offrire i suoi servizi: approvvigionamento idrico dalle acque di fusione, habitat per le specie animali e vegetali nelle aree deglaciate e una mole di conoscenze scientifiche indispensabili per gestire in modo appropriato la crisi climatica”.
Rientro verso il rifugio in compagnia di Fabio, tra chiacchiere interessanti sul documentario, sul ghiacciaio del Mandrone, sulle storie e gli imprevisti in montagna.
La vista dal rifugio mi lascia senza fiato. Dalla sala comune, con grandissime vetrate che affacciano sul ghiacciaio, mi godo un tramonto tra i più belli della mia vita.
Quinta tappa: Ghiacciai Ochsentaler (Vorarlberg – Austria)
4-6 settembre
La Carovana dei ghiacciai di Legambiente per la prima volta oltre i confini nazionali
In Austria sul Ghiacciaio Ochsentaler la sua quinta tappa insieme ai giovani attivisti del progetto “Alpine Climate Camps” di CIPRA International
I ghiacciai austriaci entro il XXI secolo potrebbero ridursi significativamente o scomparire. La superficie totale del gruppo del Silvretta, dal 1850 ad oggi, si è ridotta del 68%.
Il Ghiacciaio Ochsentaler, tra i più estesi del gruppo, dal 1850 ad oggi è arretrato di circa 2400 metri, registrando ritiri drammatici negli anni del 2018/2019 (-86,7 Metri) e 2021/2022 (-42,8 Metri).
Ancora dispiaciuto della vista Mandrone, si riparte verso l’Austria. Prima tappa internazionale della Carovana. “La crisi climatica non conosce confini, specie se si parla dei ghiacciai alpini, loro sentinella principale. Necessaria una governance europea condivisa per tutelare e proteggere i nostri ghiacciai“ (n.d.r dal comunicato stampa di Legambiente). David decide di dare un titolo a questo appuntamento: Un giorno lungo due.
Risaliamo dalla funivia del rifugio del Mandrone, partiamo in furgone, con Ilenia e Fabio. Facciamo sosta per consegnare delle riprese all’operatore del Comitato Glaciologico, con Marco Giardino e Luca Morino, questo giro ci costa ben due ore di extra viaggio.
Nel viaggio, mentre i ragazzi di Legambiente lavoravano nel viaggio, Ilenia sul comunicato e Fabio sui social, abbiamo tempo comunque per svagarci un po’, Fabio suona la fisarmonica.
Il viaggio è durato circa tre ore e mezzo, decido di andare al campeggio per fare il check-in al campeggio ancora con Ilenia e Fabio in macchina. Errore fatale: la signora che non parlava italiano non voleva accettare la mia sosta perché pensava fossimo in tre. Alla fine non mi accettano in campeggio per questo motivo. Decido allora di trovare un posto nei pressi di Bludenz, dove incontro uno spazio con una vista meravigliosa.
Il giorno dopo ci spostiamo verso il rifugio dove abbiamo conosciuto il gruppo di giovani attivisti austriaci. La serata è stata molto carina: abbiamo giocato a Uno, suonato, cantato e chiacchierato. Racconto loro il nostro progetto, del documentario, e chiedo l’autorizzazione per le riprese. Inizialmente mi dicono di non essere d’accordo, successivamente riesco a convincerli ma il giorno dopo confermano che non vogliono, purtroppo, essere presenti nelle riprese.
Per le conoscenze di questa tappa, la persona che mi ha colpito maggiormente conosco tra le organizzatrici del gruppo austriaco, Manon, attivista di Cipra International, che segue i giovani del gruppo. Mi racconta della sua vita, del compagno che è pastore, dei due bambini e della scelta di avere uno stile di vita verso la tutela dell’ambiente. Un incontro molto bello.
Perchè un giorno lungo due? L’escursione è stata faticosa, non dal punto di vista tanto fisico ma mentale, serviva molta attenzione per evitare di riprendere il gruppo di attivisti. Come sempre, però, durante la Carovana, all’arrivo della meta il paesaggio regala panorami che annullano tutto.
Il ghiacciaio era bellissimo, l’ultimo tratto dell’escursione, in mezzo a una cascata, era quasi una arrampicata. Da questo punto si vedeva il Ghiacciaio dell’alto.
Nel rientro verso il rifugio, abbiamo fatto sosta per mangiare uno strudel delizioso con crema di vaniglia. Riscendiamo a Feldkirch, iniziando a lavorare verso le 23:00. Il sole austriaco, che ha accompagnato tutti noi in questa tappa, in realtà verso sera capiamo che ci è costata un’insolazione. Inizio a montare il video ma mi rendo conto che il caldo mi porta ad addormentarmi al pc. Così, tra il sonno e il caldo termino di montare il video che sono le 8:00 di mattina. Partiamo verso la conferenza stampa.
“La crisi climatica non conosce confini, specie se si parla dei ghiacciai alpini, loro sentinella principale – dichiara Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente CIPRA Italia – . Per la quarta edizione della “Carovana dei ghiacciai” ci siamo per la prima volta spinti oltreconfine, in Austria e poi in Svizzera. Una decisione ambiziosa, per verificare lo stato di salute anche dei ghiacciai svizzeri e austriaci che, come per il versante italiano, sono in forte sofferenza e sempre più sotto scacco della crisi climatica. Da qui lanciamo la necessità di una governance europea condivisa per tutelare e proteggere i nostri ghiacciai, mettendo in campo politiche climatiche più ambiziose, interventi di mitigazione e adattamento e replicando quelle buone pratiche già in atto in alcuni territori. Una partita per il futuro del Pianeta che, se giocata insieme, crediamo di poter vincere”.
Terminata la conferenza mi fermo a pensare a Feldkirch. Città bellissima, costeggiata dal fiume che ho percorso con la mia bici per rientrare in van. Ci fermiamo con Martina e Fabio, prima della partenza, a fare delle riprese a dei palazzi a energia impatto zero ambientale.
Sesta tappa: Ghiacciai del Morteratsch (Grigioni – Svizzera)
7-10 settembre
La Carovana dei ghiacciai di Legambiente oltre i confini nazionali, sesta e ultima tappa in Svizzera sul Ghiacciaio del Morteratsch
Come i ghiacciai italiani anche quelli svizzeri sotto scacco della crisi climatica e delle temperature record.
Il ghiacciaio del Morteratsch, il più grande ghiacciaio del gruppo del Bernina delle Alpi grigionesi, dal 1878 ad oggi è arretrato di quasi 3 chilometri, perdendo 23 metri solo nel 2022.
Partenza sempre molto piacevole con Ilenia e Fabio verso la Svizzera.
Nel tragitto abbiamo visto paesaggi bellissimi ma soprattutto realtà bellissima. Abbiamo fatto sosta per fare delle riprese a dei pannelli solari su una cascina, sullo sfondo una pala eolica, poco più avanti abbiamo scoperto la vendita di fiori e ortaggi, tutto a offerta libera senza nessuno che controllasse.
Il viaggio continua tra tornanti stretti e paesaggi favolosi. Notiamo una struttura particolarissima, una torre di legno che è uno spazio per eventi culturali.
Dormiamo in uno spazio dove l’ ospite diventa parte integrante: Salecina – una casa per tutte le stagioni, un centro autogestito di vacanze e di formazione, per giovani e anziani desiderosi.
La mattina si stabiliscono i ruoli degli ospiti così che tutti possano fare qualcosa di attivo come lavare i piatti, pulire, cucinare. Un luogo di incontri, per scambiarsi opinioni e per discutere, un’occasione di rilassamento, di formazione, per ospiti singoli, famiglie e gruppo. La fondazione indipendente Salecina è stata fondata nel 1971 da Amalie e Theo Pinkus. Al centro dell «idea Salecina» stanno l’autogestione e l’autoresponsabilità degli ospiti. Salecina è stata costruita dagli ospiti stessi. Non c’è personale di cucina o per le pulizie. Sono gli ospiti che si coccolano a vicenda.
Partiamo per la salita al Morteratsch, escursione molto bella, percorso facile. Anche il saluto al ghiacciaio bellissimo con alcune letture e il suono del sax. Uno vero spettacolo.
“Siamo molto orgogliosi di aver portato la nostra Carovana dei Ghiacciai oltre i confini nazionali, in Austria e in Svizzera– commenta Giorgio Zampetti, direttore nazionale Legambiente -. L’obiettivo principale è quello di costruire nuove alleanze e arrivare ad una governance internazionale dei ghiacciai attraverso uno scambio tra il mondo accademico europeo, associazioni, istituzioni e cittadini. Perché bisogna ricordarsi che nessun ghiacciaio alpino è immune di fronte alla crisi climatica, che accelera la sua corsa e non conosce confini. Per questo bisogna lavorare insieme ad adeguate strategie e piani di adattamento al clima, su scala locale e internazionale, a tutela dei territori e delle comunità”.
Al termine della cena purtroppo sono dovuto scappare per rientrare a Roma.
Prima dei saluti e della mia partenza Marco Giardino, per esorcizzare il fatto che in tutta la Carovana dimenticavo il punto preciso del parcheggio van, mi ha regalato un’air tag per capire dove è. Questo gesto è stato molto bello e nello stesso tempo mi ha fatto già sentire accessoriato e pronto per la prossima Carovana.
Quest’anno ogni ghiacciaio che abbiamo visto ci ha insegnato qualcosa di diverso. Esperienze differenti sia per condizioni climatiche sia per la tipologia di Ghiacciaio. Vedere e avere un impressione di quello che c’è all’esterno e di come studiarlo.
“Nessun ghiacciaio alpino è immune di fronte alla crisi climatica. Serve una governance internazionale dei ghiacciai attraverso uno scambio tra il mondo accademico europeo, associazioni, istituzioni e cittadini”.
Arrivederci giganti bianchi, a presto.