Pesce
L’intolleranza al pesce, della quale si sente spesso parlare, è una forma di ipersensibilità alimentare che si può facilmente gestire con una adeguata consapevolezza nella dieta.
Ha un quadro di sintomi, legato alla quantità di pesce mangiato, sovrapponibile a quello di altri disturbi alimentari: fastidi digestivi, mal di pancia e generale fastidio addominale. In più, nel caso del pesce, sono molto comuni reazioni cutanee simili a quelle delle allergie alimentari o da contatto.
Il pesce è una delle cause più frequenti di intolleranza soprattutto dove questo alimento è molto utilizzato nella cucina tradizionale. In Italia sono le regioni “di mare” le più colpite, nel mondo invece il disturbo, ma anche la ben più grave allergia, è piuttosto comune in Spagna, nei Paesi Scandinavi e in Giappone. Nel complesso i dati indicano il pesce come il terzo alimento, dopo uova e latte, più coinvolto in allergie ed intolleranze.
Oltre ad essere un alimento da consumare in diverse ricette, il pesce ed i suoi derivati – soprattutto farine, oli e gelatine – sono diffusi come ingredienti o anche eccipienti di prodotti alimentari o per la preparazione di cibi, farmaci ed integratori. Il collagene, ad esempio, si usa per preparare proprio le gelatine, comuni sia nell’industria alimentare che farmaceutica.
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Il paziente con intolleranza al pesce di solito manifesta classici sintomi dell’apparato digerente: mal di pancia e gonfiore addominale dopo i pasti e, più in generale, tutti i fastidi di una cattiva digestione. In alcuni casi è presente anche vomito e dissenteria.
Nel caso del pesce, però, la maggior parte dei pazienti riferisce anche segnali, soprattutto cutanei, molto simili a quelli dell’allergia. Questo perché è tra gli alimenti più ricchi di istamina o sostanze istamino liberatrici. Nel dettaglio:
I disturbi che si verificano più di frequente sono proprio quelli che classicamente si manifestano con la liberazione di istamina, quindi:
Come nel caso di tutte le intolleranze, i sintomi sono del tutto aspecifici e si possono anche manifestare diverse ore dopo dalla fine del pasto. Per questo motivo è bene rivolgersi al medico che arriverà alla giusta diagnosi escludendo malattie più gravi che si presentano con segni simili.
Di solito il paziente con diagnosticata intolleranza al pesce manifesta gli stessi sintomi, soprattutto cutanei, anche se mangia crostacei e molluschi marini. Le proteine delle diverse specie marine sono piuttosto diverse, eppure esiste una “reattività crociata” tra diverse specie di pesce, ma anche tra molluschi o crostacei: in pratica, l’intollerante cerca di evitare il consumo ittico in toto.
Trattandosi comunque di una scarsa sopportazione dell’alimento, è molto probabile che in un regime alimentare ben controllato il paziente continui a mangiare pesce, perché è la quantità a scatenare i sintomi. Nel caso di una allergia, invece, basta un minimo contatto a generare sintomi anche piuttosto gravi.